Tesi etd-02072025-101505 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
SVETTI, IRENE
URN
etd-02072025-101505
Titolo
L’economia circolare e la (Anti) circolarità nel Fast Fashion: Un’analisi del caso di Shein
Dipartimento
ECONOMIA E MANAGEMENT
Corso di studi
STRATEGIA, MANAGEMENT E CONTROLLO
Relatori
relatore Occhipinti, Zeila
Parole chiave
- "circular economy"
- "Fast Fashion"
- "Shein
- "textile sector"
Data inizio appello
24/02/2025
Consultabilità
Completa
Riassunto
Il cambiamento climatico é diventato una delle sfide globali più urgenti, con effetti sempre più evidenti sugli ecosistemi, sull’economia e sulla società. Le imprese si sono trovate a dover rivedere i loro modelli di business per allinearsi alle nuove esigenze di sostenibilità, considerata non più solo un obbligo normativo, ma un’opportunità strategica per migliorare la competitività e rispondere alla crescente domanda dei consumatori, sempre più attenti all’impatto ambientale dei prodotti che acquistano. Questo aspetto sta diventando un valore fondamentale, che sta spingendo le aziende a adottare pratiche più responsabili. L’economia circolare svolge un ruolo cruciale in questo processo, promuovendo il riciclo e il riutilizzo delle risorse al fine di ridurre rifiuti e inquinamento.
Il settore tessile rappresenta un pilastro fondamentale dell’economia globale, con un impatto significativo sull’ambiente e sulla società.
Negli ultimi anni, molte aziende tessili stanno facendo progressi verso la sostenibilità, adottando pratiche più responsabili e attente all’ambiente. Un esempio di questa evoluzione è Manteco S.p.A., un’azienda italiana che ha fatto della sostenibilità il suo cuore pulsante, investendo in tecnologie innovative per il riciclo della lana.
Tuttavia, il settore del Fast Fashion sta creando resistenze a questo processo di trasformazione, poiché si basa sulla produzione rapida e a basso costo dei capi d’abbigliamento che sono destinati a un utilizzo di breve periodo.
Le aziende che seguono questo modello si trovano in difficoltà nel conciliare la sostenibilità con la rapidità di produzione. Quest’ultimi se dovessero adattarsi a pratiche sostenibili dovrebbero rivoluzionare l’intero modello di business.
Un esempio di azienda che opera con il modello Ultra Fast Fashion è Shein, che produce capi d’abbigliamento a una velocità incredibile e a costi ancora più bassi, con un impatto negativo sull’ambiente e sulle condizioni di lavoro. Questo processo di business si distingue per la capacità di creare e distribuire rapidamente nuove collezioni, facendo leva su una costante innovazione e sulla rapidità di produzione per attrarre un pubblico giovane che cerca moda economica.
Nonostante le numerose denunce e critiche per le sue pratiche non etiche e dannose, Shein è riuscita a ottenere un successo straordinario nel mercato globale, diventando un leader nel settore dell’Ultra Fast Fashion. La sua crescita é stata esponenziale, ma il suo processo produttivo solleva importanti interrogativi sul futuro della moda e sulla possibilità di conciliare la sostenibilità con il consumismo rapido.
La contraddizione a tutto ciò, è che i consumatori dichiarano di preferire prodotti sostenibili, ma sembrano continuare ad acquistare da marchi come Shein, il cui modello produttivo é incompatibile con i principi di sostenibilità . Se da un lato aziende come Zara e H&M hanno cercato di adattarsi al cambiamento promuovendo la sostenibilità con l’utilizzo di materiali riciclati e l’offerta di prodotti di seconda mano, il colosso cinese sembra restare indietro su questi temi, non avendo implementato modifiche significative nel proprio processo produttivo.
Il caso di Shein mette in evidenza le difficoltà di rendere il Fast Fashion compatibile con la sostenibilità. La velocità di produzione, che consente di mantenere i costi bassi e rispondere rapidamente alle richieste dei consumatori, é intrinsecamente incompatibile con i processi più responsabili e sostenibili. Però, non per questo sarà impossibile rendere Shein più ecologico, ma tale cambiamento richiederebbe un ripensamento radicale del suo modello di business, che comporterebbe costi elevati e rischi legati alla perdita di competitività e clientela.
In particolare, l’azienda dovrebbe affrontare la questione più discussa, ossia il trattamento dei lavoratori, implementando pratiche etiche e garantendo condizioni di lavoro migliori, oltre a investire nell’adozione di materiali sostenibili e a migliorare la trasparenza nella sua filiera produttiva. Questi sono tutti aspetti fondamentali per rispondere alle crescenti richieste di responsabilità sociale e ambientale, ma che oggi Shein non é riuscita ad implementare in modo sufficiente.
