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Attraverso una più sistematica rilettura delle seppur esigue fonti testuali che la riguardano per il periodo, l’elaborato ambisce a ricollocare in maniera puntuale la Corsica all’interno delle principali dinamiche caratterizzanti lo spazio alto-tirrenico nei secoli dall’VIII al X secolo, tentando di gettar maggior luce su quel processo d’inserzione di tale realtà insulare nelle strutture politiche, amministrative ma anche religiose della prospiciente terraferma toscana che, già ben prima dell’avvio della stagione pieno-medievale dell’espansione mediterranea di Pisa, dovette condurre l’isola a risultare una sorta di “propaggine trasmarina” di questa regione peninsulare. Un processo d’integrazione che, dopo la perdita della Corsica da parte di Bisanzio e la sua plausibile conquista per opera dei Longobardi entro l’VIII secolo, si consolida formalmente nel IX secolo in relazione alla formazione della marca di Tuscia, l’organismo politico a cui l’autorità imperiale carolingia riconosce precisamente il compito di tutela militare dell’isola, pur a fronte delle reiterate rivendicazioni papali di sovranità su tale area insulare. In un Mediterraneo Occidentale così divenuto scenario d’intensa competizione e negoziazione diplomatico-militare tra Carolingi, Bizantini e Abbasidi, la Corsica si configura dunque come fluida frontiera strategica dalla centralità sinora insospettata, un ruolo destinato apparentemente però a eclissarsi nel corso del “lungo X secolo” che vedrà il passaggio dell’isola sotto la nuova signoria degli Obertenghi.


Through a more systematic reinterpretation of the albeit meagre textual sources for the period, the study aspires to relocate Corsica within the main dynamics characterising the upper Tyrrhenian space in the centuries from the 8th to the 10th century, attempting to shed more light on the process of insertion of this insular territory into the political, administrative and also religious structures of the facing Tuscan mainland, which, well before the start of the high medieval season of Pisa's Mediterranean expansion, must already have led the island to become a sort of ‘transmarine offshoot’ of this peninsular region. A process of integration that, after the loss of Corsica by Byzantium and its plausible conquest by the Lombards before the 8th century, was formally consolidated during the 9th century in relation to the formation of the march of Tuscany, the political entity to which the Carolingian imperial authority recognised precisely the task of military protection of the island, even in the face of repeated papal claims of sovereignty over this insular land. In a Western Mediterranean that had thus become the scene of intense diplomatic - military competition and negotiation between the Carolingians, the Byzantines and the Abbasids, Corsica thus emerged as a fluid strategic frontier with a hitherto unsuspected centrality, a role apparently destined, however, to fade away during the ‘long 10th century’ which saw the island pass under the new lordship of the Obertenghi.