Tesi etd-02072016-184653 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
CANEPUZZI, FEDERICO
URN
etd-02072016-184653
Titolo
Ricostruzione di un modello concettuale geologico, idrogeologico e geochimico della zona orientale della Valdarno Inferiore per fini geotermici.
Dipartimento
SCIENZE DELLA TERRA
Corso di studi
SCIENZE E TECNOLOGIE GEOLOGICHE
Relatori
relatore Sbrana, Alessandro
Parole chiave
- analisi geochimica
- analisi stratigrafica
- piana alluvionale
- Pontedera
- studio geotermico
Data inizio appello
26/02/2016
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
26/02/2086
Riassunto
Questo lavoro di tesi è stato mirato alla ricostruzione di un modello concettuale geologico, idrogeologico e geochimico di un’area della Valdarno Inferiore (Toscana) compresa tra i comuni di Lari, Ponsacco, Pontedera, Montopoli Val d’Arno e Santa Maria a Monte. Il fine del progetto è stato quello di avere un quadro del sottosuolo in modo da poter valutare uno sfruttamento geotermico per l’area.
Per realizzare questo obbiettivo sono state eseguite le seguenti attività:
• digitalizzazione dei dati stratigrafici, idrogeologici e geochimici presenti in bibliografia;
• ricostruzione del sottosuolo attraverso l’osservazione dei dati stratigrafici esistenti e la realizzazione di 9 sezioni idrostratigrafiche, al fine di valutare la continuità laterale degli orizzonti acquiferi incontrati;
• valutazione dei dati idraulici del principale acquifero;
• studio geochimico del principale acquifero grazie ai dati ottenuti dalla campagna di campionamento eseguita nell’area.
Lo studio ha portato ad individuare nei primi 70 – 100 metri di profondità continue variazioni di materiale sedimentario sciolto sia ad alta permeabilità (ghiaia e sabbia) che a bassa permeabilità (argilla e limo), la cui origine è stata interpretata come fluviale. In particolare dal punto di vista idrogeologico, è stato individuato un orizzonte acquifero, denominato con la lettera B, dotato di un’ottima continuità laterale. Questo livello, la cui profondità del tetto varia tra i -7,4 e i -38 metri s.l.m.m., ha uno spessore medio di circa 6 metri e si trova tra depositi argillosi e limosi. Il confronto tra la descrizione litologica eseguita durante la perforazione e i valori di permeabilità derivati da prove di pompaggio (10⁻⁴ o 10⁻⁵ m/s), indica che questo livello è composto da ghiaie e sabbie con forse anche una componente limosa. Le analisi chimiche eseguite su questo acquifero hanno mostrato elevate concentrazioni di bicarbonati rispetto agli altri ioni, arrivando anche a 700 mg/l. Oltre a ciò, è stata osservata una variazione della composizione chimica delle acque all’incrocio tra la Valdarno e la Valdera, probabilmente a causa delle acque derivanti da quest’ultima che presentano una concentrazione ionica maggiore. Infine, per quanto riguarda la temperatura, tutte le acque dell’acquifero B hanno una temperatura compresa tra 16° e 18,7° C.
Dall’analisi stratigrafica è stato anche possibile osservare la presenza di altri livelli acquiferi potenzialmente importanti a profondità maggiori rispetto all’acquifero B. Tutti questi livelli sono stati inseriti in un ipotetico acquifero denominato C per i pochi dati disponibili che hanno impedito una possibile ricostruzione. Tuttavia da tre campionamenti eseguiti su queste acque si è potuto comunque osservare che la composizione chimica è simile alle acque dell’acquifero B ubicate all’uscita della Valdera. La temperatura di queste acque aumenta con la profondità fino a 24,8°C rintracciati a 180 metri di profondità.
Per realizzare questo obbiettivo sono state eseguite le seguenti attività:
• digitalizzazione dei dati stratigrafici, idrogeologici e geochimici presenti in bibliografia;
• ricostruzione del sottosuolo attraverso l’osservazione dei dati stratigrafici esistenti e la realizzazione di 9 sezioni idrostratigrafiche, al fine di valutare la continuità laterale degli orizzonti acquiferi incontrati;
• valutazione dei dati idraulici del principale acquifero;
• studio geochimico del principale acquifero grazie ai dati ottenuti dalla campagna di campionamento eseguita nell’area.
Lo studio ha portato ad individuare nei primi 70 – 100 metri di profondità continue variazioni di materiale sedimentario sciolto sia ad alta permeabilità (ghiaia e sabbia) che a bassa permeabilità (argilla e limo), la cui origine è stata interpretata come fluviale. In particolare dal punto di vista idrogeologico, è stato individuato un orizzonte acquifero, denominato con la lettera B, dotato di un’ottima continuità laterale. Questo livello, la cui profondità del tetto varia tra i -7,4 e i -38 metri s.l.m.m., ha uno spessore medio di circa 6 metri e si trova tra depositi argillosi e limosi. Il confronto tra la descrizione litologica eseguita durante la perforazione e i valori di permeabilità derivati da prove di pompaggio (10⁻⁴ o 10⁻⁵ m/s), indica che questo livello è composto da ghiaie e sabbie con forse anche una componente limosa. Le analisi chimiche eseguite su questo acquifero hanno mostrato elevate concentrazioni di bicarbonati rispetto agli altri ioni, arrivando anche a 700 mg/l. Oltre a ciò, è stata osservata una variazione della composizione chimica delle acque all’incrocio tra la Valdarno e la Valdera, probabilmente a causa delle acque derivanti da quest’ultima che presentano una concentrazione ionica maggiore. Infine, per quanto riguarda la temperatura, tutte le acque dell’acquifero B hanno una temperatura compresa tra 16° e 18,7° C.
Dall’analisi stratigrafica è stato anche possibile osservare la presenza di altri livelli acquiferi potenzialmente importanti a profondità maggiori rispetto all’acquifero B. Tutti questi livelli sono stati inseriti in un ipotetico acquifero denominato C per i pochi dati disponibili che hanno impedito una possibile ricostruzione. Tuttavia da tre campionamenti eseguiti su queste acque si è potuto comunque osservare che la composizione chimica è simile alle acque dell’acquifero B ubicate all’uscita della Valdera. La temperatura di queste acque aumenta con la profondità fino a 24,8°C rintracciati a 180 metri di profondità.
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