Il presente lavoro ha lo scopo di verificare se l’incidenza di alcuni fenomeni di carattere fonologico e morfofonologico presenti in iscrizioni latine risalenti al periodo compreso fra il 150 e il 50 a.C. possa essere correlata a parametri di variazione linguistica. La tesi si inserisce quindi nell’ambito della sociolinguistica storica, il settore della linguistica che studia il cambiamento linguistico in relazione al suo contesto socioculturale. Questa disciplina, che negli ultimi trent’anni si è notevolmente sviluppata, prevede infatti una concezione delle lingue a corpus chiuso come diasistemi, ossia sistemi linguistici al cui interno sono presenti molteplici livelli di variazione. Come accade per ogni lingua naturale, quindi, si ipotizza che anche nelle lingue a corpus chiuso fossero presenti in sincronia varianti linguistiche di tipo diastratico, diatopico, diamesico e diafasico. Al fine di verificare tale ipotesi, è stato creato un corpus annotato contenente testi epigrafici latini databili fra il 150 e il 50 a.C. In particolare, sono state studiate le alternanze grafiche di tipo <i> ~ <e> e <u> ~ <o> e i nominativi plurali in -eis, -es, -is della seconda declinazione in esso presenti. La selezione di un corpus epigrafico per lo studio della variazione nella lingua latina si motiva in ragione del carattere diretto dei dati provenienti dalle iscrizioni, in cui, a differenza dei testi letterari, il testo non è mediato dalla tradizione manoscritta. L’adozione dei metodi di analisi quantitativa e qualitativa ha permesso di evidenziare interessanti correlazioni fra l’incidenza dei fenomeni analizzati e le dimensioni diatopica e diastratica della variazione nella lingua latina.