Tesi etd-02282025-121007 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale LM6
Autore
CAPPAGLI, ANNA GIULIA
URN
etd-02282025-121007
Titolo
Analisi dei livelli degli anticorpi anti-Ro/SSA: correlazione con i parametri istologici e l’attività di malattia nei pazienti con malattia di Sjögren
Dipartimento
RICERCA TRASLAZIONALE E DELLE NUOVE TECNOLOGIE IN MEDICINA E CHIRURGIA
Corso di studi
MEDICINA E CHIRURGIA
Relatori
relatore Prof.ssa Baldini, Chiara
Parole chiave
- anticorpi
- istologia salivare
- Sjögren
Data inizio appello
25/03/2025
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
25/03/2095
Riassunto
La sindrome di Sjögren è una malattia autoimmune sistemica che interessa principalmente le ghiandole esocrine, in particolare le ghiandole salivari e lacrimali, con conseguente secchezza delle mucose, principalmente a livello orale e oculare. Sebbene sia maggiormente prevalente nelle donne di età media, la malattia può manifestarsi anche in bambini, uomini e soggetti anziani. La presentazione clinica della sindrome è eterogenea e può variare da sintomi di secchezza (sindrome sicca) a forme più gravi, caratterizzate da malattia sistemica, con infiltrazione linfocitaria peri-epiteliale nei tessuti colpiti o dalla deposizione di complessi immuni, fino allo sviluppo di linfomi.
Gli autoanticorpi rappresentano un elemento centrale nella sindrome di Sjögren primaria, con un ruolo diagnostico, prognostico e patogenetico. Nella pratica clinica la sierologia viene generalmente valutata in modo qualitativo, rilevando solo la presenza o assenza di specifici autoanticorpi. Tuttavia tale approccio potrebbe risultare insufficiente nel descrivere le relazioni tra il profilo sierologico e le manifestazioni cliniche, istologiche e laboratoristiche della malattia. Questo studio si propone di valutare, in una coorte di pazienti alla diagnosi, l’associazione tra le singole specificità anticorpali e i dati clinici, istologici e sierologici, nonché il possibile valore aggiunto dei titoli anticorpali nel migliorare la stratificazione prognostica rispetto alla sola valutazione qualitativa.
Lo studio ha analizzato 98 pazienti con Sindrome di Sjögren primaria (criteri ACR/EULAR 2016), raccogliendo dati clinici, istologici, sierologici e clinimetrici. L’attività di malattia è stata valutata con ESSDAI, mentre i sintomi percepiti con ESSPRI e VAS.
In linea con quanto riportato in letteratura le specificità anticorpali influenzano l’espressione clinica della Sjögren primaria, con correlazioni all’età, all’ipergammaglobulinemia e al fattore reumatoide. I pazienti con doppia positività (anti-Ro52 e anti-Ro60) risultano più giovani, mentre i sieronegativi sono più anziani; la tripla positività (anti-Ro52, anti-Ro60, anti-SSB) si associa a livelli più elevati di FR e IgG e a una maggiore attività di malattia, seppur non significativa.
La rilevazione separata di anti-Ro52, anti-Ro60 e anti-SSB è utile non solo per la diagnosi, ma anche per definire la prognosi e guidare un trattamento personalizzato, grazie a correlazioni con il coinvolgimento polmonare, ghiandolare e oculare.
Anche la quantificazione dei titoli anticorpali ha mostrato forti correlazioni con parametri clinici e sierologici, associandosi a maggiore punteggi all’ESSDAI, ipergammaglobulinemia, ipocomplementemia, linfopenia e coinvolgimento d’organo.
Anti-Ro52 è correlato con attività ghiandolare, IgG e C4; anti-Ro60 con età, ipergammaglobulinemia e linfopenia; anti-SSB con test oculari, amilasi salivare e globuli bianchi. Nei pazienti SSA positivi, queste associazioni risultano ancora più marcate.
Questo studio ha evidenziato come la caratterizzazione dettagliata e quantitativa degli autoanticorpi nella Sindrome di Sjögren primaria fornisca informazioni utili non solo per la diagnosi, ma anche per la stratificazione prognostica. In particolare, specifici profili e titoli anticorpali si associano a parametri clinico-sierologici rilevanti, suggerendo che un approccio integrato possa migliorare la gestione e la personalizzazione terapeutica della malattia.
Gli autoanticorpi rappresentano un elemento centrale nella sindrome di Sjögren primaria, con un ruolo diagnostico, prognostico e patogenetico. Nella pratica clinica la sierologia viene generalmente valutata in modo qualitativo, rilevando solo la presenza o assenza di specifici autoanticorpi. Tuttavia tale approccio potrebbe risultare insufficiente nel descrivere le relazioni tra il profilo sierologico e le manifestazioni cliniche, istologiche e laboratoristiche della malattia. Questo studio si propone di valutare, in una coorte di pazienti alla diagnosi, l’associazione tra le singole specificità anticorpali e i dati clinici, istologici e sierologici, nonché il possibile valore aggiunto dei titoli anticorpali nel migliorare la stratificazione prognostica rispetto alla sola valutazione qualitativa.
Lo studio ha analizzato 98 pazienti con Sindrome di Sjögren primaria (criteri ACR/EULAR 2016), raccogliendo dati clinici, istologici, sierologici e clinimetrici. L’attività di malattia è stata valutata con ESSDAI, mentre i sintomi percepiti con ESSPRI e VAS.
In linea con quanto riportato in letteratura le specificità anticorpali influenzano l’espressione clinica della Sjögren primaria, con correlazioni all’età, all’ipergammaglobulinemia e al fattore reumatoide. I pazienti con doppia positività (anti-Ro52 e anti-Ro60) risultano più giovani, mentre i sieronegativi sono più anziani; la tripla positività (anti-Ro52, anti-Ro60, anti-SSB) si associa a livelli più elevati di FR e IgG e a una maggiore attività di malattia, seppur non significativa.
La rilevazione separata di anti-Ro52, anti-Ro60 e anti-SSB è utile non solo per la diagnosi, ma anche per definire la prognosi e guidare un trattamento personalizzato, grazie a correlazioni con il coinvolgimento polmonare, ghiandolare e oculare.
Anche la quantificazione dei titoli anticorpali ha mostrato forti correlazioni con parametri clinici e sierologici, associandosi a maggiore punteggi all’ESSDAI, ipergammaglobulinemia, ipocomplementemia, linfopenia e coinvolgimento d’organo.
Anti-Ro52 è correlato con attività ghiandolare, IgG e C4; anti-Ro60 con età, ipergammaglobulinemia e linfopenia; anti-SSB con test oculari, amilasi salivare e globuli bianchi. Nei pazienti SSA positivi, queste associazioni risultano ancora più marcate.
Questo studio ha evidenziato come la caratterizzazione dettagliata e quantitativa degli autoanticorpi nella Sindrome di Sjögren primaria fornisca informazioni utili non solo per la diagnosi, ma anche per la stratificazione prognostica. In particolare, specifici profili e titoli anticorpali si associano a parametri clinico-sierologici rilevanti, suggerendo che un approccio integrato possa migliorare la gestione e la personalizzazione terapeutica della malattia.
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