Tesi etd-03092025-213841 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
SCARPATO, CLAUDIA
URN
etd-03092025-213841
Titolo
Le Metamorfosi a Verona: i miti ovidiani nei cassoni del Rinascimento
Dipartimento
CIVILTA' E FORME DEL SAPERE
Corso di studi
STORIA E FORME DELLE ARTI VISIVE, DELLO SPETTACOLO E DEI NUOVI MEDIA
Relatori
relatore Prof. Farinella, Vincenzo
Parole chiave
- cassoni
- iconografia
- Metamorfosi
- Ovidio
- Verona
Data inizio appello
04/04/2025
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
04/04/2095
Riassunto
L’oggetto di questa tesi è lo studio iconografico delle decorazioni pittoriche a ornamento dei cassoni veronesi, ispirate ai miti tratti dalle Metamorfosi di Ovidio.
L’elaborato si compone di due parti. Nella prima viene esaminata l’importanza della diffusione dei “cassoni” dipinti, intesi come insieme di tutti gli elementi di arredo decorati con soggetti profani, mitologici o storici che ornavano le dimore rinascimentali, in particolare quelli di ambito veronese.
L’analisi prende l’avvio dallo studio di Paul Schubring pubblicato nel suo Cassoni. Truhen und Truhenbilder der italienischen Frührenaissance. Ein Beitrag zur Profanmalerei im Quattrocento del 1915, che per primo diede lustro a questa produzione artistica, sottolineando il ruolo fondamentale svolto dagli artisti di area veronese tra Quattrocento e Cinquecento.
Nell’ambito di queste opere, l’attenzione viene rivolta a quelle che hanno per oggetto la rappresentazione di episodi tratti dai miti narrati da Ovidio nelle sue Metamorfosi, i cui temi, ricchi di significati allegorici, ben si adattavano all’espressione di valori e virtù ricercate dai committenti dell’epoca.
La diffusione iconografica delle Metamorfosi ovidiane venne favorita anche grazie alla pubblicazione delle edizioni illustrate dell’opera, che rappresentarono una fonte di ispirazione per gli artisti chiamati a decorare i “cassoni”. Tra queste, una delle più importanti fu l’Ovidio Metamorphoseos vulgare di Giovanni dei Bonsignori, pubblicato a Venezia nel 1497.
La seconda parte è organizzata in forma di catalogo e le opere oggetto di trattazione sono state selezionate tra quelle studiate e catalogate, per attribuzione, da Mattia Vinco in Cassoni. Pittura profana del Rinascimento a Verona del 2018.
In questa tesi, l’analisi dei “cassoni” viene effettuata attraverso il raggruppamento in capitoli degli stessi in base al mito ovidiano rappresentato e ordinati seguendo la sequenza propria dei Libri che compongono le Metamorfosi.
Ogni capitolo di questa parte si apre riportando la traduzione in italiano dei versi di Ovidio che raccontano il mito trattato. A questo segue il riassunto della storia narrata, arricchito dal suo significato allegorico e morale.
A tal punto, si sviluppa la vera e propria parte di catalogazione, attraverso l’esame delle opere ispirate al mito oggetto del capitolo stesso.
Dopo aver indicato l’attuale ubicazione, se conosciuta, e la storia collezionistica di ogni “cassone”, l’attenzione è rivolta alla descrizione dell’immagine posta a decorazione dello stesso. In primo luogo, l’analisi si concentra sulla ricerca delle attinenze tra le scene rappresentate nell’opera e quanto descritto nei versi di Ovidio. A questo proposito, è importante sottolineare come, in alcuni casi, dall’osservazione approfondita di quanto raffigurato, sono scaturiti dubbi circa la corretta interpretazione del mito che l’artista intendeva riprodurre.
In secondo luogo, sono stati ricercati eventuali modelli, precedenti alla realizzazione dell’opera, a cui l’artista potrebbe essersi ispirato.
In base allo stato di conservazione, alle caratteristiche proprie di ogni opera e al mito in esse rappresentato è stato possibile, in alcuni casi, individuare e, in altri, ipotizzare la loro funzione originaria.
In conclusione, per ciascun “cassone” sono riportate le osservazioni fornite dagli studiosi in merito all’attribuzione e alla datazione degli stessi.
