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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-03262025-224433


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
BRICCO, JACOPO
URN
etd-03262025-224433
Titolo
La questione tedesca
Dipartimento
SCIENZE POLITICHE
Corso di studi
SCIENZE MARITTIME E NAVALI
Relatori
relatore Prof. Giannotti, Andrea
Parole chiave
  • Impero
  • questione tedesca
  • spirito tedesco
Data inizio appello
15/04/2025
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
15/04/2065
Riassunto
Il popolo tedesco, oggi identificato con la Germania, si rivela un importante oggetto di studio nel mondo della geopolitica europea. Inquadratosi parzialmente come nazione già al termine del diciannovesimo secolo, soffre ancora adesso di quello che viene definito nomadismo geopolitico , soggetto ad una costante aura di incertezza geopolitico-esistenziale, e capire cosa sia tedesco e dove si trovi la Germania è per certi versi una questione che sfiora la metafisica .
Durante la storia di questo Paese, dal 1871 sino ad oggi, ci sono dei concetti cui è importante fare riferimento al fine di meglio comprendere il corpus attorno a cui si sono delineate l’ideologia e gli obiettivi di questo popolo. Sebbene nel tempo il territorio tedesco abbia accolto governi e personalità di diverso stampo politico, si sia visto diviso, poi amministrato da potenze straniere e ancora oggi non riesca a giocare al suo gioco, i tedeschi hanno sempre tenuto a mente i loro obiettivi, eretti su alcuni pilastri che sono fondamento insostituibile di un’intera nazione, ancor di più di un popolo.
Nella vicenda tedesca è prevalente fra tutti e centrale il concetto di Lebensraum , ovvero di “spazio vitale”. Questa parola raccoglie in sé un significato molto profondo, e molto spesso basta citarla per trovare la spiegazione di molte vicissitudini che hanno interessato il popolo tedesco. Dobbiamo immaginarci un’Europa agli albori ma ormai formata, con i suoi equilibri e le sue dispute fra nazioni, ora sotto un proprio nome e intra confini su carta. È la seconda metà del diciannovesimo secolo, quando la Germania nasce, spingendo preminentemente verso l’Europa centro-orientale, alla ricerca del Lebensraum che il popolo riunificato avrebbe avuto bisogno per il suo sostentamento. Da questo momento nasce, sia sul piano socioculturale che fisico-territoriale, quello che diventerà il sempiterno obiettivo cui aspirerà costantemente lo stato tedesco, la ricerca dello spazio vitale. Correlato al Lebensraum è quindi profondamente intrecciata la “spinta verso oriente”. È infatti a est che la Germania trova un territorio convenevole ai suoi interessi, ed è ivi che vi riconosce la presenza delle sue radici, la terra che storicamente era già stata oggetto di popolamento germanico .
Relativamente al Lebensraum troviamo poi conseguentemente i sotto citati concetti.
L’Anschluss, letteralmente “inclusione”, è noto come l’obiettivo di annessione dell’Austria alla Germania, che implicava la creazione di un limes unicum entro cui potessero trovare la propria patria tutti i tedeschi. Questo orizzonte geopolitico fu abbandonato quando l’allora cancelliere prussiano, Otto von Bismarck, decise di non unificare la Germania attraverso la “grande soluzione tedesca”, ma optando per la “piccola soluzione”; l’idea venne poi ripresa e realizzata da Adolf Hitler nel 1938 .
Su un piano più politico che territoriale, ma comunque basato sul concetto di “spazio vitale”, troviamo l’idea di “grande potenza”, da cui l’aspirazione di una superpotenza tedesca influente nel mondo. Soprattutto nell’epoca delle grandi potenze emergenti, era importante conquistarsi il primato nel mondo negli ambiti economico, politico e territoriale (coloniale). Su questi obiettivi si basò infatti la Germania imperialista del primo decennio del Novecento e successivamente quella nazionalsocialista del Führer.
Di tutti questi termini prevalentemente politico-ideologici sulle aspirazioni territoriali, legate al mondo geopolitico, è importante sottolineare invece da un punto di vista sociale il termine da cui trae origine tutto, ovvero la “germanicità” (deutschtum); il termine grazie al quale fu possibile distinguere chi sono i tedeschi, cosa è tedesco. Tedesco è chi condivide la cultura, gli usi, i costumi ma soprattutto la lingua, considerato parametro imprescindibile e determinante della purezza della razza germanica. Sono infatti importanti in merito i discorsi che il filosofo Johann Gottlieb Fichte tenne agli inizi dell’Ottocento a Berlino, in cui egli sottolineò l’importanza della lingua tedesca, e di come questa riesca a influenzare gli usi e i costumi, se non che l’ideologia di un intero popolo, identificando i tedeschi come veramente puri, e non soggetti alle influenze esterne che inquinerebbero lo spirito germanico. Insieme a lui anche lo scrittore Ernst Moritz Arndt e il “padre tedesco della ginnastica” Friedrich Ludwig Jahn che rappresentarono la razza germanica non solo come spiritualmente e culturalmente superiore alle altre, ma anche più feconda e biologicamente più forte.
Per cui, l’intento di questa tesi sarà quello di sviscerare la controversa storia di un popolo, che si trovò sin dalla sua unificazione in un contesto geopolitico difficile, e che nel corso degli anni ha saputo plasmare l’Europa, anche attraverso alcuni dei suoi capitoli più bui. Per cui analizzeremo il popolo tedesco attraverso le diverse fasi della sua storia, partendo dall’unificazione tedesca, nelle braccia della Realpolitik bismarckiana, passando alla politica dell’età guglielmina, terminata nel 1918 con la repubblica di Weimar; capitolo significativo quello siglato dalla “tregua” di Versailles e il successivo avvento dell’aggressivo nazionalsocialismo hitleriano. La Germania, nonostante le pesanti sconfitte territoriali e morali subite, al termine del Secondo conflitto mondiale si vede nuovamente spartita. Mentre si sta ormai formando la futura Europa, il territorio tedesco diventa campo di battaglia della Guerra Fredda; un periodo non del tutto passato che vede ancora spaccature di pensiero nell’espressione politica odierna.
Non riuscendo a storicizzare gli orrori del nazismo, la Germania ripudia tutti quegli atteggiamenti che possano alludere a un suo ritorno, e, non riuscendo a svincolarsi dagli effetti che la Guerra Fredda ha prodotto sul suo popolo, rimane preda di pregiudizi di stampo politico, restando così immersa nel passato che non passa .
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