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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-03272025-103251


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
BENETTI, GIACOMO
URN
etd-03272025-103251
Titolo
L'impiego delle artiglierie di medio e piccolo calibro nella lotta antiaerea
Dipartimento
SCIENZE POLITICHE
Corso di studi
SCIENZE MARITTIME E NAVALI
Relatori
relatore Bianchi, Angelo
Parole chiave
  • Artiglierie
  • Cannoni
  • Energia diretta
  • Minacce aeree
Data inizio appello
15/04/2025
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
15/04/2095
Riassunto
Il riattualizzarsi della crisi mediorientale ha comportato il rinnovarsi di vecchi attriti mai realmente sopiti e ha favorito l’entrata di nuovi attori sul teatro mondiale.
Tra questi ultimi va sottolineata l’iniziativa degli Houthi che, mossi da ragioni politico strategiche dichiarate legate al conflitto in corso a Gaza, hanno messo in atto azioni offensive nel tentativo di ostacolare selettivamente il transito marittimo commerciale lungo le rotte del Mar Rosso e del Golfo di Aden (Anti Access / Area Denial – A2 / AD).
In tale ambito, non avendo alcuna Marina, gli Houthi non intervengono direttamente in mare ma operano “da remoto”, impiegando un’ampia gamma di droni e missili antinave, sia balistici sia con tradizionale traiettoria sea skimmer, ovvero con profilo di volo che, generalmente, porta il missile vicino alla superficie del mare, al fine di rendere più difficoltosa la sua scoperta con radar e sensori.
Dato che la minaccia è rappresentata dall’uso estensivo di droni e di missili, potrebbe sorgere il dubbio che questi mezzi, sensibilmente più veloci di una nave militare, possano esporre le unità d’altura a un maggior livello di rischio. Per compensare a questo pericolo i gruppi navali hanno sviluppato numerosi strumenti di difesa per rendere inefficaci eventuali attacchi.
La più elementare misura di protezione è la manovra. Operando da remoto, infatti, i missili lanciati contro un bersaglio navale impiegano del tempo per raggiungere l’area. Questo permette ai sistemi di sorveglianza di dare tempestivamente l’allarme e, quindi, permette all’unità di cambiare gli elementi del moto, obbligando il sistema di navigazione del missile a ricalcolare la traiettoria. Ciò richiede più o meno tempo a seconda dello sviluppo tecnologico degli apparati montati sull’arma in avvicinamento.
Ma le misure difensive non si limitano alle variazioni del moto. Anche le navi, infatti, sono equipaggiate con le migliori soluzioni tecnologiche disponibili e sono in grado di contrastare efficacemente un ventaglio di possibili minacce multidimensionali. In questo ambito, i sistemi di sorveglianza imbarcata si avvalgono di capacità “early warning” caratterizzata dall’insieme di velivoli imbarcati con il supporto dei sistemi di allarme satellitare. Le navi si possono anche avvalere dei sistemi di inganno e disturbo elettromagnetico che vanno dagli apparati elettronici ai razzi per il lancio delle chaff.
Un ruolo cruciale per la difesa da queste minacce tridimensionali spetta ai sistemi di “difesa di punto” denominati CIWS (Close – in Weapons System). Questi sistemi d’arma sono l’ultima linea prima che il missile colpisca la nave, dopo che sia risultato vano l’impiego di contromisure elettroniche. I sistemi CIWS rilevano e distruggono i missili ed eventuali aerei nemici in arrivo nella fase finale della traiettoria che sono riusciti a penetrare attraverso i precedenti livelli di difesa.
Tutte le moderne navi da guerra, specialmente quelle più grandi, sono dotate di qualche dispositivo CIWS ma il loro impiego è specchio di due filosofie operative.
La prima è di matrice statunitense, basata su una combinazione di radar, computer e cannoni rotanti a canna multipla a fuoco rapido posizionati su torrette. Famoso è il sistema Vulcan Phalanx CIWS, dotato di sei cannoncini rotanti Vulcan da 20 mm. Con un raggio d’azione efficace massimo di circa 1.500 m, il Phalanx crea un vero e proprio muro di metallo pesante che dovrebbe abbattere l’ordigno in avvicinamento.
La seconda filosofia, di matrice italiana, prevede l’impiego di cannoni come il 76/62 SR (Super Rapido), costruito dalla Leonardo S.p.A. Il 76/62 SR è un cannone navale a fuoco rapido senza rivali quanto a prestazioni, oltre che caratterizzato da notevole flessibilità di impiego dato che può essere sfruttato per la difesa aerea in generale e in ruolo antinave con vari tipi di munizionamento appositamente progettati. L’elevatissima cadenza di tiro permette di sparare proiettili a frammentazione con spoletta di prossimità a distanze d’ingaggio sensibilmente elevate. Lo scopo non è necessariamente quello di distruggere il missile, bensì di danneggiare le superfici di volo e, quindi, di deviare la sua traiettoria.
Una operazione aeronavale è normalmente più ampia e complessa, dove lo scenario multidominio e multicaccia prevede l’esercizio ad un più alto grado di coordinamento e di controllo di tutti i mezzi e gli assetti organici disponibili. Spetta al Comandante della Forza Navale e ai Comandanti delle varie forme di lotta coadiuvare lo sforzo difensivo di tutti i sistemi che abbiamo precedentemente e brevemente accennato.
Si può, dunque, notare come la difesa tanto di una singola unità quanto di un sistema di più alto coordinamento sia basato su più livelli con particolari regole di ingaggio e in questi l’artiglieria ricopre un ruolo importante. Il lavoro che verrà esposto in questa tesi vuole rivolgersi a tutti coloro i quali si affacciano al mondo della cordite affascinati dalle grandi corazzate della Seconda Guerra Mondiale.
Da allora le tecnologie sono ampiamente migliorate diventando sempre più veloci, distruttive, precise e letali. È bene ricordare come queste minacce non sono qualcosa di distante o irreale, sembra dunque opportuno un lavoro che tratti di un argomento così vicino.
Sarà mia premura, in qualità di autore, guidare il lettore attraverso i capitoli fornendo dapprima delle nozioni di base della materia, parlando dei principi che regolano il comportamento fisico delle armi, passando poi ai principali avversari che si possono incontrare nella lotta al di sopra della superficie. Si studieranno poi le principali armi in dotazione, analizzando brevemente la loro storia, le caratteristiche meccaniche, i loro punti di forza e gli impieghi pratici. Infine si tratteranno, seppur brevemente, quei progetti in fase di sviluppo che si prefiggono di portare le artiglierie verso un cambiamento epocale.
Gli argomenti spazieranno su più temi, tutti propedeutici alla comprensione dell’uso della artiglieria navale e di quanto questa, con i dovuti aggiornamenti, sia ancora efficace contro sfide e minacce sempre più evolute.
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