Tesi etd-03052025-214837 |
Link copiato negli appunti
Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale LM6
Autore
SALVAGGIO, SARA
URN
etd-03052025-214837
Titolo
Terapia radiometabolica dell’adenoma tossico della tiroide con calcolo dosimetrico dell'attività di radioiodio: studio pilota su 17 pazienti
Dipartimento
RICERCA TRASLAZIONALE E DELLE NUOVE TECNOLOGIE IN MEDICINA E CHIRURGIA
Corso di studi
MEDICINA E CHIRURGIA
Relatori
relatore Prof. Santini, Ferruccio
correlatore Dott. Rocchi, Roberto
correlatore Dott. Rocchi, Roberto
Parole chiave
- adenoma tossico tiroide
- dosimetria
- radioiodio
Data inizio appello
25/03/2025
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
25/03/2095
Riassunto
Introduzione: Gli adenomi della tiroide sono tipicamente tumefazioni solitarie derivanti dall’epitelio follicolare. La maggior parte degli adenomi tiroidei non causa alcun sintomo e solo una piccola parte degli adenomi tiroidei è autonomamente funzionante, risultando ipercaptante o “caldo” alla scintigrafia con soppressione del parenchima circostante.
Le formazioni nodulari “calde” possono rimanere silenti oppure indurre una lenta alterazione della funzione tiroidea con progressiva riduzione dei livelli di TSH e conseguente sviluppo di ipertiroidismo clinicamente manifesto: si parla, in questo contesto, di “adenoma tossico di Plummer”.
L’adenoma tossico della tiroide può essere trattato somministrando antitiroidei di sintesi, per via chirurgica o tramite terapia radiometabolica.
La terapia radiometabolica a base di radioiodio rappresenta uno dei cardini del trattamento dell’adenoma tossico sin dagli anni ’40 dello scorso secolo.
L’attività di radioiodio da somministrare può essere calcolata secondo due diverse modalità:
-Metodo “standard”: viene somministrata un’attività fissa, empirica di 131I che si attesta intorno ai 15mCi (555MBq) e può lievemente variare in base al quadro complessivo clinico e morfo-funzionale tiroideo.
-Metodo personalizzato in base a stime dosimetriche: consente, sulla base di una serie di misure effettuate dopo la somministrazione di un'attività tracciante, di decidere l'attività ottimale da somministrare al paziente in funzione della dose che la tiroide dovrà assorbire.
Secondo le ultime linee guida della EANM (European Association of Nuclear Medicine), aggiornate nel 2023, la dose ottimale assorbita dalla tiroide varia a seconda del tipo di patologia da trattare e può essere quantificata in 300-400 Gy nel caso dell’adenoma tossico,.
Gli studi scientifici attualmente presenti in letteratura non documentano significative differenze di efficacia tra la terapia effettuata somministrando attività calcolate con metodi dosimetrici rispetto a quella effettuata con attività determinate su base empirica. È per questo che la modalità di scelta dell’attività di 131I da somministrare è argomento ancora molto controverso.
Vista la maggior precisione e la possibilità di stabilire un’attività ottimale sulla base delle caratteristiche del singolo paziente, riducendo l’esposizione a radiazioni, tramite metodo dosimetrico, quest’ultimo è stato scelto per trattare i pazienti che sono stati arruolati in questo studio.
Obiettivi: L’obiettivo primario di questo studio è di valutare l’efficacia terapeutica del trattamento dell’adenoma tossico della tiroide in termini di funzionalità tiroidea e di riduzione del volume nodulare somministrando un’attività di radioiodio calcolata con metodo dosimetrico.
L’obiettivo secondario di questo studio è quello di verificare le eventuali complicanze del metodo dosimetrico in termini di permanenza di ipertiroidismo o eventuale insorgenza di ipotiroidismo. Si è valutata, poi, la correlazione statistica tra le diverse variabili prese in considerazione e l’insorgenza di ipotiroidismo, al fine di verificare se alcune di esse, più di altre, possano essere considerate dei buoni marker predittivi dello sviluppo precoce (entro 4 mesi) di ipotiroidismo post-terapia radiometabolica.
