Tesi etd-04122023-141454 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
TIBBERIO, ALESSANDRO
URN
etd-04122023-141454
Titolo
La politica dell'Appeasement: da una Pace Cartaginese alla Pace a tutti i costi.
Dipartimento
SCIENZE POLITICHE
Corso di studi
SCIENZE MARITTIME E NAVALI
Relatori
relatore Prof. Giannotti, Andrea
Parole chiave
- Adolf Hitler
- appeasement
- Arthur Neville Chamberlain
- conferenza
- Édouard Daladier
- Locarno
- Monaco
- pace cartaginese
Data inizio appello
19/04/2023
Consultabilità
Tesi non consultabile
Riassunto
Questo elaborato si prefigge l’obiettivo di analizzare il processo storico e le complesse relazioni diplomatiche che, nel corso del primo Dopoguerra, hanno portato alla scelta consapevole da parte delle Democrazie Occidentali, ossia la Francia ed il Regno Unito, di cercare di arginare l’aggressivo espansionismo della Germania Nazista attraverso l’adozione di una linea guida nelle loro politiche estere di compromesso e concessioni nei confronti delle sempre più pressanti richieste di Adolf Hitler, ormai completamente devoluto al suo progetto di riportare la Germania e l’intero popolo tedesco alla grandezza, innanzitutto attraverso la riunione di tutti i popoli germanici all’interno dei confini di un solo Reich e la conquista di territori sufficientemente vasti da permettere loro di prosperare.
Il Primo Capitolo analizza quindi le origini stesse del sentimento che permise una così rapida scalata al potere da parte del Partito Nazista, le quali possono essere ritrovate nella promessa alla Germania di una “Pace senza Vittoria” rappresentata dai Quattordici Punti del Presidente Woodrow Wilson e nel successivo infrangimento della stessa nel corso della Conferenza di Pace di Parigi, nel corso della quale le Delegazioni delle Potenze vincitrici ignorarono completamente questi principi perseguendo soltanto una totale inibizione militare ed economica della Germania, sancita dalla pace Cartaginese che fu il Trattato di Versailles.
L’analisi si focalizzerà quindi sulle relazioni intercorrenti innanzitutto fra le due storiche rivali, ora riunite nella strana Intesa Cordiale: mentre la Francia decise di concentrarsi a proseguire questa nuova alleanza con il Regno Unito, terrorizzata da un’eventuale rinascita economica e soprattutto militare della Germania, questo decise fin dai primi anni del Primo Dopoguerra di distaccarsi da qualsiasi forma di impegno militare sul continente europeo, cercando con sempre maggiore foga di allinearsi alla sua vecchia colonia d’oltreoceano, gli Stati Uniti, cedendo alla sua storica corrente atlantista.
Questo clima di contrasto fra le due principali Potenze europee si potè notare anche nei loro rapporti con la Germania, ormai rinata dalle ceneri della Grande Guerra assumendo la forma della Repubblica di Weimar, una nazione democratica ma allo stesso tempo scossa da profondi sentimenti di rivalsa e di ingiustizia che tutti i Partiti dell’Estrema Destra völkisch seppero canalizzare nella loro scalata al potere: il Regno Unito, infatti, apparve molto favorevole verso misure che riportassero nuovamente la Germania nella sua tradizionale posizione di Nazione ricca ed industrializzata, mentre la Francia cercò in tutti i modi di ostacolare questa processo di rinascita dell’economia tedesca, rimanendo ferma sulla concessione di deroghe nei confronti delle riparazioni di guerra e arrivando anche a punire il mancato versamento di parte di queste invadendo insieme al Belgio la regione industriale della Ruhr.
La risoluzione di questa crisi nel corso del 1924, attraverso il versamento di fondi stranieri nelle casse della Germania mediante il Piano Dawes, permise quindi il risanamento dell’economia e una generale distensione dei rapporti, che evolse, mediante lo sforzo dei Ministri degli Esteri Briand, Stresemann e Chamberlain, nella stipula del Trattato di Locarno, il cui Spirito di pace e collaborazione europee si dovette purtroppo infrangere sullo scoglio rappresentato dalla Grande Depressione.
