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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-03252025-110434


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
DEMARIANO, GIUSEPPE
URN
etd-03252025-110434
Titolo
COGNITIVE WARFARE: ANALISI DELL'APPROCCIO “WHOLE OF SOCIETY” COME STRATEGIA PER LA DIFESA E PER LA SICUREZZA NAZIONALE
Dipartimento
SCIENZE POLITICHE
Corso di studi
SCIENZE MARITTIME E NAVALI
Relatori
relatore C.F. (AN) Altiero, Oscar
Parole chiave
  • cognitive warfare
  • destabilizzazione
  • guerra cognitiva
  • influenza
  • intelligence
  • sicurezza nazionale
  • società
  • whole of society intelligence approach
Data inizio appello
14/04/2025
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
14/04/2028
Riassunto
Questa tesi analizza la guerra cognitiva, un nuovo tipo di conflitto che sfrutta la manipolazione dell'informazione e delle percezioni per raggiungere obiettivi politici o strategici. Si concentra sull'approccio "Whole of Society", un modello che coinvolge non solo le istituzioni governative e militari, ma anche la società civile, le imprese e i cittadini, per creare una rete di resilienza collettiva contro le interferenze informative.
La tesi inizia con una panoramica della trasformazione della guerra moderna. La guerra tradizionale, caratterizzata da scontri militari diretti, si è evoluta in scenari più complessi, in cui il dominio dell'informazione e la manipolazione della percezione svolgono un ruolo fondamentale. Si esaminano le opere di Clausewitz e Sun Tzu per contestualizzare storicamente questa evoluzione, evidenziando l'importanza della comprensione della natura del conflitto e dell'influenza psicologica. L'analisi si concentra poi sull'evoluzione della guerra ibrida e della guerra nella zona grigia, sottolineando la crescente importanza delle operazioni psicologiche (PsyOps) e della guerra informativa (Information Warfare). Queste ultime vengono differenziate, e si spiega come siano entrambi concetti che anticipano e sono inclusi nella guerra cognitiva.
La tesi approfondisce la dimensione cognitiva del conflitto, esplorando come la mente umana elabora le informazioni e come i bias cognitivi e le euristiche possono influenzare le decisioni. Si analizza la teoria dei due sistemi di pensiero di Kahneman per spiegare l'approccio intuitivo e quello razionale nella presa di decisioni. Questo aiuta a comprendere come la guerra cognitiva sfrutti queste vulnerabilità cognitive per manipolare le opinioni e i comportamenti.
L'analisi si concentra poi sugli obiettivi e sulle tecniche della guerra cognitiva. Gli obiettivi principali sono la destabilizzazione e l'influenza delle popolazioni target. La destabilizzazione viene raggiunta attraverso la disgregazione del tessuto sociale, la diffusione della disinformazione e l'incitamento alla discordia. L'influenza, invece, mira a manipolare le percezioni e le opinioni per raggiungere specifici obiettivi strategici. La tesi descrive vari strumenti e tecniche, tra cui campagne di disinformazione, manipolazione degli algoritmi dei social media, creazione di notizie false e reti di bot, e sfruttamento dei bias cognitivi. Si approfondisce inoltre il ruolo delle tecnologie emergenti, come i deepfake, e il loro potenziale impatto nella guerra cognitiva.
Un'ampia parte del lavoro si concentra sul ruolo dell'intelligence e sul suo contributo alla guerra cognitiva. Vengono analizzate le principali funzioni dell'intelligence: la consapevolezza situazionale, la spiegazione e la previsione. La tesi sottolinea l'importanza dell'intelligence nella raccolta e nell'analisi delle informazioni per migliorare il processo decisionale, ridurre l'incertezza e prevedere le azioni degli avversari. Si esplorano le varie discipline dell'intelligence (OSINT, HUMINT, SIGINT, IMINT, MASINT, FABINT) e il loro utilizzo nel contrastare le tattiche di guerra cognitiva. Viene esaminata la struttura organizzativa dei servizi di intelligence italiani, evidenziando il loro quadro giuridico, la collaborazione e la supervisione. Si discutono le sfide dell'attività di contro-intelligence e la necessità di mantenere standard etici.
L'approccio "Whole of Society" viene proposto come contropiede strategico alla guerra cognitiva. Si analizzano le vulnerabilità intrinseche degli Stati democratici alla manipolazione e alla disinformazione, e il concetto di democratizzazione dell'influenza, in cui chiunque può pubblicare e diffondere informazioni, potenzialmente sconvolgendo le strutture di potere tradizionali. La tesi contrappone la vulnerabilità delle democrazie agli ambienti informativi più controllati degli Stati autoritari. Viene sottolineata l'importanza di rafforzare la resilienza democratica promuovendo il pensiero critico, l'alfabetizzazione mediatica e il coinvolgimento dei cittadini.
Seguono studi di caso su campagne di guerra cognitiva condotte dalla Russia (IRA), dalla Cina (TikTok) e in relazione al conflitto israelo-palestinese. Questi casi evidenziano le diverse tecniche utilizzate, gli obiettivi perseguiti e le implicazioni di queste campagne.
Infine, la tesi discute le implicazioni etiche e giuridiche della guerra cognitiva, esplorando i dilemmi legati all'uso di tattiche non cinetiche e al principio della legittima difesa. Si analizzano le sfide nell'istituire linee guida chiare per questo dominio emergente del conflitto, e la necessità di un approccio olistico che promuova la resilienza sociale e salvaguardi i valori democratici. La conclusione ribadisce l'importanza di un approccio collaborativo, la necessità di rafforzare le capacità di intelligence e la coltivazione del pensiero critico tra i cittadini per contrastare efficacemente la guerra cognitiva.
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