Tesi etd-02232025-173111 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
SORRENTINO, ELEONORA
URN
etd-02232025-173111
Titolo
PROGRAMMAZIONE ECONOMICA E IMPRESA PUBBLICA: DIBATTITI E PROSPETTIVE NEGLI ANNI '60
Dipartimento
SCIENZE POLITICHE
Corso di studi
COMUNICAZIONE D'IMPRESA E POLITICA DELLE RISORSE UMANE
Relatori
relatore Prof. Cini, Marco
Parole chiave
- p. economica; socialismo; impresa pubblica
Data inizio appello
24/03/2025
Consultabilità
Completa
Riassunto
Il tema della programmazione economica in Italia negli anni Sessanta evoca l’idea di un progetto ambizioso e strutturato, concepito come un tentativo concreto di orientare e governare lo sviluppo economico del Paese.
L’elaborato ha come obiettivo quello di illustrare la programmazione economica italiana degli anni Sessanta, con particolare attenzione al ruolo dell’impresa pubblica e ai dibattiti e prospettive emerse nei convegni nazionali dell’epoca, mettendone in luce le principali dinamiche politiche, economiche e istituzionali che hanno caratterizzato l’intervento pubblico nell’economia, valutandone l’impatto sulla modernizzazione del Paese e sulle strategie di sviluppo nazionale.
Nel primo capitolo si approfondisce il contesto politico in cui si sviluppa la programmazione economica, evidenziando il passaggio dal centrismo al centrosinistra e il ruolo chiave svolto dalla DC e dal PSI. Particolare attenzione è rivolta alla Nota Aggiuntiva di Ugo La Malfa, documento che definisce le basi politiche e teoriche della programmazione economica, e alla Commissione Nazionale per la Programmazione Economica (CNPE), istituita per tradurre in strumenti operativi gli obiettivi programmatici.
Il secondo capitolo si concentra sulle discussioni emerse nei principali convegni nazionali, nei quali economisti e studiosi hanno dibattuto sul rapporto tra programmazione e impresa pubblica. Si analizzano le diverse posizioni teoriche sulla funzione dell’impresa pubblica, evidenziando il suo ruolo non solo come strumento di intervento diretto dello Stato nell’economia, ma anche come leva strategica per ridurre gli squilibri territoriali e favorire una crescita più equa e sostenibile. In particolare, si approfondisce il contributo di economisti come Francesco Forte e Giorgio Ruffolo, i quali hanno discusso i limiti e le potenzialità dell’impresa pubblica rispetto ai limiti del mercato e alle inefficienze del settore privato.
Nel terzo capitolo si analizza il Piano Pieraccini, evidenziando come esso rappresenti il compromesso politico che diede vita al progetto di programmazione economica. Attraverso un esame delle politiche di investimento, dei meccanismi di finanziamento e delle strategie di sviluppo industriale, il capitolo mette in luce il passaggio da un modello di intervento pubblico più incisivo e riformista ad un modello più flessibile e meno vincolante.
In conclusione, si pone una riflessione critica sugli esiti e sui principali ostacoli della programmazione economica, nonché sul ruolo dell’impresa pubblica nella modernizzazione dell’economia italiana.
L’elaborato ha come obiettivo quello di illustrare la programmazione economica italiana degli anni Sessanta, con particolare attenzione al ruolo dell’impresa pubblica e ai dibattiti e prospettive emerse nei convegni nazionali dell’epoca, mettendone in luce le principali dinamiche politiche, economiche e istituzionali che hanno caratterizzato l’intervento pubblico nell’economia, valutandone l’impatto sulla modernizzazione del Paese e sulle strategie di sviluppo nazionale.
Nel primo capitolo si approfondisce il contesto politico in cui si sviluppa la programmazione economica, evidenziando il passaggio dal centrismo al centrosinistra e il ruolo chiave svolto dalla DC e dal PSI. Particolare attenzione è rivolta alla Nota Aggiuntiva di Ugo La Malfa, documento che definisce le basi politiche e teoriche della programmazione economica, e alla Commissione Nazionale per la Programmazione Economica (CNPE), istituita per tradurre in strumenti operativi gli obiettivi programmatici.
Il secondo capitolo si concentra sulle discussioni emerse nei principali convegni nazionali, nei quali economisti e studiosi hanno dibattuto sul rapporto tra programmazione e impresa pubblica. Si analizzano le diverse posizioni teoriche sulla funzione dell’impresa pubblica, evidenziando il suo ruolo non solo come strumento di intervento diretto dello Stato nell’economia, ma anche come leva strategica per ridurre gli squilibri territoriali e favorire una crescita più equa e sostenibile. In particolare, si approfondisce il contributo di economisti come Francesco Forte e Giorgio Ruffolo, i quali hanno discusso i limiti e le potenzialità dell’impresa pubblica rispetto ai limiti del mercato e alle inefficienze del settore privato.
Nel terzo capitolo si analizza il Piano Pieraccini, evidenziando come esso rappresenti il compromesso politico che diede vita al progetto di programmazione economica. Attraverso un esame delle politiche di investimento, dei meccanismi di finanziamento e delle strategie di sviluppo industriale, il capitolo mette in luce il passaggio da un modello di intervento pubblico più incisivo e riformista ad un modello più flessibile e meno vincolante.
In conclusione, si pone una riflessione critica sugli esiti e sui principali ostacoli della programmazione economica, nonché sul ruolo dell’impresa pubblica nella modernizzazione dell’economia italiana.
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