Il Secondo Capitolo è invece incentrato sulla salita al potere di Adolf Hitler e del suo Partito Nazista: egli infatti seppe catalizzare e farsi portavoce di quell’insieme di sentimenti di umiliazione e di rivalsa che, nati in tutte le classi sociali del popolo tedesco come reazione alle ingiustizie del Trattato di Versailles, poterono solamente inasprirsi a causa della disoccupazione e dell’inflazione riportate agli estremi dalla Grande Depressione del 1929: la vittoria alle elezioni e la nomina a Cancelliere di Hitler gli permisero di istituzionalizzare il suo potere dittatoriale, la cui pervasività nella società tedesca fu tale da generare una certa “unicità” del nazismo nei confronti di tutti gli altri totalitarismi.
Il potere di Hitler fu ulteriormente rinforzato in seguito alla morte del Presidente Von Hindenburg, la cui carica venne assegnata allo stesso Führer: questo gli permise di aumentare ulteriormente gli sforzi già iniziati nei primi anni della Repubblica per il riarmo clandestino del Reichswehr, il quale venne nel corso degli anni Trenta riorganizzato in funzione della coscrizione nazionale obbligatoria e venne dotato di una sua Arma Aeronautica, la Luftwaffe, entrambe rimodulazioni formalmente vietate dalle clausole del Trattato di Versailles.
Le tiepide reazioni delle Democrazie Occidentali convinsero Hitler che il clima fosse favorevole al suo primo colpo di mano: in palese violazione ai Trattati di Versailles e Locarno, infatti, ordinò ai reparti della Wehrmacht di marciare oltre il confine della Zona Demilitarizzata della Renania: questo gesto provocò l’indignazione della Francia, la quale si sentì immediatamente minacciata da questa violazione di una delle sue principali contromisure difensive contro una nuova aggressione tedesca, ma decise di non effettuare alcuna contromossa senza l’esplicito consenso del Regno Unito, il quale aveva però già riconfigurato i propri rapporti con la Germania secondo un embrione di quello che si sarebbe in seguito evoluto nell’Appeasement di Chamberlain.
Il Terzo Capitolo, infine, è incentrato sull’analisi dell’Appeasement propriamente detto, attraverso lo studio delle relazioni internazionali intercorrenti tra Francia, Regno Unito, Italia e Germania dalla prima invasione di quest’ultima ai danni dell’Austria nel 1938 fino agli eventi cecoslovacchi, i quali rappresentarono sia l’apoteosi, con la Conferenza di Monaco, sia l’ingloriosa fine dell’Appeasement, con l’occupazione della Rest-Tschechei e la conseguente instaurazione del Protettorato di Boemia e Moravia nel Marzo del 1939: in particolare, l’ultima parte della Tesi è dedicata ad analizzare come la politica dell’Appeasement non fosse, in realtà, una particolarità degli anni Trenta, quanto l’ultima espressione di una lunga ed apprezzata tradizione politica britannica che, dovendosi però interfacciare con il militarismo e l’aggressività criminale del nazismo, fu costretta a collassare su se stessa, venendo da quel momento in avanti considerata come il vile tentativo volto a mantenere la pace a tutti i costi.
Il Primo Capitolo analizza quindi le origini stesse del sentimento che permise una così rapida scalata al potere da parte del Partito Nazista, le quali possono essere ritrovate nella promessa alla Germania di una “Pace senza Vittoria” rappresentata dai Quattordici Punti del Presidente Woodrow Wilson e nel successivo infrangimento della stessa nel corso della Conferenza di Pace di Parigi, nel corso della quale le Delegazioni delle Potenze vincitrici ignorarono completamente questi principi perseguendo soltanto una totale inibizione militare ed economica della Germania, sancita dalla pace Cartaginese che fu il Trattato di Versailles.
L’analisi si focalizzerà quindi sulle relazioni intercorrenti innanzitutto fra le due storiche rivali, ora riunite nella strana Intesa Cordiale: mentre la Francia decise di concentrarsi a proseguire questa nuova alleanza con il Regno Unito, terrorizzata da un’eventuale rinascita economica e soprattutto militare della Germania, questo decise fin dai primi anni del Primo Dopoguerra di distaccarsi da qualsiasi forma di impegno militare sul continente europeo, cercando con sempre maggiore foga di allinearsi alla sua vecchia colonia d’oltreoceano, gli Stati Uniti, cedendo alla sua storica corrente atlantista.
