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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-04262024-150253


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
DELL'ARSINA, LISA
URN
etd-04262024-150253
Titolo
"La scienza dura che si fa fragile": i medici scrittori di malattia mentale tra Novecento e nuovo millennio
Dipartimento
FILOLOGIA, LETTERATURA E LINGUISTICA
Corso di studi
ITALIANISTICA
Relatori
relatore Riccucci, Marina
correlatore Savettieri, Cristina
correlatore Segre, Anna
Parole chiave
  • analisi narrativa
  • aspetti umani della medicina
  • author's role
  • autobiografia medica
  • autori medici
  • care pathways
  • clinical empathy
  • clinical testimonies
  • comprensione della malattia
  • comunità medica
  • conoscenza medica
  • Corrado Tumiati
  • critical innovation
  • cultural representations
  • cure mediche
  • dialogo interdisciplinare
  • empatia clinica
  • Enzo Girone
  • esperienza del paziente
  • espressione artistica
  • etica medica
  • Eugenio Borgna
  • Franco Basaglia
  • history of medicine
  • identità narrativa
  • identità professionale
  • illness stories
  • innovazione critica
  • interdisciplinary dialogue
  • interpretazione letteraria
  • italian literature
  • letteratura italiana
  • Liliana Dell'Osso
  • literary narrative
  • malattia e società
  • malattia mentale
  • Mario Tobino
  • medical autobiography
  • medical community
  • medical ethics
  • medical narrative
  • medical representations
  • medical subjectivity
  • medical writers
  • medici scrittori
  • mental illness
  • mental pathology
  • narrativa letteraria
  • narrativa medica
  • narrative analysis
  • narrative psychiatry
  • Paolo Crepet
  • Paolo Milone
  • patient experience
  • patologia mentale
  • percezione dell'altro
  • percezione sociale
  • percorsi di cura
  • potere terapeutico
  • professional identity
  • professional reflexivity
  • psichiatria letteraria
  • psichiatria narrativa
  • qualitative research
  • rappresentazioni culturali
  • rappresentazioni mediche
  • relazioni medico-paziente
  • ricerca qualitativa
  • riflessività professionale
  • Roberto Lorenzini
  • role of art
  • romanzi medici
  • Rosario Ruggeri
  • ruolo del lettore
  • ruolo dell'arte
  • ruolo dell'autore
  • ruolo dell'osservatore
  • salute mentale
  • social perception
  • social stigma
  • soggettività medica
  • stigma sociale
  • storia della medicina
  • storia della psichiatria
  • storie di malattia
  • testimonianze cliniche
  • testimonianze letterarie
  • therapeutic power
  • Vittorino Andreoli
Data inizio appello
28/05/2024
Consultabilità
Completa
Riassunto
Il presente lavoro di tesi consiste in una ricognizione di testi letterari, appartenenti al Novecento e all'ultimo ventennio, a cura di medici scrittori che, nel corso della loro professione psichiatrica, hanno sentito l'esigenza di rendere testimonianza del contatto con la malattia mentale, approdando alla letteratura. Per fare ciò, è stata approfondito, innanzitutto, l'evolversi del concetto di follia dalla classicità alla modernità, passando in rassegna i primi testi dei medici scrittori (tra cui Ippocrate), inizialmente divulgativi e, già dagli albori, estremamente illuminanti. Attraversando il Duecento - con la menzione del primo caso di psicopatologia nella letteratura italiana, quello di Taddeo Alderotti ne Il Novellino - e il Seicento e Settecento - secoli in cui nasce la visione sociale della malattia mentale - si è giunti a ripercorrere la nascita ottocentesca della vera e propria disciplina psichiatrica, dei manicomi, della loro evoluzione e chiusura, ricostruzione indispensabile per comprendere gli esiti letterari che si generano in tale contesto. Il corpo centrale della tesi analizza, infatti, opere letterarie a cura di psichiatri scrittori, appartenenti all'epoca manicomiale (Corrado Tumiati, Rosario Ruggeri, Enzo Girone, Mario Tobino, Franco Basaglia e Furio Gubetti) e, successivamente, del nuovo millennio (Paolo Crepet, Roberto Lorenzini, Marco Ercolani, Eugenio Borgna, Piero Cipriano, Paolo Milone, Giacinto Buscaglia e Franca Pezzoni), oltre allo spoglio completo della rivista La Serpe, a cura dell'Associazione Italiana dei medici scrittori, ricca di contributi letterari curati da psichiatri. Nel capitolo conclusivo si propone un percorso didattico per avvicinare i giovani studenti alla consapevolezza della malattia mentale attraverso la letteratura, l'arte e il costume popolare, utilizzando saggi divulgativi curati da medici scrittori (Vittorino Andreoli, Liliana Dell'Osso, Giovanni De Plato, Gaspare Palmieri), ciascuno particolarmente interessante per approfondire il complesso rapporto, nel corso della storia, tra genio e follia. In appendice, sono riportate le stimolanti conversazioni intrattenute con alcuni degli autori delle opere analizzate, estremamente utili ai fini di un'efficace comprensione di queste. La totalità del lavoro ha potuto far luce sul complesso universo della malattia mentale, raccontata non solo da chi l'ha vissuta sulla propria pelle, bensì dalla prospettiva del medico, nel corso della storia demonizzato e spesso lasciato al lato, concentrandosi su testi recenti ancora poco conosciuti e criticamente approfonditi. Indagare i diversi esiti letterari ha permesso di mostrare il complesso rapporto che si instaura tra medicina e letteratura, quest'ultima ausilio fondamentale per la professione psichiatrica, nonché terapia salvifica che alleggerisce il peso della sofferenza quotidiana, gravoso sulle spalle del medico. Inoltre, l'opera artistico-letteraria ha la capacità di travalicare lo spazio-tempo che il saggio scientifico-divulgativo non ha; perciò, le opere prese in analisi costituiscono una preziosa eredità per avvicinarsi al tema della sofferenza psichica, realtà ancora terribilmente attuale, nella sua intrinseca umanità, oltre il mero fenomeno clinico.
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