Tesi etd-03052024-144054 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale LM6
Autore
MARCHINI, ALESSIA
URN
etd-03052024-144054
Titolo
Studio dell’aderenza nel lungo periodo della dieta FODMAPs personalizzata in pazienti affetti da sindrome dell’intestino irritabile e da fibromialgia
Dipartimento
RICERCA TRASLAZIONALE E DELLE NUOVE TECNOLOGIE IN MEDICINA E CHIRURGIA
Corso di studi
MEDICINA E CHIRURGIA
Relatori
relatore Prof. Bellini, Massimo
relatore Dott.ssa Rossi, Alessandra
relatore Dott.ssa Rossi, Alessandra
Parole chiave
- adapted Low FODMAPs diet
- adherence
- fibromialgia
- Low FODMAPs diet
- Sindrome dell'intestino irritabile
Data inizio appello
26/03/2024
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
26/03/2027
Riassunto
La sindrome dell'intestino irritabile, o IBS, rappresenta una condizione gastroenterica con un’incidenza del 10-12% nella popolazione generale. Questa patologia si manifesta attraverso sintomi quali dolore addominale cronico, modifiche nelle abitudini intestinali e spesso è associata a meteorismo, distensione addominale e altre comorbidità, sia di natura extra-intestinale che psicologica/psichiatrica. Attualmente, la diagnosi dell'IBS si fonda principalmente sulla valutazione dei sintomi clinici e sull'esclusione di anomalie strutturali mediante opportuni esami. Il trattamento prevede l'uso di farmaci per alleviare i sintomi, interventi nutrizionali e approcci psicologici/comportamentali. Nonostante le varie ipotesi patogenetiche proposte per l'IBS, nessuna sembra essere esaustiva nello spiegare completamente la sua comparsa e manifestazione. Tuttavia, è universalmente accettato che la dieta svolga un ruolo cruciale nella fisiopatologia dell'IBS, con evidenti correlazioni tra l'assunzione di determinati alimenti e l'insorgenza dei sintomi gastrointestinali. La frequente associazione tra la sindrome dell'intestino irritabile e la fibromialgia è stata ampiamente documentata. Queste due condizioni sono più prevalenti nelle donne e si caratterizzano entrambe per alterazioni nel funzionamento del sistema nervoso simpatico con sensibilizzazione centrale.
Negli ultimi anni, sono emersi dati significativi a sostegno dell'efficacia della dieta a basso contenuto di FODMAPs o Low FODMAPs Diet (LFD) nella gestione clinica dell'IBS. I FODMAP ("Fermentable Oligosaccharides, Disaccharides, Monosaccharides And Polyols") sono carboidrati a catena corta facilmente fermentabili, che causano un aumento della pressione osmotica e produzione di gas. Questi carboidrati sono presenti in alimenti come latte e latticini freschi, miele e dolcificanti, legumi, alcune verdure, alcuni tipi di frutta e cereali. Circa il 70% dei pazienti riporta un miglioramento dei sintomi dell'IBS seguendo la LFD, che prevede una fase di “eliminazione” degli alimenti ad alto contenuto di FODMAPs (per 4-8 settimane) seguita da una fase di “reintroduzione” graduale dei cibi esclusi (per 40-70 giorni). Successivamente, sulla base delle intolleranze verificate durante la fase di reintroduzione il nutrizionista esperto crea una dieta LFD (AdLFD) adattata o personalizzata che il paziente segue nel lungo periodo. Finora, la maggior parte degli studi si è concentrata sull'efficacia a breve termine della fase di restrizione della LFD, con alcune preoccupazioni riguardo agli effetti a lungo termine sulla nutrizione dei pazienti dopo la reintroduzione dei FODMAP.
Questo studio ha valutato, in un gruppo di pazienti gastroenterologici e fibromialgici affetti da IBS, l’effetto di una AdLFD seguita nel lungo periodo, sulla sintomatologia gastroenterica, sulla qualità della vita, sulla sintomatologia ansioso – depressiva e sull’accettabilità della dieta.
Lo studio ha preso in esame 97 pazienti che avevano eseguito il percorso dieta Low-FODMAPs. I pazienti sono stati contattati telefonicamente o tramite mail, dopo un periodo di follow-up, di circa 60 mesi da quando avevano ricevuto la dieta FODMAPs personalizzata. Dei 97 pazienti contattati, solo 51, ovvero il 52,6% dei pazienti totali, hanno eseguito l’intervista telefonica
I 51 pazienti che hanno aderito allo studio sono stati divisi in due sub-popolazioni: 32 pazienti gastroenterologici (4 M, 28 F con un’età media di 52 ± 16 anni e BMI di 23,7 ± 4) e 19 pazienti fibromialgici (3 M, 16 F con un’età media di 55 ± 8 anni e BMI di 25,8 ± 4,2). Entrambi i gruppi di pazienti avevano avuto diagnosi di IBS, posta in base ai criteri diagnostici Roma IV. I pazienti erano stati precedentemente valutati prima di iniziare la LFD (T0) e durante il lavoro di tesi sono stati rivalutati dopo somministrazione dell’AdLFD (T1), con un follow – up medio di 62 ±26 mesi per i gastroenterologici e di 63 ± 21 mesi per i fibromialgici.
