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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-02202022-212742


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
COMPAGNO, ENNIO RUGGERO
URN
etd-02202022-212742
Titolo
Il ruolo della Comunicazione nella moderna Guerra Ibrida
Dipartimento
SCIENZE POLITICHE
Corso di studi
SCIENZE MARITTIME E NAVALI
Relatori
relatore Diana, Luigi
Parole chiave
  • guerra ibrida
  • hybrid warfare
  • comunicazione strategica
  • comunicazione
Data inizio appello
04/03/2022
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
04/03/2092
Riassunto
I primi due decenni del ventunesimo secolo sono stati caratterizzati dalla massiccia produzione e diffusione di nuovi ritrovati tecnologici; la facilità di accesso a tali ritrovati ha fortemente sviluppato le potenzialità di acquisizione delle informazioni e interazione con altri utenti della maggior parte della popolazione globale. Il processo di “democratizzazione” della tecnologia infatti è alla base dell’adozione di un nuovo livello di conflitto, protagonista dello scenario geopolitico moderno: la cosiddetta Guerra Ibrida.
Trattasi di un concetto ancora dibattuto, che si caratterizza per la convergenza e sovrapposizione di tattiche ed elementi più o meno convenzionali, perpetrati da attori spesso non identificabili in uno Stato sovrano.
In tale contesto la comunicazione ha assunto un ruolo preminente nell’ambito dei mezzi a supporto della conduzione del conflitto ibrido. Diversi attori, tra cui la Russia, ne hanno fatto un asset importante e centrale, al pari se non maggiore delle tradizionali componenti militari. Citando la celebre Dottrina Gerasimov si teorizza, in un conflitto moderno, un rapporto di proporzione di uno a quattro fra misure militari e misure non strettamente militari. Tra queste ultime un ruolo primario lo ricoprono le informazioni e la loro metodologia di diffusione, è proprio in tale ambito che si identificano dinamiche e mezzi impiegati sia come strumento delle minacce ibride sia per il contrasto alle stesse.
La trattazione si propone di offrire una panoramica sui processi che hanno portato alla concettualizzazione della Hybrid Warfare e delle sue componenti evidenziandone le differenze con le dottrine più tradizionaliste. Si analizzeranno, inoltre, le peculiarità e le dinamiche di attuazione dei potenziali mezzi di contrasto a tali tipologie di minaccia, tenuto conto del ruolo ricoperto in particolare dalla comunicazione strategica e dagli ormai onnipresenti Social Media.
La suddetta tipologia di studio, diviene prioritaria in un contesto, come quello moderno, in cui la maggior parte dei soggetti può avere accesso ad una quantità pressoché illimitata di dati. Ognuno di noi è fruitore e potenzialmente creatore di informazioni che, dipendentemente dall’uso che ne viene fatto, producono esiti più o meno concreti sulla realtà in termini intrepretativi e decisionali.
Tale processo assume ancor più criticità nel momento in cui esso dia origine ad effetti in sfere di particolare rilevanza sociale, politica ed economica. La creazione e diffusione di una determinata narrativa, basata la maggior parte delle volte sulle cosiddette fake news, può arrivare a destabilizzare un’intera organizzazione statale. Ciò si evince da quanto occorso in diversi paesi europei, vittime di questa particolare tipologia di minaccia ibrida, tra tali eventi spiccano in particolare gli sviluppi che hanno portato all’annessione della Crimea da parte Russa nel 2014 e che ha visto diversi attori terzi, siano essi singoli stati o organizzazioni internazionali, rimanere impotenti e passivi.
Assume pertanto un aspetto di particolare necessità l’individuazione di efficaci metodi di contrasto ai fenomeni di cui sopra. Essi possono essere indentificati in una concreta lotta alla disinformazione, componente principe delle minacce ibride in campo comunicativo, tramite processi virtuosi di verifica delle informazioni o attraverso l’applicazione del concetto di comunicazione strategica. Quest’ultima comprende una serie sistematica di attività che consentano la comprensione dell’audience, l’identificazione dei canali comunicativi più efficaci e lo sviluppo e promozione di idee ed opinioni finalizzate a cagionare nei soggetti destinatari particolari tipi di comportamento o atteggiamento.
È in questi passaggi, dunque, che si dovrebbe identificare una delle priorità della politica di sicurezza occidentale per il contrasto efficace e reattivo delle sempre più presenti e cangianti minacce ibride alle quali è esposta la società moderna.
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