Materiali e metodi: sono stati arruolati 17 pazienti con adenoma tossico della tiroide ed è stato condotto uno studio pilota monocentrico di tipo osservazionale trasversale di efficacia tra gennaio 2024 e febbraio 2025.
Per ognuno dei pazienti sono stati valutati i seguenti parametri prima del trattamento con radioiodio: età, TSH, fT3, fT4, AbTg, AbTPO, VTS (volume tiroideo stimato), volume del nodulo, volume tiroideo extranodulare, captazione percentuale alla 3° e 24° ora dopo scintigrafia con dose tracciante di 131I. Oltre a questi, sono stati registrati i valori dell’attività di radioiodio somministrata e la dose di radioiodio al bersaglio. Dopo 4 mesi sono stati valutati, per ciascun paziente, i valori di TSH, fT3, fT4, AbTg, AbTPO, VTS (volume tiroideo stimato), volume del nodulo e volume tiroideo extranodulare.
L'attività media di radioiodio somministrata alla nostra coorte di paziente è stata di 9.97 mCi, pari a una dose media al bersaglio di 412 Gy. Il metodo dosimetrico che è stato seguito per calcolare l’attività di radioiodio da somministrare ha previsto la valutazione della massa del volume bersaglio e la stima della dose assorbita in base alla captazione massima e all’emiperiodo effettivo (T1/2eff) di un’attività tracciante (50 Ci) di 131I-ioduro a livello del bersaglio. La captazione massima è determinata da misure temporali di attività accumulata nell’organo (mediante sonda per captazione), distribuite sia durante la fase di uptake, sia durante la fase di clearance del radioiodio dalla tiroide;
La captazione massima si ha, generalmente, intorno alla 24°ora dopo la somministrazione della dose tracciante di radioiodio.
Risultati L’ipertiroidismo è stato efficacemente trattato nel 100% dei pazienti; il TSH medio iniziale di 0.03 mUI/L è aumentato a 2.8 mUI/L (valori normali: 0.4-4.0 mUI/L), dopo 4 mesi dal trattamento. La media di fT3 è passata da 6.3 ng/L a 2.9 ng/L (valori normali: 2.7-5.7 ng/L) e la media di fT4 è passata da 1.4 a 1.0 ng/dL (valori normali: 0.7-1.7 ng/dL). Dopo 4 mesi, un solo paziente ha presentato la persistenza di valori bassi di TSH (pari a 0.02 mUI/L) con valori di fT3 e fT4 nella norma.
Cinque pazienti hanno sviluppato una condizione di lieve ipotiroidismo al controllo dopo 4 mesi.
Per ogni variabile presa in considerazione è stata fatta, tramite regressione lineare semplice, un’analisi univariata. Da questa è emerso quanto segue: l’età, l'attività di radioiodio e la dose al bersaglio non sono risultati parametri statisticamente significativi per l’insorgenza di ipotiroidismo (rispettivamente: p=0.34, p=0.47, p=0.48). Non sono risultati statisticamente significativi nemmeno il TSH, fT3, fT4, il volume tiroideo stimato (VTS), il volume nodulare e il volume tiroideo extranodulare (p>0.5).
L’unico parametro che è risultato statisticamente significativo per l’insorgenza di ipotiroidismo è il livello di anticorpi (AbTg e/o AbTPO).
Conclusioni: la terapia dell’adenoma tossico della tiroide con calcolo dosimetrico dell'attività di radioiodio è risultata efficace nel 100% dei pazienti. Grazie al calcolo con metodo dosimetrico, i pazienti hanno ricevuto un’attività media di radioiodio pari a 9,7 mCi, nettamente inferiore ai 15 mCi solitamente somministrati con il metodo empirico. Con un’attività media inferiore a quella standard abbiamo osservato cinque casi di ipotiroidismo precoce al controllo dopo 4 mesi.
