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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-02222016-105812


Tipo di tesi
Tesi di laurea specialistica LC6
Autore
BASILE, NICOLETTA
URN
etd-02222016-105812
Titolo
OUTCOME GRAVIDICO E TASSO DI RECIDIVA IN PAZIENTI SOTTOPOSTE A CONIZZAZIONE PER LESIONE INTRAEPITELIALE SQUAMOSA DI ALTO GRADO DELLA CERVICE UTERINA.
Dipartimento
RICERCA TRASLAZIONALE E DELLE NUOVE TECNOLOGIE IN MEDICINA E CHIRURGIA
Corso di studi
MEDICINA E CHIRURGIA
Relatori
relatore Prof. Gadducci, Angiolo
tutor Dott. Taponeco, Fabio
Parole chiave
  • cervice uterine
  • cesarei in travaglio
  • CIN 2-3
  • conizzazione
  • gravidanza
  • HPV
  • LEEP
  • margini
  • mRNA E6/E7
  • p16
  • parti pretermine
  • profondità coni
  • recidivalesione intraepiteliale squamosa
Data inizio appello
15/03/2016
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
15/03/2086
Riassunto
Il carcinoma della cervice uterina rappresenta in Europa e nel mondo, la quarta neoplasia per incidenza e per causa di morte, attestandosi come seconda, dopo il carcinoma della mammella, per incidenza e numero di decessi nella popolazione femminile.
Il numero più consistente di decessi si verifica nei paesi di basso livello socio-economico.
L’infezione da parte dei ceppi ad alto rischio oncogenico dell’HPV (Human Papillomavirus), costituisce la condizione necessaria per lo sviluppo delle lesione intraepiteliali, prima, e del carcinoma invasivo, poi.
Sebbene nel corso della vita, più del 75% delle donne sessualmente attive contraggano il virus, nella maggior parte dei casi, esse non svilupperanno le sequele a cui l’infezione potrebbe condurre, in quanto, il sistema immunitario riesce a mettere in atto una clearance che si realizza, in più del 90% delle donne, entro i 24 mesi.
Una relazione inversa lega prevalenza dell’infezione da HPV ed età, con un primo picco -più elevato - che interessa le donne di età sotto i 25 anni ed un secondo picco - meno accentuato - che si riferisce a donne adulte over 50.
La sensibilizzazione verso i programmi di screening e l’aderenza ad essi, unitamente all’opportunità di effettuare prevenzione primaria, mediante vaccinazione, contribuiranno, in futuro, a ridurre l’impatto del carcinoma della cervice in maniera significativa.
È proprio grazie allo screening che un crescente numero di lesioni intraepiteliali vengono precocemente individuate e trattate, scongiurando esiti infausti ma, talvolta, esponendo le pazienti al rischio di over-treatment.
Il trattamento di elezione delle lesioni intraepiteliali di alto grado e del carcinoma microinvasivo è rappresentato dalla conizzazione, un presidio al tempo stesso diagnostico e terapeutico, che rientra nelle tecniche escissionali. Il termine comprende vari tipi di escissione, in blocco unico (da preferire) o sottoforma di prelievi multipli.
Attualmente, la LEEP (Loop Electrosurgical Excision Procedure), consistente nella rimozione tissutale a radiofrequenza, è la tecnica più utilizzata per via dei vantaggi in termini di: ridotto sanguinamento, esecuzione in anestesia locale e riduzione delle complicanze stenotiche. Consente, inoltre, un migliore ripristino della neo giunzione squamo-colonnare, rendendo possibile una perfetta visualizzazione al follow-up cito-colposcopico.
In quest’ottica, lo scopo della presente tesi è duplice: valutare gli eventi di recidiva ed indagare l’outcome ostetrico su un campione di 416 pazienti sottoposte a conizzazione nel periodo 2000-2014.
Il fenomeno della recidiva è stato valutato mettendolo in relazione a diverse variabili:
- età delle pazienti,
- positività dei margini di resezione (esocervicali, endocervicali o positività di entrambi),
- persistenza dell’infezione di HPV ad alto rischio singola o multipla a 3 e a 6 mesi dopo la conizzazione,
- grading istologico,
- profondità del cono rimosso,
- presenza di espressione dell’ mRNA per le proteine virali E6/E7 ,
- dell’oncosoppressore p16.
Soprattutto, l’interesse è stato rivolto alla stima della validità delle proteine E6 ed E7 e della p16, come indicatori di recidiva e di progressione.
In secondo luogo, l’attenzione è stata posta sul trattamento delle lesioni pre-invasive della portio nelle donne in età fertile. È notevole, infatti, l’interesse clinico e scientifico suscitato dai possibili eventi gravidici avversi che la conizzazione potrebbe comportare.
Questo lavoro mostra come, la rimozione di coni di profondità inferiore a 10 mm, non inferisca sull'esito delle gravidanze rispetto alla popolazione generale nè in termini di parti pretermine né di cesarei in travaglio, tantomeno in aborti.
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