Questo clima di contrasto fra le due principali Potenze europee si potè notare anche nei loro rapporti con la Germania, ormai rinata dalle ceneri della Grande Guerra assumendo la forma della Repubblica di Weimar, una nazione democratica ma allo stesso tempo scossa da profondi sentimenti di rivalsa e di ingiustizia che tutti i Partiti dell’Estrema Destra völkisch seppero canalizzare nella loro scalata al potere: il Regno Unito, infatti, apparve molto favorevole verso misure che riportassero nuovamente la Germania nella sua tradizionale posizione di Nazione ricca ed industrializzata, mentre la Francia cercò in tutti i modi di ostacolare questa processo di rinascita dell’economia tedesca, rimanendo ferma sulla concessione di deroghe nei confronti delle riparazioni di guerra e arrivando anche a punire il mancato versamento di parte di queste invadendo insieme al Belgio la regione industriale della Ruhr.
La risoluzione di questa crisi nel corso del 1924, attraverso il versamento di fondi stranieri nelle casse della Germania mediante il Piano Dawes, permise quindi il risanamento dell’economia e una generale distensione dei rapporti, che evolse, mediante lo sforzo dei Ministri degli Esteri Briand, Stresemann e Chamberlain, nella stipula del Trattato di Locarno, il cui Spirito di pace e collaborazione europee si dovette purtroppo infrangere sullo scoglio rappresentato dalla Grande Depressione.
Il Secondo Capitolo è invece incentrato sulla salita al potere di Adolf Hitler e del suo Partito Nazista: egli infatti seppe catalizzare e farsi portavoce di quell’insieme di sentimenti di umiliazione e di rivalsa che, nati in tutte le classi sociali del popolo tedesco come reazione alle ingiustizie del Trattato di Versailles, poterono solamente inasprirsi a causa della disoccupazione e dell’inflazione riportate agli estremi dalla Grande Depressione del 1929: la vittoria alle elezioni e la nomina a Cancelliere di Hitler gli permisero di istituzionalizzare il suo potere dittatoriale, la cui pervasività nella società tedesca fu tale da generare una certa “unicità” del nazismo nei confronti di tutti gli altri totalitarismi.
Il potere di Hitler fu ulteriormente rinforzato in seguito alla morte del Presidente Von Hindenburg, la cui carica venne assegnata allo stesso Führer: questo gli permise di aumentare ulteriormente gli sforzi già iniziati nei primi anni della Repubblica per il riarmo clandestino del Reichswehr, il quale venne nel corso degli anni Trenta riorganizzato in funzione della coscrizione nazionale obbligatoria e venne dotato di una sua Arma Aeronautica, la Luftwaffe, entrambe rimodulazioni formalmente vietate dalle clausole del Trattato di Versailles.
Le tiepide reazioni delle Democrazie Occidentali convinsero Hitler che il clima fosse favorevole al suo primo colpo di mano: in palese violazione ai Trattati di Versailles e Locarno, infatti, ordinò ai reparti della Wehrmacht di marciare oltre il confine della Zona Demilitarizzata della Renania: questo gesto provocò l’indignazione della Francia, la quale si sentì immediatamente minacciata da questa violazione di una delle sue principali contromisure difensive contro una nuova aggressione tedesca, ma decise di non effettuare alcuna contromossa senza l’esplicito consenso del Regno Unito, il quale aveva però già riconfigurato i propri rapporti con la Germania secondo un embrione di quello che si sarebbe in seguito evoluto nell’Appeasement di Chamberlain.
Il Terzo Capitolo, infine, è incentrato sull’analisi dell’Appeasement propriamente detto, attraverso lo studio delle relazioni internazionali intercorrenti tra Francia, Regno Unito, Italia e Germania dalla prima invasione di quest’ultima ai danni dell’Austria nel 1938 fino agli eventi cecoslovacchi, i quali rappresentarono sia l’apoteosi, con la Conferenza di Monaco, sia l’ingloriosa fine dell’Appeasement, con l’occupazione della Rest-Tschechei e la conseguente instaurazione del Protettorato di Boemia e Moravia nel Marzo del 1939: in particolare, l’ultima parte della Tesi è dedicata ad analizzare come la politica dell’Appeasement non fosse, in realtà, una particolarità degli anni Trenta, quanto l’ultima espressione di una lunga ed apprezzata tradizione politica britannica che, dovendosi però interfacciare con il militarismo e l’aggressività criminale del nazismo, fu costretta a collassare su se stessa, venendo da quel momento in avanti considerata come il vile tentativo volto a mantenere la pace a tutti i costi.
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