Tesi etd-04302025-162236 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale LM6
Autore
BARGELLINI, MARCO STEFANO
URN
etd-04302025-162236
Titolo
Il fattore tissutale associato a vescicole extracellulari nelle riacutizzazioni di BPCO
Dipartimento
RICERCA TRASLAZIONALE E DELLE NUOVE TECNOLOGIE IN MEDICINA E CHIRURGIA
Corso di studi
MEDICINA E CHIRURGIA
Relatori
relatore Prof. Celi, Alessandro
correlatore Dott. Neri, Tommaso
correlatore Dott. Neri, Tommaso
Parole chiave
- BPCO
- fattore tissutale
- riacutizzazioni
- vescicole extracellulari
Data inizio appello
21/05/2025
Consultabilità
Tesi non consultabile
Riassunto
La Broncopneumopatia Cronica Ostruttiva (BPCO) è una condizione polmonare eterogenea caratterizzata da sintomi respiratori cronici (dispnea, tosse, produzione di catarro, e/o riacutizzazioni) dovuti ad anormalità delle vie aeree (bronchite, bronchiolite) e/o degli alveoli (enfisema) tali da causare una persistente e spesso progressiva ostruzione al flusso aereo. Il decorso della malattia è frequentemente complicato da riacutizzazioni, eventi acuti che aggravano i sintomi respiratori e incidono negativamente sulla prognosi del paziente, aumentandone la morbilità, la mortalità, i costi sanitari associati ed in particolare il rischio cardiovascolare.
Questo studio si inserisce nel contesto di una crescente attenzione verso la caratterizzazione dei marcatori biologici pro-trombotici ed infiammatori e la definizione dei fenotipi clinici della BPCO, concentrandosi in particolare sul Fattore Tissutale associato a vescicole extracellulari (EV-TF), che si ritiene possa essere uno dei mediatori coinvolti nella determinazione di uno stato pro-coagulativo e quindi di un incremento del rischio cardiovascolare. È stato infatti già dimostrato che i livelli di EV-TF sono significativamente aumentati durante la riacutizzazione e diminuiscono nelle successive sei-otto settimane, senza ritornare ai valori osservati nei soggetti stabili.
L’obiettivo di questo lavoro di tesi è stato quello di analizzare due diversi gruppi di pazienti, stabili e riacutizzati, valutando la variazione della concentrazione di EV-TF nell’arco di sei mesi. In particolare sono stati confrontati i valori ottenuti per il gruppo dei pazienti riacutizzati con quelli del gruppo dei pazienti stabili per confermare l’ipotesi dell’esistenza di un fenotipo “EV-TF persistentemente elevato”, analogo a quello già descritto per l’infiammazione sistemica. Lo studio ha seguito un disegno osservazionale prospettico, articolato in tre momenti (V0, V1 e V2), durante i quali sono stati raccolti dati clinici, spirometrici e campioni ematici per la misurazione della concentrazione di EV-TF.
Sono stati arruolati 54 pazienti, equamente suddivisi tra soggetti stabili e soggetti con riacutizzazione. I soggetti stabili sono stati valutati al momento dell’arruolamento ed a sei mesi di distanza (V1 e V2), i soggetti riacutizzati al momento dell’arruolamento (V0), dopo sei-otto settimane (V1) e dopo sei mesi (V2). I risultati hanno confermato una riduzione significativa dei livelli di EV-TF nelle settimane successive alla riacutizzazione, seguita da una stabilizzazione a sei mesi su valori comunque più elevati rispetto ai soggetti stabili.
Nonostante le limitazioni del campione ridotto al follow-up a sei mesi, i dati ottenuti suggeriscono la possibilità che alcuni pazienti presentino una persistente attivazione del meccanismo tromboinfiammatorio, che potrebbe essere implicata nell’aumento del rischio cardiovascolare osservato nei mesi successivi ad una riacutizzazione. Tali evidenze confermano il potenziale ruolo del dosaggio di EV-TF come marker biologico nei pazienti affetti da BPCO e aprono la strada alla caratterizzazione di nuovi fenotipi clinici, con possibili ricadute nella gestione terapeutica personalizzata.
Questo studio si inserisce nel contesto di una crescente attenzione verso la caratterizzazione dei marcatori biologici pro-trombotici ed infiammatori e la definizione dei fenotipi clinici della BPCO, concentrandosi in particolare sul Fattore Tissutale associato a vescicole extracellulari (EV-TF), che si ritiene possa essere uno dei mediatori coinvolti nella determinazione di uno stato pro-coagulativo e quindi di un incremento del rischio cardiovascolare. È stato infatti già dimostrato che i livelli di EV-TF sono significativamente aumentati durante la riacutizzazione e diminuiscono nelle successive sei-otto settimane, senza ritornare ai valori osservati nei soggetti stabili.
L’obiettivo di questo lavoro di tesi è stato quello di analizzare due diversi gruppi di pazienti, stabili e riacutizzati, valutando la variazione della concentrazione di EV-TF nell’arco di sei mesi. In particolare sono stati confrontati i valori ottenuti per il gruppo dei pazienti riacutizzati con quelli del gruppo dei pazienti stabili per confermare l’ipotesi dell’esistenza di un fenotipo “EV-TF persistentemente elevato”, analogo a quello già descritto per l’infiammazione sistemica. Lo studio ha seguito un disegno osservazionale prospettico, articolato in tre momenti (V0, V1 e V2), durante i quali sono stati raccolti dati clinici, spirometrici e campioni ematici per la misurazione della concentrazione di EV-TF.
Sono stati arruolati 54 pazienti, equamente suddivisi tra soggetti stabili e soggetti con riacutizzazione. I soggetti stabili sono stati valutati al momento dell’arruolamento ed a sei mesi di distanza (V1 e V2), i soggetti riacutizzati al momento dell’arruolamento (V0), dopo sei-otto settimane (V1) e dopo sei mesi (V2). I risultati hanno confermato una riduzione significativa dei livelli di EV-TF nelle settimane successive alla riacutizzazione, seguita da una stabilizzazione a sei mesi su valori comunque più elevati rispetto ai soggetti stabili.
Nonostante le limitazioni del campione ridotto al follow-up a sei mesi, i dati ottenuti suggeriscono la possibilità che alcuni pazienti presentino una persistente attivazione del meccanismo tromboinfiammatorio, che potrebbe essere implicata nell’aumento del rischio cardiovascolare osservato nei mesi successivi ad una riacutizzazione. Tali evidenze confermano il potenziale ruolo del dosaggio di EV-TF come marker biologico nei pazienti affetti da BPCO e aprono la strada alla caratterizzazione di nuovi fenotipi clinici, con possibili ricadute nella gestione terapeutica personalizzata.
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