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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-05062025-144641


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale LM6
Autore
VICIDOMINI, VIRGINIA
URN
etd-05062025-144641
Titolo
Chirurgia estrattiva nel paziente in terapia con farmaci antiriassorbitivi: studio prospettico
Dipartimento
PATOLOGIA CHIRURGICA, MEDICA, MOLECOLARE E DELL'AREA CRITICA
Corso di studi
ODONTOIATRIA E PROTESI DENTARIA
Relatori
relatore Prof. Nisi, Marco
Parole chiave
  • antibiotici
  • bifosfonati
  • estrazioni
  • Osteonecrosi
  • prevenzione
Data inizio appello
27/05/2025
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
27/05/2095
Riassunto
L’osteonecrosi dei mascellari (MRONJ) è una severa reazione avversa farmaco-correlata, caratterizzata da necrosi e distruzione dell’osso mandibolare e/o mascellare in pazienti trattati con farmaci antiriassorbitivi e/o antiangiogenetici, in assenza di radioterapia nel distretto testa-collo. I pazienti più a rischio sono gli oncologici, in particolare quelli affetti da mieloma multiplo o da metastasi ossee da tumori solidi (prostata, mammella, rene, tiroide), ma anche soggetti con patologie osteometaboliche come l’osteoporosi. La prevenzione mira a mantenere la salute orale prima, durante e dopo le terapie a rischio. Le procedure odontoiatriche sono classificate in indicate, possibili e controindicate. Sebbene la chirurgia dento-alveolare sia un fattore di rischio noto, essa è considerata indicata in caso di elementi compromessi, poiché la mancata estrazione degli stessi può aumentare il rischio di MRONJ più della procedura stessa. Seguendo protocolli adeguati (uso di antibiotici sistemici, antisettici orali e tecniche atraumatiche), è possibile eseguire estrazioni in sicurezza. Non esiste un consenso sull'antibiotico ideale; si usano amoxicillina (con o senza acido clavulanico), metronidazolo o alternative in caso di allergia (eritromicina, clindamicina, ciprofloxacina). Il presente studio prospettico ha lo scopo di valutare l’incidenza di MRONJ dopo estrazioni in pazienti trattati con farmaci a rischio, con un follow-up a due settimane e sei mesi.
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