Ai pazienti sono stati somministrati i seguenti questionari:
• il questionario IBS – SSS (IBS – Symptom Severity Score) per valutare la gravità della sintomatologia addominale,
• un questionario anamnestico e di valutazione clinica delle abitudini intestinali,
• la Bristol Stool Form Chart per valutare forma e consistenza delle feci e classificare i pazienti nei sottotipi di IBS,
• il questionario HADS (Hospital Anxiety and Depression Scale) per valutare la componente ansioso – depressiva,
• il questionario SF – 12 per valutare la qualità della vita
• il grado di miglioramento e il livello di soddisfazione al trattamento, attraverso scale numeriche
• il grado di aderenza alla dieta, mediante il questionario FARS (FODMAPs Adherence Report Scale)
• il diario alimentare dei pazienti mediante il 24 hours recall, ovvero, una tabella per registrare tutti gli alimenti che il pz ha mangiato nelle 24 ore precedenti la visita.
• esclusione categorie alimenti FODMAPs: questionario per valutare l’aderenza alla dieta low-FODMAPs personalizzata
• accettabilità della dieta Low-FODMAPs personalizzata e qualità della vita relativa al cibo: questionario per valutare la percezione del grado di difficoltà del singolo paziente nel seguire la dieta adapted
È stato evidente un miglioramento significativo del punteggio totale dell’IBS– SSS a T1 (211,58±80,62) in confronto a T0 (319,63± 118,92) con p<0,007. Il questionario sulle abitudini intestinali ha riportato un miglioramento di tutti i sintomi valutati, che è risultato statisticamente significativo (p<0,05) a T1 per giorni dolore addominale/10 gg, soddisfazione abitudini intestinali, dolore addominale/sett, per entrambi i gruppi di pazienti; per gravità del dolore addominale, gravità distensione addominale , lassativi, numero di evacuazioni/sett solo per i pazienti gastroenterologici; e per grado di interferenza con il lavoro e abitudini di vita e feci molli solo per i pazienti fibromialgici. I pazienti che presentavano feci di forma e consistenza normali (tipo 3,4 e 5 della scala di Bristol) erano 25/51 a T0, mentre a T1 erano 32/51.
La sintomatologia ansiosa e depressiva si è ridotta nei pazienti fibromialgici a T1, rispetto a T0 con punteggi HADS di 11,0 ± 3,33 (T0), 7,32 ± 4,87 (T1) per la componente ansiosa e di 8,26 ± 3,75 (T0), 6,16 ± 4,05 (T1) per la componente depressiva.
Il grado di miglioramento dei sintomi a T1, riportato dai pazienti, è stato 2,4 ± 1,7 per i fibromialgici e 2,15 ± 1,8 per i gastroenterologici. Anche il grado di soddisfazione è stato alto: 7,9 ± 2,4 (T1) per i fibromialgici e 7,7 ± 2,3 (T1) per i gastroenterologici. Tutti i pazienti si sono mostrati aderenti alla AdLFD, con punteggi FARS di 20,4 ± 5,4 (T1) per i fibromialgici e 20,5 ± 5,2 (T1) per i gastroenterologici.
È evidente dai risultati che l’accettabilità della dieta AdLFD sia ottima, circa l’80% dei pazienti non ha trovato difficoltà nel reperire gli alimenti compresi nel piano alimentare, non ha impiegato più tempo per fare la spesa e nemmeno per cucinare il 75% non ha, inoltre, avuto difficoltà in famiglia, con gli amici o a viaggiare, e il 70% dei pazienti ha ritenuto la dieta gustosa e gradevole e sostiene di poter adattare facilmente la dieta personalizzata alla loro vita. Inoltre, per quanto riguarda la qualità della vita legata al cibo il 75% dichiara che il cibo sia un elemento positivo della loro vita, di essere soddisfatto quotidianamente dai pasti e il 60% di non percepire la dieta personalizzata come un elemento negativo, un ostacolo o una delusione.
Dai dati ottenuti a T1, è stato possibile osservare che, il lattosio è il FODMAPs più escluso da pazienti (84,4% gastroenterologici e 73,7% fibromialgici) e che galattani (15,8% fibromialgici e 18,8% gastroenterologici) e polioli (10,5% fibromialgici e 31,3% gastroenterologici) vengono invece esclusi in minor percentuale da entrambe le sub-popolazioni.