Tutti i pazienti che hanno sviluppato ipotiroidismo presentavano una positività agli anticorpi anti-tiroide (AbTg/AbTPO); la presenza di tali anticorpi risulta quindi statisticamente significativa come fattore di rischio per l’insorgenza di ipotiroidismo.
Anche il volume nodulare è risultato mediamente diminuito, quale conseguenza della distruzione di tessuto tiroideo adenomatoso da parte del radioiodio.
Le formazioni nodulari “calde” possono rimanere silenti oppure indurre una lenta alterazione della funzione tiroidea con progressiva riduzione dei livelli di TSH e conseguente sviluppo di ipertiroidismo clinicamente manifesto: si parla, in questo contesto, di “adenoma tossico di Plummer”.
L’adenoma tossico della tiroide può essere trattato somministrando antitiroidei di sintesi, per via chirurgica o tramite terapia radiometabolica.
La terapia radiometabolica a base di radioiodio rappresenta uno dei cardini del trattamento dell’adenoma tossico sin dagli anni ’40 dello scorso secolo.
L’attività di radioiodio da somministrare può essere calcolata secondo due diverse modalità:
-Metodo “standard”: viene somministrata un’attività fissa, empirica di 131I che si attesta intorno ai 15mCi (555MBq) e può lievemente variare in base al quadro complessivo clinico e morfo-funzionale tiroideo.
-Metodo personalizzato in base a stime dosimetriche: consente, sulla base di una serie di misure effettuate dopo la somministrazione di un'attività tracciante, di decidere l'attività ottimale da somministrare al paziente in funzione della dose che la tiroide dovrà assorbire.
Secondo le ultime linee guida della EANM (European Association of Nuclear Medicine), aggiornate nel 2023, la dose ottimale assorbita dalla tiroide varia a seconda del tipo di patologia da trattare e può essere quantificata in 300-400 Gy nel caso dell’adenoma tossico,.
Gli studi scientifici attualmente presenti in letteratura non documentano significative differenze di efficacia tra la terapia effettuata somministrando attività calcolate con metodi dosimetrici rispetto a quella effettuata con attività determinate su base empirica. È per questo che la modalità di scelta dell’attività di 131I da somministrare è argomento ancora molto controverso.
Vista la maggior precisione e la possibilità di stabilire un’attività ottimale sulla base delle caratteristiche del singolo paziente, riducendo l’esposizione a radiazioni, tramite metodo dosimetrico, quest’ultimo è stato scelto per trattare i pazienti che sono stati arruolati in questo studio.
Obiettivi: L’obiettivo primario di questo studio è di valutare l’efficacia terapeutica del trattamento dell’adenoma tossico della tiroide in termini di funzionalità tiroidea e di riduzione del volume nodulare somministrando un’attività di radioiodio calcolata con metodo dosimetrico.
L’obiettivo secondario di questo studio è quello di verificare le eventuali complicanze del metodo dosimetrico in termini di permanenza di ipertiroidismo o eventuale insorgenza di ipotiroidismo. Si è valutata, poi, la correlazione statistica tra le diverse variabili prese in considerazione e l’insorgenza di ipotiroidismo, al fine di verificare se alcune di esse, più di altre, possano essere considerate dei buoni marker predittivi dello sviluppo precoce (entro 4 mesi) di ipotiroidismo post-terapia radiometabolica.
Materiali e metodi: sono stati arruolati 17 pazienti con adenoma tossico della tiroide ed è stato condotto uno studio pilota monocentrico di tipo osservazionale trasversale di efficacia tra gennaio 2024 e febbraio 2025.
