logo SBA

ETD

Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-03022025-111045


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
ESPOSITO, SIMONA
URN
etd-03022025-111045
Titolo
Il pensiero di Ibn Bāğğa in prospettiva cronologica. Studio sulla cronologia relativa delle opere.
Dipartimento
CIVILTA' E FORME DEL SAPERE
Corso di studi
FILOSOFIA E FORME DEL SAPERE
Relatori
relatore Prof.ssa D'Ancona, Cristina
correlatore Prof.ssa Coda, Elisa
Parole chiave
  • Avempace
  • cronologia relativa
  • Ibn Bāğğa
  • opere
  • relative chronology
  • works
Data inizio appello
04/04/2025
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
04/04/2065
Riassunto
Nel contesto della storia della filosofia dell’Islam occidentale, emerge prima fra tutti la figura di Ibn Rušd (519/1126-594/1198), l’Averroè dei Latini, «Averrois, che’l gran comento feo». Dinanzi a una figura di tal rilievo, i pochi nomi che l’hanno preceduta nella storia della filosofia andalusa sono stati ridotti per lo più al rango di pensatori minori.
D’altro canto, non risultano ancora ben chiare le origini della falsafa in al-Andalus: in una terra dove l’ortodossia dei giuristi mālikiti trovò il pieno appoggio dei vari governatori, l’ostilità nei confronti della filosofia non ha mai accennato a placarsi, salvo rari casi di califfi che, ad oggi, diremmo “illuminati”.
Soltanto durante il periodo dei Reyes de Tayfas iniziano a delinearsi alcune figure che manifestano una certa conoscenza filosofica: ‘Abd al-Raḥman ibn Ismā‘īl ibn Badr al-Uqlīdī (960 ca. – 1022 ca.), Sa‘īd ibn Fatḥūn (m. dopo il 980), al-Kirmānī (m. 1066), Ibn Ḥazm (383/994-456/1064), Ibn al-Sīd al-Baṭalyūsī (443/1052-520/1127).
Tuttavia, l’età d’oro della falsafa nell’Occidente musulmano ha inizio con Ibn Bāğğa, l’Avempace dei Latini (m. 532/1138). Ibn Bāğğa risulta essere stato il primo andaluso, a nostra conoscenza, a scrivere dei commenti alle opere di Aristotele e a testimoniare una conoscenza non solo di larga parte del corpus dello Stagirita, ma anche di alcune opere di Platone, di Alessandro di Afrodisia e di altri commentatori, nonché della totalità delle opere logiche di al-Fārābī.
La sua attività certamente s’iscrive all’interno di un contesto, come quello particolare della città di Saragozza e generale del Sud dell’al-Andalus, in cui già circolavano opere filosofiche, comprese le opere di Aristotele, e in cui la vita intellettuale era molto florida. Saragozza, luogo di nascita del nostro filosofo, si distingueva dagli altri Reyes de Tayfas per un nutrito interesse per la filosofia: lì ha luogo l’«escuela filosófica zaragozana», caratterizzata, in particolare, dallo studio della logica e della grammatica, della medicina e dell’astronomia.
Se non abbiamo alcun dato che possa stabilire con certezza l’ingresso delle opere di Aristotele in Andalusia né l’inizio dell’attività di studio e di commento a tali opere, certo è, però, che nell’XI secolo esse erano già ben conosciute.
Affermare, dunque, che Ibn Bāğğa sia stato il fondatore della scuola aristotelica nella Spagna musulmana è forse poco cauto: certamente, egli non si costituisce come individuo isolato, bensì s’inserisce all’interno di un ambiente già familiare con le opere aristoteliche. Nonostante ciò, proprio in questo contesto Ibn Bāğğa emerge come il primo esponente di spicco dell’aristotelismo andaluso e, inoltre, il più importante prima dell’avvento di Averroè.
La figura di Avempace, però, non tardò a cadere nell’oblio. Egli viene per lo più ridotto al ruolo di pensatore minore, precursore del grande Ibn Rušd.
A partire dai lavori di M. Asín Palacios, lungo il secolo scorso hanno iniziato a fiorire vari studi su Ibn Bāğğa e, soprattutto, fu edita la maggior parte del corpus delle sue opere. I più importanti contributi a questo riguardo derivano dal compianto Ğamāl al-Dīn al-‘Alawī (1945-1992), il quale, dedicandosi a un profondo esame filologico e filosofico del corpus delle opere di Avempace, dopo aver concluso l’edizione di tutte le sue rasā’il ancora inedite, nel 1983 pubblicò uno studio sulla bibliografia dei suoi scritti sotto il titolo Mu’allafāt Ibn Bāğğa, «Le opere di Ibn Bāğğa». Al termine delle Mu’allafāt, al-‘Alawī propone il primo studio sulla cronologia relativa delle opere del nostro filosofo, al quale si rifarà gran parte della letteratura successiva.
Il presente studio è finalizzato a esaminare lo sviluppo del pensiero di Ibn Bāğğa in prospettiva cronologica, in particolare alla luce di una preziosa testimonianza dello stesso Ibn Bāğğa, vale a dire l’epistola indirizzata al già menzionato Abū Ğa‘far Yūsuf ibn Ḥasdāy, e delle Mu’allafāt Ibn Bāğğa di Al-‘Alawī.
A tal fine, si è voluto dapprima introdurre il contesto storico e filosofico in cui s’inserisce la figura di Avempace tramite un iniziale esame delle radici filosofiche dell’Occidente musulmano: il primo capitolo, dunque, sarà dedicato a tale analisi storico-filosofica e a una ricostruzione della biografia di Ibn Bāğğa. Successivamente, nel secondo capitolo verrà analizzato, grazie al fondamentale supporto bibliografico di al-‘Alawī, il corpus delle opere del nostro filosofo, di cui si cercherà di delineare il contesto, i destinatari e la trasmissione successiva. A seguire, il terzo capitolo presenterà un’esposizione del pensiero filosofico di Ibn Bāğğa: qui verrà alla luce tanto l’aristotelismo che contraddistingue il sistema filosofico di Avempace, quanto i punti di distacco dallo Stagirita. A partire dalle questioni relative alla Fisica di Aristotele, passando per la peculiare teoria delle forme spirituali sino a giungere, infine, alle problematiche legate alla dottrina dell’intelletto, si cercherà di mettere a punto lo sviluppo del pensiero di Ibn Bāğğa. Sarà poi esaminata l’influenza che il suo pensiero filosofico ha esercitato sui pensatori andalusi successivi, in particolar modo su Ibn Ṭufayl e Averroè. Dopo aver ricostruito un quadro completo del contesto storico-filosofico in cui s’inserisce il nostro filosofo, della struttura e dei contenuti del corpus delle sue opere e, infine, della portata del suo pensiero filosofico, nel quarto capitolo verrà presentato ed esaminato lo studio di Ğamāl al-Dīn al-‘Alawī sulla cronologia relativa delle opere di Ibn Bāğğa, di cui verrà fornita la traduzione italiana in appendice.
File