La LFD ha migliorato la sintomatologia dell’IBS, ha avuto effetto positivo sulla qualità della vita e sulla sintomatologia ansiosa e depressiva. L’AdLFD, personalizzata e adeguata al singolo paziente, ha permesso di mantenere questo miglioramento anche a lungo termine e la soddisfazione e l’aderenza alla dieta, sono state ottimali.
I risultati del presente studio dimostrano, quindi, che l’AdLFD è clinicamente efficace anche a lungo termine, infatti il follow-up medio dei nostri pazienti (62 ± 26 mesi per i gastroenterologici e 63 ± 21 mesi per i fibromialgici), che è il periodo in cui i pazienti hanno seguito una AdLFD personalizzata, risulta sufficientemente lungo per dimostrare che gli effetti positivi ottenuti dal punto di vista sintomatologico non sono semplicemente legati a un effetto placebo.
Riteniamo che i dati del presente studio possano rappresentare un’utile base per avviare un’indagine su un campione più vasto atto a supportare validamente l’utilizzo dell’AdLFD, nella gestione clinica dell’IBS a lungo termine.
Negli ultimi anni, sono emersi dati significativi a sostegno dell'efficacia della dieta a basso contenuto di FODMAPs o Low FODMAPs Diet (LFD) nella gestione clinica dell'IBS. I FODMAP ("Fermentable Oligosaccharides, Disaccharides, Monosaccharides And Polyols") sono carboidrati a catena corta facilmente fermentabili, che causano un aumento della pressione osmotica e produzione di gas. Questi carboidrati sono presenti in alimenti come latte e latticini freschi, miele e dolcificanti, legumi, alcune verdure, alcuni tipi di frutta e cereali. Circa il 70% dei pazienti riporta un miglioramento dei sintomi dell'IBS seguendo la LFD, che prevede una fase di “eliminazione” degli alimenti ad alto contenuto di FODMAPs (per 4-8 settimane) seguita da una fase di “reintroduzione” graduale dei cibi esclusi (per 40-70 giorni). Successivamente, sulla base delle intolleranze verificate durante la fase di reintroduzione il nutrizionista esperto crea una dieta LFD (AdLFD) adattata o personalizzata che il paziente segue nel lungo periodo. Finora, la maggior parte degli studi si è concentrata sull'efficacia a breve termine della fase di restrizione della LFD, con alcune preoccupazioni riguardo agli effetti a lungo termine sulla nutrizione dei pazienti dopo la reintroduzione dei FODMAP.
Questo studio ha valutato, in un gruppo di pazienti gastroenterologici e fibromialgici affetti da IBS, l’effetto di una AdLFD seguita nel lungo periodo, sulla sintomatologia gastroenterica, sulla qualità della vita, sulla sintomatologia ansioso – depressiva e sull’accettabilità della dieta.
Lo studio ha preso in esame 97 pazienti che avevano eseguito il percorso dieta Low-FODMAPs. I pazienti sono stati contattati telefonicamente o tramite mail, dopo un periodo di follow-up, di circa 60 mesi da quando avevano ricevuto la dieta FODMAPs personalizzata. Dei 97 pazienti contattati, solo 51, ovvero il 52,6% dei pazienti totali, hanno eseguito l’intervista telefonica
I 51 pazienti che hanno aderito allo studio sono stati divisi in due sub-popolazioni: 32 pazienti gastroenterologici (4 M, 28 F con un’età media di 52 ± 16 anni e BMI di 23,7 ± 4) e 19 pazienti fibromialgici (3 M, 16 F con un’età media di 55 ± 8 anni e BMI di 25,8 ± 4,2). Entrambi i gruppi di pazienti avevano avuto diagnosi di IBS, posta in base ai criteri diagnostici Roma IV. I pazienti erano stati precedentemente valutati prima di iniziare la LFD (T0) e durante il lavoro di tesi sono stati rivalutati dopo somministrazione dell’AdLFD (T1), con un follow – up medio di 62 ±26 mesi per i gastroenterologici e di 63 ± 21 mesi per i fibromialgici.
Ai pazienti sono stati somministrati i seguenti questionari:
• il questionario IBS – SSS (IBS – Symptom Severity Score) per valutare la gravità della sintomatologia addominale,
• un questionario anamnestico e di valutazione clinica delle abitudini intestinali,
• la Bristol Stool Form Chart per valutare forma e consistenza delle feci e classificare i pazienti nei sottotipi di IBS,
• il questionario HADS (Hospital Anxiety and Depression Scale) per valutare la componente ansioso – depressiva,
• il questionario SF – 12 per valutare la qualità della vita
• il grado di miglioramento e il livello di soddisfazione al trattamento, attraverso scale numeriche
• il grado di aderenza alla dieta, mediante il questionario FARS (FODMAPs Adherence Report Scale)
• il diario alimentare dei pazienti mediante il 24 hours recall, ovvero, una tabella per registrare tutti gli alimenti che il pz ha mangiato nelle 24 ore precedenti la visita.
