Tesi etd-04012016-020437 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
GALLETTI, ILENIA
URN
etd-04012016-020437
Titolo
Psicopatologia perinatale: l'importanza dello screening precoce
Dipartimento
PATOLOGIA CHIRURGICA, MEDICA, MOLECOLARE E DELL'AREA CRITICA
Corso di studi
PSICOLOGIA CLINICA E DELLA SALUTE
Relatori
relatore Prof. Conversano, Ciro
Parole chiave
- depressione postpartum
- gravidanza
- postpartum
- psicopatologia perinatale
- screening
Data inizio appello
21/04/2016
Consultabilità
Completa
Riassunto
La gravidanza e il postpartum segnano una delle tappe più intense e delicate della vita di una donna. Nella maggior parte dei casi, le nuove madri si adattano progressivamente ai cambiamenti indotti dal concepimento; in alcune occasioni, però, questo adattamento viene ostacolato da problematiche di salute mentale. La depressione è il disturbo psichiatrico che insorge più frequentemente a seguito del parto; la stessa può emergere in qualsiasi momento dell’epoca perinatale, come anche protrarsi oltre tale periodo. Nonostante ciò, circa il 50% dei casi di Depressione Perinatale non vengono rilevati: spesso la causa si ritrova nella mancata richiesta di aiuto, mentre invece circa la metà delle donne che chiedono un consulto a dei professionisti non vengono trattate. La depressione non trattata può avere effetti negativi anche gravi sul benessere psico-fisico della madre, come anche sullo sviluppo globale del figlio. A fronte di ciò, l’importanza di effettuare uno screening precoce in epoca perinatale si è fatta sempre più spazio sia in ambito clinico che di ricerca: sempre più evidenze sottolineano come uno screening appropriato potrebbe favorire l’identificazione di donne a rischio, permettendo diagnosi precoci e una migliore selettività degli interventi.
Diversi studi si sono concentrati sulla ricerca dei fattori di rischio implicati nell’insorgenza della Depressione Perinatale: scarso supporto sociale o condizioni ambientali problematiche, storia psichiatrica pregressa o attuale o familiarità per disturbi dell’umore, come anche eventi di vita stressanti o conflitti coniugali sembrano essere i fattori di rischio più severi per lo sviluppo di Depressione Perinatale.
Lo scopo di questa tesi è quello di valutare il ruolo dello screening precoce, effettuato in gravidanza, nel ridurre e prevenire l’incidenza della psicopatologia nel postpartum, come anche quello di valutare la qualità della vita correlata alla salute nel corso del 1° anno postpartum. Sono state reclutate un totale di 1363 donne, di cui 946 (69.4%) hanno firmato il consenso informato, mentre 417 (30.6%) hanno immediatamente rifiutato, indicando varie ragioni. Le donne che hanno accettato e firmato il consenso informato sono state suddivise in due gruppi: il gruppo 1 (N=456) è stato reclutato al 1° mese di gravidanza, mentre il gruppo 2 (N=490) è stato reclutato al 1° mese postpartum; entrambi i gruppi sono stati valutati a intervalli stabiliti, e uguali, fino al 12° mese postpartum. Coloro che hanno abbandonato lo studio prima della 1° valutazione sono state, rispettivamente, 188 (41.2%) nel gruppo 1 e 203 (41.4%) nel gruppo 2.
Per effettuare lo screening di sintomi depressivi e ansiosi, come per valutare la qualità della vita correlata alla salute, sono stati utilizzati, rispettivamente, l’Edinburgh Postnatal Depression Scale (EPDS), lo State-Trait Anxiety Inventory (STAI) e lo Short Form Health Survey-36 (SF-36); l’Intervista Clinica Strutturata del DSM-IV per i Disturbi di Asse I (SCID-I) è stata utilizzata come strumento diagnostico.
Delle donne reclutate in questo studio, il 18.8% (N=48) riportava sintomi depressivi durante il 1° anno postpartum, mentre l’11.8% (N=25) mostrava sintomi ansiosi, riportando punteggi maggiori del 90° percentile. I risultati di questo studio evidenziano che effettuare uno screening durante la gravidanza può significativamente ridurre i sintomi depressivi (rispettivamente, gruppo 1 e gruppo 2: 12.0% vs. 23.6%; OR= 2.26; 95% CI: 1.13-4.52) e i sintomi ansiosi (rispettivamente, gruppo 1 e gruppo 2: 5.0% vs. 18.0%; OR= 4.18; 95% CI: 1.50-11.59) nel periodo postpartum.
Sono state riscontrate delle differenze tra i due gruppi, nel 1° mese postpartum, nell’indice di Sintesi di Salute Mentale (MCS) dell’SF-36, maggiore nel gruppo 2 (p=.011) rispetto al gruppo 1; non sono state trovate altresì differenze nell’indice di Sintesi di Salute Fisica (PCS) tra i due gruppi. Sempre nel 1° mese postpartum, le donne del gruppo 1 riportavano alterazioni in 3 delle 4 dimensioni di salute mentale dell’SF-36. Le madri appartenenti al gruppo 2 mostravano punteggi al PCS significativamente peggiori al 6° mese (p=.021), mentre la media dei punteggi al PCS del gruppo 1 era più alta del gruppo 2, durante il 1° anno postpartum. Infine, il dominio della Salute Generale Percepita dell’SF-36 appariva migliore nel gruppo 1, al 12° mese di valutazione post parto (p=.036).