Per ognuno dei pazienti sono stati valutati i seguenti parametri prima del trattamento con radioiodio: età, TSH, fT3, fT4, AbTg, AbTPO, VTS (volume tiroideo stimato), volume del nodulo, volume tiroideo extranodulare, captazione percentuale alla 3° e 24° ora dopo scintigrafia con dose tracciante di 131I. Oltre a questi, sono stati registrati i valori dell’attività di radioiodio somministrata e la dose di radioiodio al bersaglio. Dopo 4 mesi sono stati valutati, per ciascun paziente, i valori di TSH, fT3, fT4, AbTg, AbTPO, VTS (volume tiroideo stimato), volume del nodulo e volume tiroideo extranodulare.
L'attività media di radioiodio somministrata alla nostra coorte di paziente è stata di 9.97 mCi, pari a una dose media al bersaglio di 412 Gy. Il metodo dosimetrico che è stato seguito per calcolare l’attività di radioiodio da somministrare ha previsto la valutazione della massa del volume bersaglio e la stima della dose assorbita in base alla captazione massima e all’emiperiodo effettivo (T1/2eff) di un’attività tracciante (50 Ci) di 131I-ioduro a livello del bersaglio. La captazione massima è determinata da misure temporali di attività accumulata nell’organo (mediante sonda per captazione), distribuite sia durante la fase di uptake, sia durante la fase di clearance del radioiodio dalla tiroide;
La captazione massima si ha, generalmente, intorno alla 24°ora dopo la somministrazione della dose tracciante di radioiodio.
Risultati L’ipertiroidismo è stato efficacemente trattato nel 100% dei pazienti; il TSH medio iniziale di 0.03 mUI/L è aumentato a 2.8 mUI/L (valori normali: 0.4-4.0 mUI/L), dopo 4 mesi dal trattamento. La media di fT3 è passata da 6.3 ng/L a 2.9 ng/L (valori normali: 2.7-5.7 ng/L) e la media di fT4 è passata da 1.4 a 1.0 ng/dL (valori normali: 0.7-1.7 ng/dL). Dopo 4 mesi, un solo paziente ha presentato la persistenza di valori bassi di TSH (pari a 0.02 mUI/L) con valori di fT3 e fT4 nella norma.
Cinque pazienti hanno sviluppato una condizione di lieve ipotiroidismo al controllo dopo 4 mesi.
Per ogni variabile presa in considerazione è stata fatta, tramite regressione lineare semplice, un’analisi univariata. Da questa è emerso quanto segue: l’età, l'attività di radioiodio e la dose al bersaglio non sono risultati parametri statisticamente significativi per l’insorgenza di ipotiroidismo (rispettivamente: p=0.34, p=0.47, p=0.48). Non sono risultati statisticamente significativi nemmeno il TSH, fT3, fT4, il volume tiroideo stimato (VTS), il volume nodulare e il volume tiroideo extranodulare (p>0.5).
L’unico parametro che è risultato statisticamente significativo per l’insorgenza di ipotiroidismo è il livello di anticorpi (AbTg e/o AbTPO).
Conclusioni: la terapia dell’adenoma tossico della tiroide con calcolo dosimetrico dell'attività di radioiodio è risultata efficace nel 100% dei pazienti. Grazie al calcolo con metodo dosimetrico, i pazienti hanno ricevuto un’attività media di radioiodio pari a 9,7 mCi, nettamente inferiore ai 15 mCi solitamente somministrati con il metodo empirico. Con un’attività media inferiore a quella standard abbiamo osservato cinque casi di ipotiroidismo precoce al controllo dopo 4 mesi.
Tutti i pazienti che hanno sviluppato ipotiroidismo presentavano una positività agli anticorpi anti-tiroide (AbTg/AbTPO); la presenza di tali anticorpi risulta quindi statisticamente significativa come fattore di rischio per l’insorgenza di ipotiroidismo.
Anche il volume nodulare è risultato mediamente diminuito, quale conseguenza della distruzione di tessuto tiroideo adenomatoso da parte del radioiodio.
File
Nome file | Dimensione |
---|---|
La tesi non è consultabile. |