• esclusione categorie alimenti FODMAPs: questionario per valutare l’aderenza alla dieta low-FODMAPs personalizzata
• accettabilità della dieta Low-FODMAPs personalizzata e qualità della vita relativa al cibo: questionario per valutare la percezione del grado di difficoltà del singolo paziente nel seguire la dieta adapted
È stato evidente un miglioramento significativo del punteggio totale dell’IBS– SSS a T1 (211,58±80,62) in confronto a T0 (319,63± 118,92) con p<0,007. Il questionario sulle abitudini intestinali ha riportato un miglioramento di tutti i sintomi valutati, che è risultato statisticamente significativo (p<0,05) a T1 per giorni dolore addominale/10 gg, soddisfazione abitudini intestinali, dolore addominale/sett, per entrambi i gruppi di pazienti; per gravità del dolore addominale, gravità distensione addominale , lassativi, numero di evacuazioni/sett solo per i pazienti gastroenterologici; e per grado di interferenza con il lavoro e abitudini di vita e feci molli solo per i pazienti fibromialgici. I pazienti che presentavano feci di forma e consistenza normali (tipo 3,4 e 5 della scala di Bristol) erano 25/51 a T0, mentre a T1 erano 32/51.
La sintomatologia ansiosa e depressiva si è ridotta nei pazienti fibromialgici a T1, rispetto a T0 con punteggi HADS di 11,0 ± 3,33 (T0), 7,32 ± 4,87 (T1) per la componente ansiosa e di 8,26 ± 3,75 (T0), 6,16 ± 4,05 (T1) per la componente depressiva.
Il grado di miglioramento dei sintomi a T1, riportato dai pazienti, è stato 2,4 ± 1,7 per i fibromialgici e 2,15 ± 1,8 per i gastroenterologici. Anche il grado di soddisfazione è stato alto: 7,9 ± 2,4 (T1) per i fibromialgici e 7,7 ± 2,3 (T1) per i gastroenterologici. Tutti i pazienti si sono mostrati aderenti alla AdLFD, con punteggi FARS di 20,4 ± 5,4 (T1) per i fibromialgici e 20,5 ± 5,2 (T1) per i gastroenterologici.
È evidente dai risultati che l’accettabilità della dieta AdLFD sia ottima, circa l’80% dei pazienti non ha trovato difficoltà nel reperire gli alimenti compresi nel piano alimentare, non ha impiegato più tempo per fare la spesa e nemmeno per cucinare il 75% non ha, inoltre, avuto difficoltà in famiglia, con gli amici o a viaggiare, e il 70% dei pazienti ha ritenuto la dieta gustosa e gradevole e sostiene di poter adattare facilmente la dieta personalizzata alla loro vita. Inoltre, per quanto riguarda la qualità della vita legata al cibo il 75% dichiara che il cibo sia un elemento positivo della loro vita, di essere soddisfatto quotidianamente dai pasti e il 60% di non percepire la dieta personalizzata come un elemento negativo, un ostacolo o una delusione.
Dai dati ottenuti a T1, è stato possibile osservare che, il lattosio è il FODMAPs più escluso da pazienti (84,4% gastroenterologici e 73,7% fibromialgici) e che galattani (15,8% fibromialgici e 18,8% gastroenterologici) e polioli (10,5% fibromialgici e 31,3% gastroenterologici) vengono invece esclusi in minor percentuale da entrambe le sub-popolazioni.
La LFD ha migliorato la sintomatologia dell’IBS, ha avuto effetto positivo sulla qualità della vita e sulla sintomatologia ansiosa e depressiva. L’AdLFD, personalizzata e adeguata al singolo paziente, ha permesso di mantenere questo miglioramento anche a lungo termine e la soddisfazione e l’aderenza alla dieta, sono state ottimali.
I risultati del presente studio dimostrano, quindi, che l’AdLFD è clinicamente efficace anche a lungo termine, infatti il follow-up medio dei nostri pazienti (62 ± 26 mesi per i gastroenterologici e 63 ± 21 mesi per i fibromialgici), che è il periodo in cui i pazienti hanno seguito una AdLFD personalizzata, risulta sufficientemente lungo per dimostrare che gli effetti positivi ottenuti dal punto di vista sintomatologico non sono semplicemente legati a un effetto placebo.
Riteniamo che i dati del presente studio possano rappresentare un’utile base per avviare un’indagine su un campione più vasto atto a supportare validamente l’utilizzo dell’AdLFD, nella gestione clinica dell’IBS a lungo termine.
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