Questo lavoro prende spunto dalla constatazione che molto spesso i testi scolastici non menzionano affatto Achille Campanile. Obiettivo primario dell’elaborato è pertanto quello di rilanciare un autore frequentemente sottovalutato dai critici italiani, mettendo in evidenza l’originalità e l’unicità della tecnica narrativa di una delle personalità cardine della letteratura umoristica contemporanea. Infatti, se a tratti la produzione letteraria campaniliana potrebbe richiamare certi aspetti delle correnti coeve allo scrittore - primo tra tutti il movimento futurista - essa non si rispecchia pienamente in nessuna di esse. Dopo aver passato in rassegna i testi dei principali teorici del comico di fine Ottocento e inizio Novecento, fulcro del genere comico-umoristico, l’intento della mia indagine è collocare Campanile nel panorama degli scrittori e delle correnti comico-umoristiche a lui contemporanei, attraverso l’analisi di passi tratti da alcune delle sue opere. Sono dapprima oggetto d’esame i meccanismi dei quali l’autore si è servito per far scaturire il riso nel lettore (o, nel caso di testi teatrali, nello spettatore), al fine di porre in rilievo le peculiarità e le caratteristiche della narrativa dell’autore. L’analisi procede poi per nuclei tematici e si conclude con il raffronto tra romanzi e testi teatrali di Campanile.