Lo svolgimento di questo elaborato ha permesso, non solo di approfondire un argomento che è stato studiato da un numero limitato di storici dell’arte, quale quello dei “cassoni” veronesi, ma anche di evidenziare, ancora una volta, il ruolo centrale ricoperto dalle Metamorfosi di Ovidio come fonte di ispirazione per gli artisti rinascimentali.
L’elaborato si compone di due parti. Nella prima viene esaminata l’importanza della diffusione dei “cassoni” dipinti, intesi come insieme di tutti gli elementi di arredo decorati con soggetti profani, mitologici o storici che ornavano le dimore rinascimentali, in particolare quelli di ambito veronese.
L’analisi prende l’avvio dallo studio di Paul Schubring pubblicato nel suo Cassoni. Truhen und Truhenbilder der italienischen Frührenaissance. Ein Beitrag zur Profanmalerei im Quattrocento del 1915, che per primo diede lustro a questa produzione artistica, sottolineando il ruolo fondamentale svolto dagli artisti di area veronese tra Quattrocento e Cinquecento.
Nell’ambito di queste opere, l’attenzione viene rivolta a quelle che hanno per oggetto la rappresentazione di episodi tratti dai miti narrati da Ovidio nelle sue Metamorfosi, i cui temi, ricchi di significati allegorici, ben si adattavano all’espressione di valori e virtù ricercate dai committenti dell’epoca.
La diffusione iconografica delle Metamorfosi ovidiane venne favorita anche grazie alla pubblicazione delle edizioni illustrate dell’opera, che rappresentarono una fonte di ispirazione per gli artisti chiamati a decorare i “cassoni”. Tra queste, una delle più importanti fu l’Ovidio Metamorphoseos vulgare di Giovanni dei Bonsignori, pubblicato a Venezia nel 1497.
La seconda parte è organizzata in forma di catalogo e le opere oggetto di trattazione sono state selezionate tra quelle studiate e catalogate, per attribuzione, da Mattia Vinco in Cassoni. Pittura profana del Rinascimento a Verona del 2018.
In questa tesi, l’analisi dei “cassoni” viene effettuata attraverso il raggruppamento in capitoli degli stessi in base al mito ovidiano rappresentato e ordinati seguendo la sequenza propria dei Libri che compongono le Metamorfosi.
Ogni capitolo di questa parte si apre riportando la traduzione in italiano dei versi di Ovidio che raccontano il mito trattato. A questo segue il riassunto della storia narrata, arricchito dal suo significato allegorico e morale.
A tal punto, si sviluppa la vera e propria parte di catalogazione, attraverso l’esame delle opere ispirate al mito oggetto del capitolo stesso.
Dopo aver indicato l’attuale ubicazione, se conosciuta, e la storia collezionistica di ogni “cassone”, l’attenzione è rivolta alla descrizione dell’immagine posta a decorazione dello stesso. In primo luogo, l’analisi si concentra sulla ricerca delle attinenze tra le scene rappresentate nell’opera e quanto descritto nei versi di Ovidio. A questo proposito, è importante sottolineare come, in alcuni casi, dall’osservazione approfondita di quanto raffigurato, sono scaturiti dubbi circa la corretta interpretazione del mito che l’artista intendeva riprodurre.
In secondo luogo, sono stati ricercati eventuali modelli, precedenti alla realizzazione dell’opera, a cui l’artista potrebbe essersi ispirato.
In base allo stato di conservazione, alle caratteristiche proprie di ogni opera e al mito in esse rappresentato è stato possibile, in alcuni casi, individuare e, in altri, ipotizzare la loro funzione originaria.
In conclusione, per ciascun “cassone” sono riportate le osservazioni fornite dagli studiosi in merito all’attribuzione e alla datazione degli stessi.
Lo svolgimento di questo elaborato ha permesso, non solo di approfondire un argomento che è stato studiato da un numero limitato di storici dell’arte, quale quello dei “cassoni” veronesi, ma anche di evidenziare, ancora una volta, il ruolo centrale ricoperto dalle Metamorfosi di Ovidio come fonte di ispirazione per gli artisti rinascimentali.
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