Tesi etd-05052025-181805 |
Link copiato negli appunti
Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale LM5
Autore
PERERA KURUKULASOORIYA, NIROSHI SUGANDIKA
URN
etd-05052025-181805
Titolo
"Biomateriali di origine marina per la rigenerazione dei tessuti e il drug delivery"
Dipartimento
FARMACIA
Corso di studi
FARMACIA
Relatori
relatore Prof.ssa Tampucci, Silvia
Parole chiave
- alginato
- Biomateriali marini
- Biopolimeri marini
- carragenina
- chitina
- chitosano
- collagene
- fucoidano
- gelatina
- Organismi marini
- Rifiuti marini
- Somministrazione di farmaci
- ulvan
Data inizio appello
21/05/2025
Consultabilità
Completa
Riassunto
L’obiettivo della tesi è valutare il potenziale dei sottoprodotti marini come risorsa per la produzione di biomateriali funzionali ad applicazioni mediche e farmaceutiche, con particolare attenzione alla medicina rigenerativa. In particolare, si analizzano scarti dell’industria ittica e detriti organici raccolti sulle coste, spesso considerati rifiuti, per verificarne la possibilità di trasformazione in materiali biocompatibili e a basso impatto ambientale.
La ricerca parte dal presupposto che mari e oceani, pur essendo soggetti a sfruttamento intensivo, generano una quantità significativa di biomassa inutilizzata. Finora, buona parte dei residui della pesca è stata impiegata per la produzione di mangimi o fertilizzanti. Tuttavia, l’attenzione si sta progressivamente spostando verso il recupero selettivo di composti bioattivi – come polisaccaridi e proteine – da impiegare in dispositivi medici, sistemi di rilascio di farmaci e scaffold per ingegneria tissutale.
Il lavoro presenta una revisione dello stato dell’arte sulla trasformazione tecnologica di queste materie prime, evidenziando le tappe che hanno portato al loro impiego con tecnologie avanzate come la stampa 3D, alla fabbricazione di idrogel e l’integrazione con nanosistemi. Le fonti marine offrono vantaggi specifici: ridotta immunogenicità, biodegradabilità naturale, elevata disponibilità e basso costo.
Restano aperte alcune criticità: mancano standard qualitativi consolidati, la variabilità biologica limita la riproducibilità industriale, e le evidenze cliniche sono ancora scarse. Il lavoro sottolinea la necessità di superare questi ostacoli attraverso un approccio integrato alla ricerca, per trasformare materiali di scarto in risorse ad alto valore aggiunto, capaci di rispondere alle esigenze della medicina contemporanea e contribuire alla sostenibilità ambientale.
La ricerca parte dal presupposto che mari e oceani, pur essendo soggetti a sfruttamento intensivo, generano una quantità significativa di biomassa inutilizzata. Finora, buona parte dei residui della pesca è stata impiegata per la produzione di mangimi o fertilizzanti. Tuttavia, l’attenzione si sta progressivamente spostando verso il recupero selettivo di composti bioattivi – come polisaccaridi e proteine – da impiegare in dispositivi medici, sistemi di rilascio di farmaci e scaffold per ingegneria tissutale.
Il lavoro presenta una revisione dello stato dell’arte sulla trasformazione tecnologica di queste materie prime, evidenziando le tappe che hanno portato al loro impiego con tecnologie avanzate come la stampa 3D, alla fabbricazione di idrogel e l’integrazione con nanosistemi. Le fonti marine offrono vantaggi specifici: ridotta immunogenicità, biodegradabilità naturale, elevata disponibilità e basso costo.
Restano aperte alcune criticità: mancano standard qualitativi consolidati, la variabilità biologica limita la riproducibilità industriale, e le evidenze cliniche sono ancora scarse. Il lavoro sottolinea la necessità di superare questi ostacoli attraverso un approccio integrato alla ricerca, per trasformare materiali di scarto in risorse ad alto valore aggiunto, capaci di rispondere alle esigenze della medicina contemporanea e contribuire alla sostenibilità ambientale.
File
Nome file | Dimensione |
---|---|
TESI_Perera.pdf | 702.59 Kb |
Contatta l’autore |