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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-02022025-212454


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
GROSSI, CHIARA ANNA ELSA
URN
etd-02022025-212454
Titolo
La porta occidentale d'Italia: Ventimiglia nella storia migratoria europea
Dipartimento
SCIENZE POLITICHE
Corso di studi
STUDI INTERNAZIONALI
Relatori
relatore Prof. Paoli, Simone
Parole chiave
  • migrazione
  • Ventimiglia
Data inizio appello
24/02/2025
Consultabilità
Completa
Riassunto
Ventimiglia - nota come “la porta occidentale dell’Europa” o “la città di confine” - è una città situata a 7 chilometri dal confine con la Francia e, in ragione di ciò, rappresenta un importante passaggio per i migranti che intendono recarsi nei paesi dell’Europa Centro-Settentrionale. La ricerca si concentra sul passaggio dell’Italia da paese di emigrazione a luogo di transito verso la Francia dal secondo dopoguerra a oggi, con una particolare attenzione a Ventimiglia come cerniera non solo tra Italia e Francia ma anche tra l’Africa settentrionale e il Medio Oriente, da una parte, ed Europa Centro-Settentrionale, dall’altro. Nel dettaglio, mentre i primi due capitoli analizzano storicamente il periodo tra la fine della seconda guerra mondiale e la crisi dei rifugiati del 2015, la terza e ultima parte si focalizza sullo specifico contesto ventimigliese, evidenziando non solo le politiche adottate dalle istituzioni locali ma anche le realtà di accoglienza e assistenza sviluppatesi per supportare le persone in arrivo e in transito. Dall’analisi emergerà il fatto che la frontiera è diventata un luogo complicato non solo per i migranti ma anche per le popolazioni locali e per le varie forme di associazionismo solidale. Verrà, quindi, alla luce come i controlli frontalieri, da un lato, e la “criminalizzazione” della migrazione e delle esperienze di solidarietà, dall’altro, siano diventati la normalità lungo il confine italo-francese. Al fine di controllare e disciplinare il transito di persone, le pratiche messe in atto dalle autorità sia francesi che italiane ricadono nel concetto di “containment through forced mobility” perché obbligano i migranti a compiere movimenti ripetitivi che rallentano il loro percorso migratorio, senza riuscire, per altro, né a dissuaderlo né a impedirlo.
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