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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-03072024-100303


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale LM6
Autore
PERTICI, ILARIA
URN
etd-03072024-100303
Titolo
Analisi comparativa tra crioterapia e chemioterapia topica nella gestione di cheratosi attiniche
Dipartimento
RICERCA TRASLAZIONALE E DELLE NUOVE TECNOLOGIE IN MEDICINA E CHIRURGIA
Corso di studi
MEDICINA E CHIRURGIA
Relatori
relatore Prof. Romanelli, Marco
Parole chiave
  • chemioterapia
  • cheratosi attinica
  • crioterapia
Data inizio appello
26/03/2024
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
26/03/2094
Riassunto
Le cheratosi attiniche sono lesioni della cute fotoesposta, derivanti da alterazioni dei cheratinociti con grado variabile di atipia, che rappresentano a tutti gli effetti precancerosi cutanee, con potenzialità variabile di evoluzione in carcinoma squamocellulare. Sono lesioni comuni nella popolazione anziana; la loro incidenza aumenta esponenzialmente dopo i 60 anni di età. Il principale fattore causativo è l’esposizione prolungata ai raggi UV; gli individui più colpiti sono quelli con cute chiara, capelli chiari/rossi, occhi chiari, efelidi, i soggetti con occupazioni all’ aperto e i soggetti con alcune sindromi geneticamente determinate. Le lesioni spesso si localizzano a livello del cuoio capelluto, del volto, del tronco, del dorso delle mani. Possono presentarsi come singole lesioni, ma più frequentemente sono multiple. Clinicamente appaiono come macule, chiazze, papule o placche ipercheratosiche su cute fotodanneggiata con caratteristiche diverse a seconda della variante. Possono essere sintomatiche e provocare dolore localizzato, prurito e bruciore. Inoltre, anche se trattate, possono presentare una tendenza alla ricorrenza nel tempo. La diagnosi è clinica, talvolta facile, ma può essere difficile la differenziale con altre dermatosi (carcinoma basocellulare, lupus discoide, cheratosi seborroica iniziale…). Se le lesioni presentano caratteristiche dubbie è indicata una biopsia per escludere l’ evoluzione in carcinoma squamocellulare. Le opzioni terapeutiche a disposizione si dividono in trattamenti diretti alla singola lesione e trattamenti del campo di cancerizzazione. Nella prima categoria rientrano la crioterapia, il laser, il curettage e l’escissione chirurgica. Nella seconda, invece, agenti topici (Diclofenac, Imiquimod, 5-fluorouracile, Tirbanibulina) e la fotodinamica. Nel presente studio sono state analizzate e confrontate, in termini di efficacia, soddisfazione e tollerabilità la Crioterapia e la Tirbanibulina. Abbiamo incluso 38 pazienti della UO Dermatologia Universitaria di Pisa in un periodo compreso tra Aprile e Dicembre 2023 e suddivisi in due gruppi di trattamento (i primi venti pazienti arruolati sono stati sottoposti a trattamento con chemioterapico topico mentre i successivi sono stati assegnati a trattamento crioterapico). I pazienti sono stati trattati al giorno 0 e valutati in un follow up a 8 giorno e in uno a 57 giorni. Le scale utilizzate sono state i questionari Skindex 16, TSQM 1.4, EPQ. Il presente studio, ha mostrato un’ efficacia clinica sovrapponibile delle due terapie. Nonostante anche la soddisfazione generale dei pazienti sia risultata sovrapponibile per i due trattamenti, è emersa invece una differenza nell’ efficacia percepita dai pazienti (maggiore nel gruppo trattato con Tirbanibulina). Questo dato potrebbe essere spiegata dal fatto che nello studio sono stati inclusi pazienti con campi di cancerizzazione fino a 25 cm2. La Tirbanibulina, infatti, è un trattamento indicato per i campi di cancerizzazione, che agisce anche sulla cute fotodanneggiata perilesionale e sulle lesioni subcliniche a differenza della Crioterapia, che sarebbe da preferire in caso di singola lesione. La comodità di utilizzo è stata valutata positivamente da entrambi i gruppi presi in esame, risultando sovrapponibile tra i due trattamenti. Entrambe le terapie si sono rivelate ben tollerate, con effetti avversi simili come livello di severità. È emersa una differenza nella distribuzione temporale, ascrivibile al diverso protocollo terapeutico. Nella valutazione dell’ impatto della patologia sulla vita quotidiana, analizzata prima e dopo il trattamento, le due terapie hanno mostrato un comportamento sovrapponibile, portando entrambe a un miglioramento della qualità di vita, anche se sono emerse differenze riguardo la riduzione dei sintomi percepiti (nei pazienti trattati con Crioterapia abbiamo osservato una maggiore riduzione).
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