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Il presente lavoro si prefigge l’obiettivo di individuare delle linee di tendenza nell’evoluzione storico-istituzionale della politica immigratoria dell’Unione Europea, riservando un’attenzione specifica alla sua azione esterna. L’analisi è articolata in due parti. La prima effettua attraverso le fonti ufficiali una ricostruzione del progredire delle competenze comunitarie in materia immigratoria. Tale sviluppo costituisce una risposta alla diffusa percezione del fenomeno migratorio come una minaccia allo spazio di libertà, sicurezza e giustizia che l’Unione si propone di costruire e mantenere. La seconda parte si concentra sulle strategie messe in campo dall’Unione nella sua azione esterna, fra gestione degli ingressi (gate-keeping) e controllo delle frontiere (fencing), e offre una panoramica degli strumenti a sua disposizione. Le iniziative promosse dall’Unione negli ultimi quindici anni rivelano il crescente coinvolgimento di Paesi terzi nella politica immigratoria comunitaria, indice della sua progressiva esternalizzazione. Uno sguardo ravvicinato ai rapporti dell’Unione con i Paesi della sponda meridionale del Mediterraneo conferma le linee di tendenza emergenti dall’analisi, ovvero, chiusura nei confronti dell’immigrazione regolare e preferenza per un’azione repressiva sull’immigrazione clandestina. Questi elementi, l’espansione delle competenze dell’Unione e il coinvolgimento dei Paesi terzi sembrano costituire ad oggi la cifra della politica immigratoria comunitaria che appare ancora in cerca di sistematizzazione.