I sintomi ansiosi e depressivi risultano più alti, come peggiore risulta la salute mentale percepita, nelle madri reclutate al 1° mese postpartum (quindi non sottoposte a screening in gravidanza). Questi risultati suggeriscono l’importanza dello screening precoce nel favorire una significativa riduzione del distress o di psicopatologia nel periodo postpartum, oltre a promuovere un benessere globale.
Ulteriori studi sono necessari – ampliando il periodo di valutazione e focalizzando l’attenzione sui fattori di rischio, sugli strumenti utilizzati e sulle modalità di valutazione, tra gli altri – per fornire maggiori informazioni e favorire una comprensione più ampia delle dinamiche che interessano la donna, e non solo, in questa epoca così complessa.
Diversi studi si sono concentrati sulla ricerca dei fattori di rischio implicati nell’insorgenza della Depressione Perinatale: scarso supporto sociale o condizioni ambientali problematiche, storia psichiatrica pregressa o attuale o familiarità per disturbi dell’umore, come anche eventi di vita stressanti o conflitti coniugali sembrano essere i fattori di rischio più severi per lo sviluppo di Depressione Perinatale.
Lo scopo di questa tesi è quello di valutare il ruolo dello screening precoce, effettuato in gravidanza, nel ridurre e prevenire l’incidenza della psicopatologia nel postpartum, come anche quello di valutare la qualità della vita correlata alla salute nel corso del 1° anno postpartum. Sono state reclutate un totale di 1363 donne, di cui 946 (69.4%) hanno firmato il consenso informato, mentre 417 (30.6%) hanno immediatamente rifiutato, indicando varie ragioni. Le donne che hanno accettato e firmato il consenso informato sono state suddivise in due gruppi: il gruppo 1 (N=456) è stato reclutato al 1° mese di gravidanza, mentre il gruppo 2 (N=490) è stato reclutato al 1° mese postpartum; entrambi i gruppi sono stati valutati a intervalli stabiliti, e uguali, fino al 12° mese postpartum. Coloro che hanno abbandonato lo studio prima della 1° valutazione sono state, rispettivamente, 188 (41.2%) nel gruppo 1 e 203 (41.4%) nel gruppo 2.
Per effettuare lo screening di sintomi depressivi e ansiosi, come per valutare la qualità della vita correlata alla salute, sono stati utilizzati, rispettivamente, l’Edinburgh Postnatal Depression Scale (EPDS), lo State-Trait Anxiety Inventory (STAI) e lo Short Form Health Survey-36 (SF-36); l’Intervista Clinica Strutturata del DSM-IV per i Disturbi di Asse I (SCID-I) è stata utilizzata come strumento diagnostico.
Delle donne reclutate in questo studio, il 18.8% (N=48) riportava sintomi depressivi durante il 1° anno postpartum, mentre l’11.8% (N=25) mostrava sintomi ansiosi, riportando punteggi maggiori del 90° percentile. I risultati di questo studio evidenziano che effettuare uno screening durante la gravidanza può significativamente ridurre i sintomi depressivi (rispettivamente, gruppo 1 e gruppo 2: 12.0% vs. 23.6%; OR= 2.26; 95% CI: 1.13-4.52) e i sintomi ansiosi (rispettivamente, gruppo 1 e gruppo 2: 5.0% vs. 18.0%; OR= 4.18; 95% CI: 1.50-11.59) nel periodo postpartum.
Sono state riscontrate delle differenze tra i due gruppi, nel 1° mese postpartum, nell’indice di Sintesi di Salute Mentale (MCS) dell’SF-36, maggiore nel gruppo 2 (p=.011) rispetto al gruppo 1; non sono state trovate altresì differenze nell’indice di Sintesi di Salute Fisica (PCS) tra i due gruppi. Sempre nel 1° mese postpartum, le donne del gruppo 1 riportavano alterazioni in 3 delle 4 dimensioni di salute mentale dell’SF-36. Le madri appartenenti al gruppo 2 mostravano punteggi al PCS significativamente peggiori al 6° mese (p=.021), mentre la media dei punteggi al PCS del gruppo 1 era più alta del gruppo 2, durante il 1° anno postpartum. Infine, il dominio della Salute Generale Percepita dell’SF-36 appariva migliore nel gruppo 1, al 12° mese di valutazione post parto (p=.036).
I sintomi ansiosi e depressivi risultano più alti, come peggiore risulta la salute mentale percepita, nelle madri reclutate al 1° mese postpartum (quindi non sottoposte a screening in gravidanza). Questi risultati suggeriscono l’importanza dello screening precoce nel favorire una significativa riduzione del distress o di psicopatologia nel periodo postpartum, oltre a promuovere un benessere globale.
Ulteriori studi sono necessari – ampliando il periodo di valutazione e focalizzando l’attenzione sui fattori di rischio, sugli strumenti utilizzati e sulle modalità di valutazione, tra gli altri – per fornire maggiori informazioni e favorire una comprensione più ampia delle dinamiche che interessano la donna, e non solo, in questa epoca così complessa.
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