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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-03162023-125005


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
BAGNOLI, ALICE
URN
etd-03162023-125005
Titolo
Le ripercussioni della pandemia da COVID-19 sulla violenza di genere
Dipartimento
SCIENZE POLITICHE
Corso di studi
SOCIOLOGIA E MANAGEMENT DEI SERVIZI SOCIALI
Relatori
relatore Biancheri, Rita
Parole chiave
  • covid-9 e violenza di genere
Data inizio appello
27/03/2023
Consultabilità
Tesi non consultabile
Riassunto
Nella tesi presentata abbiamo effettuato uno studio dei dati raccolti all'interno del «Quattordicesimo rapporto sulla violenza di genere della regione Toscana» per capire se l'emergenza generata dall'epidemia di coronavirus avesse o meno accresciuto non solo il rischio di subire violenza da parte delle donne ma anche il loro relativo accesso ai servizi presenti sul territorio toscano.
Nel primo capitolo si sono vagliati i più importanti mutamenti all'interno delle famiglie e della società dalla fine dell’Ottocento ad oggi, si è ritenuto opportuno effettuare un'analisi delle varie teorie sviluppatesi negli anni utilizzate dai sociologhi per spiegare il fenomeno della violenza contro le donne. L’analisi di questi elementi ci ha permesso di avere una visione critica nell'analizzare la violenza contro le donne.
Nel secondo capitolo ci si è concentrati sulla definizione di violenza di genere e sulle forme che essa può assumere (violenza domestica, fisica, psicologica, sessuale, ecc…). Oltre a spiegare i vari modi in cui la violenza può presentarsi, si è cercato di portare alla luce quelle che sono le caratteristiche più comuni che contraddistinguono sia chi commette la violenza che le vittime stesse.
Nel terzo capitolo si è ritenuto opportuno dare un quadro generale della normativa riguardante l’argomento trattato, partendo dalla legislazione europea, a quella italiana ed infine a quella toscana. Abbiamo illustrato anche le indicazioni che la Convenzione di Istanbul ha fornito agli stati firmatari della stessa. Per quanto riguarda la legislazione italiana si è evidenziata la legge 69 del 2019, detta CODICE ROSSO, che ha apportato importanti modifiche al Codice penale modificando pene e sanzioni previste per coloro che commettono violenza contro le donne ed eventuale violenza assistita. Per terminare con l’analisi della legge regionale 59 del 2007 «Norme contro la violenza di genere» che punta a promuovere attività di prevenzione e di contrasto alla violenza di genere. Rimanendo nell’ambito della regione Toscana si è provveduto ad illustrare i servizi a disposizione sul territorio, illustrando il funzionamento del Codice Rosa, percorsi previsti all’interno delle strutture ospedaliere, mirati alla presa in carico di vittime di violenza. I Centri Antiviolenza, luoghi di protezione a cui le donne possono rivolgersi e in cui possono trovare ascolto, supporto psicologico, legale e molti altri servizi e le case rifugio dove le donne vittime di violenza possono trovare e accettare di ricevere ospitalità nei casi in cui rimanere a casa non sia per loro sicuro. Abbiamo illustrato le funzioni e i compiti dei consultori familiari istituiti con la legge regionale 405 del 1975, per finire con il pronto intervento sociale che con l’ultimo Piano Nazionale degli interventi e servizi sociali è diventato un LIVEAS (livelli essenziali delle prestazioni sociali). In particolare, sul territorio toscano è presente il servizio SEUS, servizio di emergenza urgenza sociale, attivo 24h su 24 365 giorni l’anno, che si attiva in caso di emergenza e urgenza sociale, quando si ha la necessità di fornire alla persona una risposta immediata e tempestiva in modo qualificato.
Nell’ultimo capitolo ci si è concentrati sulla tesi centrale del nostro trattato, attraverso l'analisi dei dati raccolti sul «Quattordicesimo rapporto sulla violenza di genere della regione Toscana» possiamo affermare quanto segue. Per quanto riguarda i Centri Antiviolenza possiamo osservare un calo esponenziale del dato relativo agli accessi volontari; infatti, possiamo notare che nel 2020 solamente il 33,3% degli accessi è stato volontario, questo stesso dato nel 2019 era del 64,3%. Possiamo ipotizzare che la diminuzione di questo dato sia dovuta all'emergenza sanitaria e alla convivenza forzata con chi commette violenza, questa situazione potrebbe essersi prolungata anche nell'anno 2021. Altro dato importante per i Centri Antiviolenza riguarda gli accessi a questi servizi indirizzati tramite il numero nazionale 1522. Questo numero, nei periodi di convivenza forzata dovuti alla pandemia, ha fornito a molte donne una possibilità di ascolto, solitamente fornita dai Centri Antiviolenza, senza però dover uscire di casa.
Le case rifugio durante la pandemia hanno evidenziato una maggiore difficoltà rispetto ai Centri antiviolenza ad organizzare l’ospitalità delle donne ed a trovare nuove strategie per superare le difficoltà. Si riscontra la chiusura di tre strutture di protezione, questo ha comportato una diminuzione del numero di posti letto disponibili.
Rispetto al Codice Rosa possiamo osservare che nell’anno 2020 si evidenzia una riduzione di circa il 15% rispetto all’anno precedente, questo perché con l’insorgere dell’emergenza epidemiologica da COVID-19 le modalità con cui le donne vittime di violenza si sono rivolte ai servizi è cambiato; nel 2021 invece si evidenzia un aumento del 14,6% riportando il dato vicino a quanto osservato nel 2019.
Le attività dei consultori nel 2020 hanno registrato una diminuzione del numero degli utenti che hanno effettuato l’accesso, la contrazione più elevata si registra nei mesi di marzo, aprile e maggio a causa delle restrizioni dovute all’emergenza sanitaria; nello specifico per quanto concerne le prestazioni in favore di vittime di abuso o maltrattamento si parla di uno calo dello 0,75% rispetto all’anno precedente.
Per concludere, relativamente al servizio SEUS non è stato possibile effettuare lo stesso confronto come nel caso dei servizi precedenti, questo perché non si dispone delle informazioni dettagliate relative agli anni precedenti l’emergenza sanitaria.
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