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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-02072025-124601


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
GRASSI, EGLE
URN
etd-02072025-124601
Titolo
Il diritto del lavoro alla prova delle discriminazioni religiose
Dipartimento
ECONOMIA E MANAGEMENT
Corso di studi
CONSULENZA PROFESSIONALE ALLE AZIENDE
Relatori
relatore Mortillaro, Giuseppina
Parole chiave
  • convinzoni personali
  • diritto antidiscriminatorio
  • diritto del lavoro
  • discriminazioni
  • rapporto di lavoro
  • religione
Data inizio appello
24/02/2025
Consultabilità
Completa
Riassunto
La tesi analizza il principio di eguaglianza e la tutela antidiscriminatoria nel diritto del lavoro, ponendo particolare attenzione al tema delle discriminazioni sul lavoro per motivi di religione e convinzioni personali, sia con riferimento al contesto europeo che nazionale e alle relative evoluzioni normative. L’obiettivo è evidenziare come il diritto del lavoro sia uno strumento fondamentale per garantire un accesso equo alle opportunità occupazionali e per prevenire discriminazioni basate su fattori personali e sociali.
In primo luogo, si introduce il concetto di eguaglianza, dall’origine del concetto, fino alla distinzione tra eguaglianza formale ed eguaglianza sostanziale, passando poi per analizzare il ruolo che questo principio ha assunto nel contesto comunitario in tre momenti particolari del processo di integrazione europea, considerando anche il ruolo centrale che sul punto ha avuto la Corte di Giustizia Europea.
Di seguito si approfondisce la tutela antidiscriminatoria, esaminandone l’evoluzione storica e il suo impatto sui rapporti di lavoro, dalle prime norme risalenti agli anni ’60 e ’70 alle direttive di nuova generazione che hanno portato ad un impianto definitorio più chiaro e completo, in grado di cogliere sia l’aspetto individuale della discriminazione, sia il carattere strutturale e sistemico della stessa, pur non mancando lacune, criticità ed elementi di debolezza della tutela.
Il lavoro poi si concentra nello specifico sulla discriminazione basata su religione e convinzioni personali, analizzandone i riferimenti normativi a livello interazionale, comunitario e nazionale; viene poi affrontata la problematica definitoria ed il dibattito circa la relazione tra i due fattori menzionati e le implicazioni in tutto il rapporto lavorativo: dalla scelta dell’impiego, all'accesso all’occupazione, alle politiche aziendali che possono limitare l’uso di simboli religiosi sul posto di lavoro, fino a licenziamenti discriminatori illegittimi.
Il diritto alla libertà religiosa è sancito sia dalla normativa italiana che da numerose convenzioni internazionali, ma il suo esercizio incontra limiti nel bilanciamento con altri diritti e interessi specie di natura economica.
Non mancano nel nostro ordinamento forme di eccezioni e di tutela: si parla di tutela preventiva riconosciuta in particolare nello Statuto dei lavoratori e perpetrata attraverso campagne di sensibilizzazione e buone pratiche aziendali; di procedure conciliative come possibile soluzione antecedente ed alternativa all’azione in giudizio, la quale comunque è ovviamente possibile e trattata nel seguente elaborato con riferimento all’evoluzione dell’azione civile contro la discriminazione e alla struttura del giudizio con cui viene perseguita.
In conclusione, questo lavoro vuole sottolineare il progresso compiuto nel riconoscere e contrastare le discriminazioni nel lavoro, ma evidenziare anche le sfide ancora presenti. Nonostante le numerose normative e il contributo della giurisprudenza europea, le discriminazioni persistono in molte forme, richiedendo un costante aggiornamento delle politiche e delle strategie di intervento. La crescente attenzione delle istituzioni, delle aziende e della società civile verso l’inclusione e la diversità rappresenta un segnale positivo per il futuro. Il diritto del lavoro, dunque, deve continuare a evolversi per rispondere ai nuovi bisogni e garantire una tutela sempre più efficace contro le discriminazioni.
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