Tesi etd-03052015-131407 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
MASI, TIZIANO
URN
etd-03052015-131407
Titolo
L'indicatore della situazione economica equivalente (ISEE): analisi critica della normativa pre e post riforma.
Dipartimento
SCIENZE POLITICHE
Corso di studi
SCIENZE DELLE PUBBLICHE AMMINISTRAZIONI
Relatori
relatore Panizza, Saulle
Parole chiave
- Isee
- Isp
- Isr
- scala di equivalenza
Data inizio appello
23/03/2015
Consultabilità
Completa
Riassunto
La tesi analizza l'indicatore della situazione economica equivalente, più comunemente conosciuto con il suo acronimo: ISEE. Tale strumento nasce alla fine degli anni 90” ma ha radici più profonde, che passano dal riconoscimento del diritto all’assistenza sociale come diritto di tutti i cittadini, al mutamento della prospettiva politica e della qualificazione giuridica delle prestazioni assistenziali, con lo scopo di apportare maggiore equità sociale. Con il passare degli anni ha subito una significativa evoluzione sia strutturale che contenutistica, con un ampliamento dei suoi campi di applicazione.
Oggetto dell’ISEE sono le prestazioni, dall’elaborato emerge la necessità di definire puntualmente i LEA (Livelli Essenziali di Assistenza) e di conseguenza i LEP (Livelli Essenziali delle Prestazioni). Ne consegue che l’ISEE è una “porta” di accesso a determinate prestazioni, mentre la mancata elencazione dei LEP ha condotto a notevoli differenze a livello di legislazione regionale. Si deduce che qualsiasi modifica alla normativa ISEE deve necessariamente passare attraverso il coinvolgimento delle Regioni e delle associazioni di settore.
L’elaborato prosegue analizzando le principali fonti normative antecedenti l’attuale riforma, con particolare riguardo al D. Lgs. 31 marzo 1998, n. 109, fulcro e chiave della normativa. Tale atto introduce per la prima volta l’accertamento delle condizioni economiche del richiedente per l’accesso alle prestazioni sociali.
Sono analizzati gli atti normativi che hanno apportato successive modificazioni (D.P.C.M. 7 Maggio 1999, n. 221, D. Lgs. 3 maggio 2000, n. 130 e la Legge quadro 8 novembre 2000, n. 328).
Al complesso panorama normativo sull’ISEE, si affiancano alcune sentenze che hanno ricoperto una ruolo importante ai fini della riforma. In particolare vengono esaminate 2 sentenze della Corte Costituzionale (19 dicembre 2012, n. 296 e 19 dicembre 2012, n. 297) e 2 sentenze del TAR Lombardia, sezione staccata di Brescia (13 marzo 2013, n. 291 e 23 aprile 2013 n. 432) che trattano la tematica della compartecipazione al costo delle prestazioni da parte dell’utente-cittadino ponendo in evidenza diverse criticità e auspicando una riforma di tale strumento.
L’iter burocratico-legislativo che ha portato alla luce il nuovo ISEE è stato lungo e in alcuni momenti tortuoso, sono occorsi anni per l’entrata in vigore, che alla base ha di fatto mantenuto il preesistente ambito di applicazione. Il D.P.C.M. 5 dicembre 2013, n. 159 introducendo il nuovo ISEE e abrogato la normativa preesistente, le novità sono state molte in tutti i settori: dal nucleo familiare, agli indicatori delle situazioni reddituali e patrimoniali (ISR e ISP), all’introduzione di diverse tipologie di ISEE fino alla modifica della dichiarazione sostitutiva unica (DSU).
L’ultima parte della tesi è dedicata al rafforzamento dei controlli, al sistema informativo sull’ISEE e all’autodichiarazione. Il problema delle false autocertificazioni è in Italia un fenomeno molto diffuso; non corretta autodichiarazione, occultamento del patrimonio mobiliare ed evasione contribuiscono a fornire una situazione del paese non veritiera, distorcendo lo scopo per cui è nato questo strumento; l’equità.
L’elaborato si chiude con l’analisi di quella che si potrebbe definire la prima battuta d’arresto, il TAR Lazio con la sentenza 11 febbraio 2015, n. 2458 ha decretato l’annullamento, previa sospensione del D.P.C.M. 5 dicembre 2013, n. 159 gettando letteralmente nel caos la già complessa situazione dettata anche dalla tardiva convenzione stipulata tra CAF e INPS.
Oggetto dell’ISEE sono le prestazioni, dall’elaborato emerge la necessità di definire puntualmente i LEA (Livelli Essenziali di Assistenza) e di conseguenza i LEP (Livelli Essenziali delle Prestazioni). Ne consegue che l’ISEE è una “porta” di accesso a determinate prestazioni, mentre la mancata elencazione dei LEP ha condotto a notevoli differenze a livello di legislazione regionale. Si deduce che qualsiasi modifica alla normativa ISEE deve necessariamente passare attraverso il coinvolgimento delle Regioni e delle associazioni di settore.
L’elaborato prosegue analizzando le principali fonti normative antecedenti l’attuale riforma, con particolare riguardo al D. Lgs. 31 marzo 1998, n. 109, fulcro e chiave della normativa. Tale atto introduce per la prima volta l’accertamento delle condizioni economiche del richiedente per l’accesso alle prestazioni sociali.
Sono analizzati gli atti normativi che hanno apportato successive modificazioni (D.P.C.M. 7 Maggio 1999, n. 221, D. Lgs. 3 maggio 2000, n. 130 e la Legge quadro 8 novembre 2000, n. 328).
Al complesso panorama normativo sull’ISEE, si affiancano alcune sentenze che hanno ricoperto una ruolo importante ai fini della riforma. In particolare vengono esaminate 2 sentenze della Corte Costituzionale (19 dicembre 2012, n. 296 e 19 dicembre 2012, n. 297) e 2 sentenze del TAR Lombardia, sezione staccata di Brescia (13 marzo 2013, n. 291 e 23 aprile 2013 n. 432) che trattano la tematica della compartecipazione al costo delle prestazioni da parte dell’utente-cittadino ponendo in evidenza diverse criticità e auspicando una riforma di tale strumento.
L’iter burocratico-legislativo che ha portato alla luce il nuovo ISEE è stato lungo e in alcuni momenti tortuoso, sono occorsi anni per l’entrata in vigore, che alla base ha di fatto mantenuto il preesistente ambito di applicazione. Il D.P.C.M. 5 dicembre 2013, n. 159 introducendo il nuovo ISEE e abrogato la normativa preesistente, le novità sono state molte in tutti i settori: dal nucleo familiare, agli indicatori delle situazioni reddituali e patrimoniali (ISR e ISP), all’introduzione di diverse tipologie di ISEE fino alla modifica della dichiarazione sostitutiva unica (DSU).
L’ultima parte della tesi è dedicata al rafforzamento dei controlli, al sistema informativo sull’ISEE e all’autodichiarazione. Il problema delle false autocertificazioni è in Italia un fenomeno molto diffuso; non corretta autodichiarazione, occultamento del patrimonio mobiliare ed evasione contribuiscono a fornire una situazione del paese non veritiera, distorcendo lo scopo per cui è nato questo strumento; l’equità.
L’elaborato si chiude con l’analisi di quella che si potrebbe definire la prima battuta d’arresto, il TAR Lazio con la sentenza 11 febbraio 2015, n. 2458 ha decretato l’annullamento, previa sospensione del D.P.C.M. 5 dicembre 2013, n. 159 gettando letteralmente nel caos la già complessa situazione dettata anche dalla tardiva convenzione stipulata tra CAF e INPS.
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