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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-03202025-123206


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
MICUCCI, ALESSANDRO
URN
etd-03202025-123206
Titolo
Evoluzione della sicurezza nazionale: definizione delle strategie ostili e delle tecnologie correlate per il dominio subacqueo
Dipartimento
SCIENZE POLITICHE
Corso di studi
SCIENZE MARITTIME E NAVALI
Relatori
relatore Prof. Lesti, Saverio
Parole chiave
  • Dimensione Sottomarina
  • Infrastrutture critiche sottomarine
  • Marina Militare
  • Sabotaggi ai cavi
Data inizio appello
14/04/2025
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
14/04/2065
Riassunto
Lo scopo della tesi è stato quello di stabilire la sicurezza nazionale su un teatro operativo marittimo diverso da quello convenzionale (la superficie), eppure molto attenzionato dai principali attori del panorama globale: la dimensione subacquea. L’ambiente sottomarino recita un ruolo chiave nella gestione della sicurezza marittima, che è uno dei temi di maggior interesse personale per accrescere il mio bagaglio personale ed essere sempre preparato alle sfide che si presenteranno nel contesto lavorativo, in qualità di Ufficiale di Vascello della Marina Militare italiana. L'importanza strategica ed economica della dimensione subacquea ha registrato una crescita esponenziale negli ultimi anni; è noto come una delle più evidenti conseguenze della globalizzazione sia quella dell’interdipendenza delle economie nazionali e in tale scenario geopolitico questa nuova dimensione, spesso inglobata in quella marittima, sta diventando sempre più contesa, oggetto di sfruttamento, di competizione e di rivalità. È sufficiente osservare come oltre il 90% delle telecomunicazioni del pianeta viaggi attraverso cavi sottomarini. Il perché si faccia un “totale” affidamento alla connessione digitale passante per i cavi sottomarini è molto semplice; i satelliti si muovono con tempi di percorrenza maggiori per garantire l’interconnessione su scala globale, a cui si aggiungono i problemi di congestione della rete, causate dalla crescente richiesta di connessione da parte degli utenti. Il cavo sottomarino, al contrario, è una fonte di rete fissa, appositamente costruito e posato sul fondo del mare per trasportare comunicazioni ed informazioni su una rete dati oppure energia elettrica su una rete tra due sponde. La rapida evoluzione storica (vds. Sezione I, Capitolo 1) dei cavi ha consentito un impiego non solo civile, ma anche militare; questo conferì forti interessi strategici ad appannaggio statale, che ne permisero una rapida diffusione come principale mezzo di comunicazione. Fino alla Guerra Fredda i cavi sottomarini potevano considerarsi intrinsecamente sicuri, viste le profondità inaccessibili per l’uomo in cui avveniva la posa, ma oggigiorno non si può dire più lo stesso; infatti, con la proliferazione delle moderne tecnologie e la nascita di strategie ostili molto efficaci e a basso costo, rendono queste strutture vulnerabili e, dunque, da proteggere. Non a caso i gasdotti, le dorsali dati e le piattaforme estrattive che giacciono sul fondale marino vengono definite come Critical Undersea Infrastructure. L’oggetto di studio è partito quindi dal profilo di minaccia nei fondali marini, che ha assunto recentemente il nome di “Seabed Warfare” (vds. Sezione II, Capitolo 1), poiché l’esistenza di minacce ibride e asimmetriche da parte di organizzazioni e soggetti statali e non statali rendono vulnerabili gli interessi del nostro Paese e non solo. Sebbene sia controintuitivo, la connessione digitale che usiamo ogni giorno pende su un filo molto sottile e la maggior parte della popolazione mondiale ne è all’oscuro. Ad avvalorare la tesi, richiamo all’attenzione un evento occorso nell’isola di Tonga il 15 gennaio 2022, quando un’eruzione ha distrutto l’unico cavo sottomarino presente nell’isola per le comunicazioni Internet: Tonga è rimasta isolata a livello digitale dal mondo intero per ben tre settimane. Tuttavia, ciò che preoccupa maggiormente le potenze mondiali sono i recenti atti di sabotaggio, come quello occorso al gasdotto Nord Stream nel 2022 (vds. Sezione IV, Capitolo 1). Questo evento ha richiamato l’attenzione sull’importanza di esercitare un’attenta vigilanza dei fondali marini, necessaria per la difesa delle infrastrutture subacquee ivi giacenti e degli interessi economici ad esse correlati, alla luce dell’ordinamento internazionale con la Convenzione di Montego Bay del 1982, considerando i profili di responsa¬bilità individuale o statale in caso di azioni malevole