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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-03252025-121554


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale LM5
Autore
RAGGI, REBECCA
URN
etd-03252025-121554
Titolo
Intelligenza Artificiale e proprietà intellettuale: il ruolo del brevetto
Dipartimento
GIURISPRUDENZA
Corso di studi
GIURISPRUDENZA
Relatori
relatore Prof.ssa Kutufà, Ilaria
Parole chiave
  • ai act
  • brevetto
  • diversificazione del rischio
  • intelligenza artificiale
  • proprietà intellettuale
  • regulatory sandboxes
Data inizio appello
14/04/2025
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
14/04/2095
Riassunto
L'elaborato si pone l'obiettivo di individuare una tutela applicabile alle nuove macchine artificiali.
Dopo aver dato conto dell'evoluzione del concetto di "Intelligenza artificiale", dalla nascita del termine (anni ’50) sino ai giorni nostri, e dei tentativi di disciplina compiuti dall'Unione Europea, in particolare dal Parlamento Europeo e dalla Commissione Europea, la nostra attenzione si soffermerà sull'atto europeo considerato "la prima legge in materia di intelligenza artificiale": l'AI Act.
In particolare, cercheremo di risolvere alcune questioni che il tema pone: dal problema definitorio al problema circa la necessaria regolamentazione della materia.
Come verrà più volte ribadito, infatti, la materia dell’intelligenza artificiale, considerate le caratteristiche che la contraddistinguono, in particolare la rapidissima evoluzione, soffre la mancanza di una definizione universalmente accettata e non obsoleta.
Per questo, si menzioneranno le definizioni più rilevanti ai nostri fini: la definizione contenuta nell’AI Act, quella del MIT e quella del Parlamento Europeo.
Si tratta di una premessa necessaria per occuparsi dell’ulteriore problema dell’IA: la mancanza di un intervento legislativo volto a disciplinarla.
Dopo aver chiarito che l’ambito unionale è il miglior modo per disciplinare l’Intelligenza Artificiale, così da garantire un’uniformità sul territorio europeo lasciando alcuni spazi di manovra ai singoli Stati Membri, l’elaborato intende occuparsi dei tentativi di disciplina compiuti dalla Commissione Europea e dal Parlamento Europeo e che configurano le premesse necessarie all’emanazione dell’AI Act: si intende l’atto europeo sull’Intelligenza Artificiale che occuperà un’ampia parte del Capitolo dovendo indicare struttura, fonti e obiettivi e le varie novità ivi contenute: dalla diversificazione del rischio che un sistema artificiale può comportare, alle regulatory sandboxes, passando per i necessari requisiti per l’immissione nel mercato di macchine intelligenti, diversi a seconda del rischio che la macchina comporta.
Il capitolo secondo, che configura la parte centrale dell'intero elaborato, alla luce delle regole inserite nell'Ai Act e considerate le caratteristiche delle macchine artificiali, guarda al diritto di proprietà intellettuale, in particolare al diritto di brevetto, come tutela applicabile ai sistemi artificiali. Preso atto dell’impossibilità, allo stato attuale e in virtù del diritto brevettuale vigente, di considerare le macchine artificiali quali “inventori”, essendo impossibile riconoscere loro una forma di personalità giuridica, la nostra attenzione ha riguardato le possibili persone che, entrando in contatto con il sistema intelligente, possono essere considerate “inventrici” dell’opera.
Successivamente si è considerata la possibilità di macchine intelligenti quali oggetto di brevetto e l’utilizzo dell'intelligenza artificiale per valutare i requisiti di brevettabilità previsti dalla normativa nazionale.
L'elaborato si conclude con la valutazione delle opportunità, dei rischi e dei costi dell'intelligenza Artificiale. Si faranno alcuni esempi concreti di utilizzi o possibili utilizzi delle nuove tecnologie in alcuni settori: l'ambito legale, medico e i possibili utilizzi da parte delle Camere di Commercio.
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