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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-04242021-194138


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
IOVINO, MARICA
URN
etd-04242021-194138
Titolo
Le relazioni violente tra tradizione e mutamento. Il caso del territorio di Lentini.
Dipartimento
SCIENZE POLITICHE
Corso di studi
SOCIOLOGIA E MANAGEMENT DEI SERVIZI SOCIALI
Relatori
relatore Prof.ssa Biancheri, Rita
Parole chiave
  • stereotipi
  • ruoli
  • relazioni violente
  • dominio maschile
  • differenze di genere
  • coppia
  • violenza di genere
  • violenza domestica
Data inizio appello
10/05/2021
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
10/05/2091
Riassunto
Il presente elaborato si focalizza sul fenomeno della violenza di genere - con un particolare riferimento all’ambito domestico - e ha lo scopo di indagare il suo radicamento in una cultura fondata su rappresentazioni stereotipate di genere, riconoscendone così il carattere legato alle radici storiche del patriarcato. Il lavoro è introdotto da una riflessione sulle dinamiche di coppia i cui mutamenti ricalcano l’avvicendarsi di cambiamenti dell’ordine sociale, culturale ed economico, in virtù dei quali si moltiplicano le tipologie di composizione familiare e si modificano le dinamiche relazionali. Il sistema familiare - la cui evoluzione è segnata da un crescente individualismo - è il luogo privilegiato per indagare il perpetuarsi delle diseguaglianze di genere. L’inquadramento del fenomeno delle relazioni violente prosegue, infatti, ripercorrendo la questione di genere, o meglio la condizione della donna, alla quale storicamente e culturalmente era attribuito un mero ruolo di cura. La cornice entro cui si colloca la storia della famiglia è quella patriarcale, cioè di una visione androcentrica secondo cui la donna è “naturalmente” predisposta ad accettare il dominio maschile e che ha inevitabilmente influenzato la differenziazione dei ruoli. L’antica soggezione del potere illimitato all’uomo è stato spogliato dai riferimenti normativi inerenti l’istituto della famiglia, con i quali si conferisce alla donna maggiori diritti nella vita coniugale e familiare, attraverso il processo di emancipazione femminile che riflette la conquista delle pari opportunità. La riflessione si è concentrata, successivamente, sull’analisi e le dinamiche del fenomeno della violenza di genere partendo dalla definizione elaborata dall’Organizzazione mondiale della Sanità come
«un problema di salute di proporzioni globali enormi», sottolineandone gli effetti e declinando le forme in cui la violenza si manifesta.
Parlare di violenza di genere non significa, solo, parlare di donne, ma di tutti gli attori che anima- no la scena e costruire misure per contrastarla e, pertanto, l’attenzione si è spostata sul riconoscimento pubblico della violenza privata. La rappresentazione mediatica ha, infatti, un peso nella narrazione della violenza e nella trasmissione di uno schema narrativo stereotipato, che contribuisce a consolidare i presupposti culturali del dominio maschile, soprattutto quando riportano i casi di femminicidi descrivendoli come frutto di un “raptus” o della gelosia di un uomo.
Segue, inoltre, il riferimento al quadro normativo nazionale e internazionale e ai servizi territoriali coinvolti nel contrasto al fenomeno, cioè dei luoghi e delle istituzioni attive nel percorso di uscita dal ciclo della violenza. La prevaricazione dell’uomo è avallata da una presunta inferiorità fisica e anatomica delle donna e dalle differenze fisiologiche tra i sessi che hanno biologizzato il sociale, contribuendo all’allontanamento delle donne dall’ambito pubblico, proprio in base alla loro funzione affettiva e procreativa. Inoltre simili pregiudizi sono stati gravati da un’idea di possesso del corpo femminile con cui si è costruita la sua stessa oggettivazione nel discorso pubblicitario.
Nell’elaborato, in ultimo, si procede prestando attenzione al fenomeno in termini di rilevanza statistica, ove gli indicatori ISTAT offrono un quadro complessivo che segnalano il dato allarmante della tendenza crescente di episodi violenti dentro le mura domestica ad opera del partner o dell’ex compagno. La familiarità italiana alla sottovalutazione della violenza di genere e il riconoscimento di questo fenomeno come un esercizio di potere e controllo fondato sull’asimmetria dei ruoli, legittima gli abusi e gli episodi di maltrattamento come un problema socio-culturale e ha indotto a concentrare la mia riflessione nel territorio del comune di Lentini, in provincia di Siracusa. Tale indagine ha lo scopo di indagare, tramite questionari somministrati online ad un campione di popolazione locale, la percezione valoriale delle persone circa i comportamenti che ritengono culturalmente accettabili e/o più o meno appropriati al sesso femminile o al sesso maschile. Inoltre si vuole raccogliere l’esperienza professionale, tramite un’intervista semi-strutturata, del fenomeno calato nelle peculiarità del territorio di Lentini, di un piccolo campione di operatrici del CAV A.N.G.E.LI. All’interno del testo, infine, trova spazio - tramite un’intervista biografica - il racconto di una donna vittima di violenza.
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