• impugnazioni lodo irrituale

Questo elaborato dal titolo “Le impugnazioni del lodo irrituale” si focalizza sugli interrogativi che si sono originati in dottrina a seguito della riforma che ha introdotto l’art. 808-ter c.p.c., riconoscendo per la prima volta piena “dignità” all’arbitrato irrituale come fenomeno oggi previsto e disciplinato da norme di diritto positivo.
Oggi gli aggettivi “irrituale” e “libero” perdono il loro carattere connotativo per assumere un valore puramente denotativo, di mera etichetta.
Nonostante la sopraggiunta regolamentazione dell’istituto, perdura tutt’oggi l’interrogativo se l’arbitrato irrituale trovi tutta la sua disciplina unicamente all’interno dell’art. 808-ter c.p.c., soprattutto con riferimento alla tematica dei mezzi di impugnazione avverso il prodotto finale della procedura di arbitrato irrituale, oppure se risulti più convincente la tesi additiva ritenendo che ai motivi di annullabilità del lodo irrituale tipizzati dal legislatore nella norma in commento vi si sommino, per quanto in essa non previsto, le ulteriori ipotesi di annullabilità desumibili dal codice civile, in questo senso facendosi forti del fatto che il 2° comma dell’art. 808-ter c.p.c. parla espressamente di “lodo contrattuale” .
Risulta facile intuire come l’introduzione della “nuova norma” abbia determinato fin da subito il proliferare di posizioni contrastanti che hanno dato luogo ad una netta spaccatura nella dottrina, che la giurisprudenza di legittimità ha recentemente cercato di ricomporre fornendo un indirizzo che però sembra contrastare con l’intento del legislatore.