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La tesi si propone di indagare la complessa natura della catarsi, di analizzare il ruolo che il fenomeno ricopre nel contesto della mimesis poietike e dell’esperienza tragica, e di riflettere sulla funzione che esso svolge nel rapporto tra emozioni e piacere cognitivo. Nella prima parte del presente lavoro si tenta di chiarire il valore euristico e conoscitivo della tragedia in quanto mimesis biou, insistendo sulla portata universalistica della poesia e sottolineando il valore prioritario che Aristotele assegna al mythos. Si cerca, inoltre, di riportare le principali teorie interpretative sulla nozione di “catarsi”, mettendo in luce il rapporto tra emozioni, purificazione e piacere. Nella seconda sezione si approfondisce il peculiare legame tra la katharsis e l’oikeia hedone della poesia tragica, e tra questa e il più generale piacere mimetico. Infine, per una più precisa definizione della catarsi nei suoi risvolti etici, estetici e gnoseologici, si richiama il panorama più ampio di educazione del cittadino descritto nel libro VIII della Politica, in cui il termine compare in relazione alle finalità della mousike. Attraverso una puntuale indagine lessicale e un attento esame dei vari contesti teorici, si presenta un’interpretazione dell’esperienza catartica che integra psicologia, morale ed estetica. L’obiettivo della ricerca è evidenziare la configurazione della katharsis come momento sintetico di pathos e logos: grazie all’intreccio dell’aspetto emozionale con il piacere etico e cognitivo proprio della mimesis, la catarsi diventa una chiave d’accesso per la comprensione filosofica dell’universale.