compiute in acque territoriali di uno Stato da un lato, o in acque internazionali dall’altro (vds. Sezione I-II, Capitolo II). In primo luogo, è stato necessario procedere ad una suddivisione di dette attività, ossia ponendo una distinzione tra quelle lecite come la pesca e le illecite, analizzandone la volontarietà; successivamente, è stato possibile studiare l’evento di Nord Stream del settembre 2022 in termini giuridici. Dallo studio effettuato sul regime giuridico che regola i cavi sottomarini, è emersa una carenza di norme specifiche che possano risolvere gli incidenti precedentemente menzionati. I motivi principali sono due: il primo è che la Convenzione del 1982 risale ad un periodo antecedente rispetto alla posizione particolarmente di rilievo che i cavi assumono al giorno d’oggi; il secondo è la responsabilità di giudicare presunti atti di sabotaggio che non è imputabile a nessuno Stato oltre il mare territoriale (vds. Sezione II, Capitolo II). Di conseguenza, molti Stati sfruttano questa “area grigia” attuando tattiche di guerra ibrida che risultano di difficile imputazione a livello internazionale; in tal senso, la Cina ha rilasciato dei brevetti per l’utilizzo di ancore appositamente impiegabili per il taglio di cavi (vds. Sezione I, Capitolo III). Anche la Russia è considerata una minaccia per via delle moderne tecnologie che ha sviluppato sul campo della subacquea, tra cui sistemi di controllo da remoto per i mezzi Unmanned. La corsa al riarmo tecnologico per la dimensione subacquea è già iniziata, con le principali potenze mondiali (USA, Russia e Cina) che si contendono un posto nel dominio subacqueo. A tal proposito, va specificato come per il nostro Paese non si parli ancora di dominio, bensì di dimensione. Infatti, per definizione, il dominio è l’insieme di un ambiente specifico associato alle capacità operative. Non si può parlare di dominio senza la commistione dell’ambiente specifico con le capacità operative espresse in quell’ambiente a cui si fa riferimento. Sono stati avviati numerosi programmi a livello NATO e UE di contrasto alle attività illecite, in particolare nel Mar Baltico che a causa della sua natura geologica (profondità di circa 80 metri); secondo l’International Cable Protection Committee ogni anno vengono danneggiati circa 150 cavi sottomarini in tutto il mondo, e il Mar Baltico è una delle aree a maggior rischio. Un dato preoccupante, che dimostra l’urgenza di effettuare operazioni di monitoraggio e protezione dei fondali marini (vds. Sezione II, Capitolo III). L’Italia non ha ancora sviluppato/definito una vera strategia sul campo della subacquea, a similitudine della Seabed Strategy francese (vds. Sezione IV, Capitolo III), eppure il Governo ha un piano organico molto ambizioso relativamente all’ambiente sottomarino, che verrà messo in atto dal Ministro per le Politiche del Mare (vds. Sezione I, Capitolo IV). A tal proposito, va menzionata la creazione del Piano del Mare, documento strategico che si occupa di tutti gli aspetti che ruotano attorno a questa risorsa, e l’istituzione del Polo Nazionale della Dimensione Subacquea (vds. Sezione II, Capitolo IV), che consente un approccio multidisciplinare, che coniughi differenti realtà istituzionali ed industriali, attraverso collaborazioni sul piano della ricerca scientifica, dello sviluppo e della cooperazione internazionale. La difesa e la padronanza dell’ambiente subacqueo non possono che essere tra i principali compiti della Marina Militare, che prevede la tutela di interessi e assetti strategici nazionali, tra cui le dorsali e corridoi per la trasmissione del traffico dati, così come le infrastrutture energetiche che assicurano servizi essenziali al Paese garantendo resilienza ed autonomia (vds. Sezione II, Capitolo IV). Le modalità di monitoraggio di superfici molto estese di mare con le risorse militari a disposizione sono tutt’oggi oggetto di studio, e le strategie in ottica di medio-lungo periodo sono ancora in fase di progettazione, ma grazie all’IA e all’avanzamento della tecnologia, la strada sembra quella giusta per assicurare una sorveglianza persistente, affidabile ed efficace. Infine, gli studi effettuati all’interno della tesi sono stati avvalorati da una testimonianza di vitale importanza per le prospettive future con sinossi della Dimensione Subacquea, ovvero quella del Capitano di Vascello Manuel Moreno Minuto, forte delle conoscenze tecnico-professionali sulle tematiche dell’Underwater e delle sfide per la sicurezza delle infrastrutture critiche subacquee (vds. Sezione III, Capitolo IV).
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