Nonostante la teoria suggerisca che l’azienda potrebbe evolversi verso una moda più “green”, la realtà di fatto é che il modello ultra-rapido é difficile da conciliare con i principi della sostenibilità. Poiché, adottare pratiche ecologiche richiederebbe una completa ristrutturazione dei processi aziendali, un significativo impegno finanziario e una revisione dei valori fondamentali del marchio. Il percorso verso una moda sostenibile, per Shein, sarebbe arduo e complesso, ma non impossibile, se l’azienda fosse disposta a fare il necessario cambiamento.
Il settore tessile rappresenta un pilastro fondamentale dell’economia globale, con un impatto significativo sull’ambiente e sulla società.
Negli ultimi anni, molte aziende tessili stanno facendo progressi verso la sostenibilità, adottando pratiche più responsabili e attente all’ambiente. Un esempio di questa evoluzione è Manteco S.p.A., un’azienda italiana che ha fatto della sostenibilità il suo cuore pulsante, investendo in tecnologie innovative per il riciclo della lana.
Tuttavia, il settore del Fast Fashion sta creando resistenze a questo processo di trasformazione, poiché si basa sulla produzione rapida e a basso costo dei capi d’abbigliamento che sono destinati a un utilizzo di breve periodo.
Le aziende che seguono questo modello si trovano in difficoltà nel conciliare la sostenibilità con la rapidità di produzione. Quest’ultimi se dovessero adattarsi a pratiche sostenibili dovrebbero rivoluzionare l’intero modello di business.
Un esempio di azienda che opera con il modello Ultra Fast Fashion è Shein, che produce capi d’abbigliamento a una velocità incredibile e a costi ancora più bassi, con un impatto negativo sull’ambiente e sulle condizioni di lavoro. Questo processo di business si distingue per la capacità di creare e distribuire rapidamente nuove collezioni, facendo leva su una costante innovazione e sulla rapidità di produzione per attrarre un pubblico giovane che cerca moda economica.
Nonostante le numerose denunce e critiche per le sue pratiche non etiche e dannose, Shein è riuscita a ottenere un successo straordinario nel mercato globale, diventando un leader nel settore dell’Ultra Fast Fashion. La sua crescita é stata esponenziale, ma il suo processo produttivo solleva importanti interrogativi sul futuro della moda e sulla possibilità di conciliare la sostenibilità con il consumismo rapido.
La contraddizione a tutto ciò, è che i consumatori dichiarano di preferire prodotti sostenibili, ma sembrano continuare ad acquistare da marchi come Shein, il cui modello produttivo é incompatibile con i principi di sostenibilità . Se da un lato aziende come Zara e H&M hanno cercato di adattarsi al cambiamento promuovendo la sostenibilità con l’utilizzo di materiali riciclati e l’offerta di prodotti di seconda mano, il colosso cinese sembra restare indietro su questi temi, non avendo implementato modifiche significative nel proprio processo produttivo.
Il caso di Shein mette in evidenza le difficoltà di rendere il Fast Fashion compatibile con la sostenibilità. La velocità di produzione, che consente di mantenere i costi bassi e rispondere rapidamente alle richieste dei consumatori, é intrinsecamente incompatibile con i processi più responsabili e sostenibili. Però, non per questo sarà impossibile rendere Shein più ecologico, ma tale cambiamento richiederebbe un ripensamento radicale del suo modello di business, che comporterebbe costi elevati e rischi legati alla perdita di competitività e clientela.
In particolare, l’azienda dovrebbe affrontare la questione più discussa, ossia il trattamento dei lavoratori, implementando pratiche etiche e garantendo condizioni di lavoro migliori, oltre a investire nell’adozione di materiali sostenibili e a migliorare la trasparenza nella sua filiera produttiva. Questi sono tutti aspetti fondamentali per rispondere alle crescenti richieste di responsabilità sociale e ambientale, ma che oggi Shein non é riuscita ad implementare in modo sufficiente.
Nonostante la teoria suggerisca che l’azienda potrebbe evolversi verso una moda più “green”, la realtà di fatto é che il modello ultra-rapido é difficile da conciliare con i principi della sostenibilità. Poiché, adottare pratiche ecologiche richiederebbe una completa ristrutturazione dei processi aziendali, un significativo impegno finanziario e una revisione dei valori fondamentali del marchio. Il percorso verso una moda sostenibile, per Shein, sarebbe arduo e complesso, ma non impossibile, se l’azienda fosse disposta a fare il necessario cambiamento.
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