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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-03122025-155602


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale LM5
Autore
SOCCI, GIULIA
URN
etd-03122025-155602
Titolo
L’evoluzione dell’architettura teatrale en plein air: storia, forma e progetto, dal rito alla scena.
Dipartimento
INGEGNERIA DELL'ENERGIA, DEI SISTEMI, DEL TERRITORIO E DELLE COSTRUZIONI
Corso di studi
INGEGNERIA EDILE-ARCHITETTURA
Relatori
relatore Prof. Bertoncini Sabatini, Paolo
Parole chiave
  • architecture
  • architettura
  • Bramante
  • en plein air
  • garden
  • Genazzano
  • giardino
  • landscape
  • ninfeo
  • nymphaeum
  • paesaggio
  • parco
  • park
  • progetto
  • project
  • teatro
  • theatre
Data inizio appello
09/04/2025
Consultabilità
Completa
Riassunto
Il testo si pone come obiettivo la trattazione di un tema ampiamente studiato e affrontato nel corso dei secoli, quale la progettazione e la realizzazione del teatro all’aperto, visto pariteticamente come archetipo architettonico, modello di aggregazione sociale e centro propulsore della cultura e dell’intrattenimento. Una tipologia edificatoria diffusa e declinata in tutto il mondo, che ha attraversato i millenni evolvendosi sotto il punto di vista formale, strutturale, funzionale e tecnologico, seppur mantenendo intatta la propria natura primigenia che ha portato alla nascita e allo sviluppo di questo modello costruttivo.
Nel corso della trattazione analizzeremo gli sviluppi di questo modello architettonico, cominciando dagli albori della civiltà e giungendo fino ai giorni nostri, attraversando i secoli e toccando contesti territoriali profondamente diversi tra loro, partendo dal cuore dell’Europa, fino a trovare esempi nel lontano Oriente.
Questo viaggio inizia ai tempi della civiltà minoica, prosegue in Grecia e giunge nella Roma repubblicana e poi imperiale, seguendo gli studi di Vitruvio e le realizzazioni non solo dei più canonici teatri, ma anche delle arene e dei grandiosi anfiteatri. Il Medioevo, invece, porta con sé l’assenza quasi totale di queste strutture e concentra l’attenzione sulle esibizioni che avvenivano nelle strade e nelle piazze, e sulle rappresentazioni a tema sacro che si svolgevano negli ambienti religiosi sotto la supervisione del comparto ecclesiastico. È il Rinascimento che vede rifiorire l’arte dello spettacolo, grazie anche alle innovazioni tecnologiche e rappresentative, che portano ad un’evoluzione della macchina scenica in cui, tra le altre, l’invenzione della prospettiva gioca un ruolo fondamentale. Tuttavia, in questo periodo e nei secoli successivi, sebbene si assista a una notevole maturazione sia dal punto di vista architettonico che letterario, il modello del teatro all’aperto tende a scomparire, lasciando il posto da un lato a piccole rappresentazioni private nei giardini delle residenze signorili, e dall’altro alle strutture coperte che condurranno alla nascita del cosiddetto teatro moderno.
Infine, testimonianze riguardanti i teatri all’aperto si raccolgono nuovamente a partire dai primi del ‘900, quando la realizzazione di queste strutture ritrova slancio e riacquista vigore. È in questa fase che si assiste alla maturazione espressiva di questo modello e alla sua declinazione rispetto ai vari contesti in cui si colloca. Ciò apre la strada alla concezione contemporanea di tale tipologia architettonica, che diviene occasione per guardare a nuovi scopi realizzativi, che si allontanano dalla mera volontà di ospitare spettacoli e rappresentazioni, e abbracciano l’idea di diventare luoghi di ritrovo e poli di accentramento sociale anche quando le luci della ribalta sono spente e il sipario è chiuso.
È questa l’ottica sotto la quale vengono presentati i vari casi studio qui esaminati: architetture collocate in contesti e territori profondamente distanti, e caratterizzate da aspetti ed elementi progettuali significativamente differenti, ma accomunate dagli stessi propositi e dal medesimo spirito di aggregazione.
La seconda parte del presente testo comincia rivolgendo l’attenzione verso le opere di un eminente artista rinascimentale: Donato Bramante, del quale analizziamo soprattutto la produzione architettonica, con un focus particolare sul ninfeo realizzato per la famiglia Colonna nel borgo di Genazzano (Roma). È questo il polo centrale attorno a cui si è sviluppata la proposta di progetto descritta alla conclusione della trattazione, il contesto territoriale che accoglie l’idea di un teatro all’aperto all'interno di un parco pubblico: il Giardino di Artemide e il Teatro delle Ninfe.

The text aims to address a widely studied and explored theme over the centuries: the design and construction of open-air theaters, regarded equally as an architectural archetype, a model of social aggregation, and a driving force of culture and entertainment. This type of building, which has spread and evolved worldwide over millennia, has undergone formal, structural, functional, and technological transformations while preserving its original essence, that gave rise to and shaped this architectural model.
Throughout the discussion, we will analyze its development, starting from the dawn of civilization and reaching up to the present day, crossing centuries and deeply exploring different territorial contexts, beginning in the heart of Europe and extending to examples found as far away as the Far East.
This journey begins in the time of the Minoan civilization, continues through Greece, and arrives in Republican and later Imperial Rome, following the studies of Vitruvius and the construction of not only the most canonical theaters, but also arenas and grand amphitheaters. The Middle Ages, however, saw an almost total absence of these structures, shifting the focus to performances held in streets and squares, as well as sacred-themed representations staged in religious settings under the supervision of the ecclesiastical authorities. It was during the Renaissance that the art of performance experienced a revival, thanks in part to technological and representational innovations that led to the evolution of stage machinery, with the invention of perspective playing a fundamental role. Nevertheless, during this period and in the following centuries, although there was significant architectural and literary development, the open-air theater model tended to disappear, giving way, on the one hand, to small private performances in the gardens of noble residences and, on the other, to enclosed structures that would lead to the birth of the so-called modern theater.
Finally, traces of open-air theaters reappear at the beginning of the 20th century, when the construction of such structures regained momentum and vigor. This period marks the expressive maturation of the model and its adaptation to various contextual settings. This paved the way for the contemporary conception of this architectural type, which evolved beyond the mere purpose of hosting performances and representations, embracing the idea of becoming gathering places and social hubs even when the spotlight is off and the curtain is closed.
This is the perspective under which the various case studies examined here are presented: architectures located in profoundly different contexts and territories, characterized by significantly different design aspects and elements, yet united by the same purposes and spirit of social aggregation.
The second part of this text shifts attention toward the works of an eminent Renaissance artist: Donato Bramante. In particular, we will analyze his architectural production, with a specific focus on the nymphaeum built for the Colonna family in the village of Genazzano (Rome). This nymphaeum serves as the central focal point around which the proposed project described at the conclusion of this discussion was developed: the idea of an open-air theater within a public park — the Garden of Artemis and the Theater of the Nymphs.
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