La neuroestetica indaga le basi neurobiologiche del fenomeno dell'arte, dal lato sia della creazione sia della fruizione. Nasce a metà degli anni '90 grazie agli studi di Semir Zeki sulla relazione fra corteccia visiva e arte e da allora numerosi sono stati gli ambiti di ricerca avviati. Questa tesi si propone di farne una rassegna il più possibile completa che, partendo dagli studi di psicologia della percezione avviati dalla Gestalt, arriva alla neuroestetica propriamente intesa di Semir Zeki, Vilayanur S. Ramachandran e Jean-Pierre Changeux; alla scoperta dei neuroni specchio e alle loro conseguenze sull'empatia estetica e sulla relazione attore-spettatore nella performance teatrale; infine, alla neurostoria dell'arte di John Onians. L'obiettivo è quello di mostrare la possibilità effettiva di un dialogo fra due culture apparentemente distanti come quella artistica e quella neuroscientifica.