Tesi etd-02022009-102214 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea vecchio ordinamento
Autore
PELLICCIARINI, SARA
URN
etd-02022009-102214
Titolo
La collezione delle oreficerie del Museo Archeologico Guarnacci di Volterra
Dipartimento
LETTERE E FILOSOFIA
Corso di studi
CONSERVAZIONE DEI BENI CULTURALI
Relatori
Relatore Prof. Bonamici, Marisa
Relatore Dott. Rosselli, Lisa
Relatore Dott. Rosselli, Lisa
Parole chiave
- oreficerie
Data inizio appello
16/02/2009
Consultabilità
Completa
Riassunto
Nel Museo Archeologico Guarnacci di Volterra è conservata una collezione di oreficerie che abbraccia un arco cronologico compreso tra l’VIII-IX secolo a.C. e l’età tardo romana.
Nonostante il carattere selettivo e di qualità della raccolta, tipico della sensibilità estetizzante ottocentesca, essa non ha avuto una vera e propria divulgazione a livello scientifico, eccetto alcune trattazioni specifiche limitate a pochi esemplari1 ed alcune citazioni negli studi di oreficeria più noti.
Questo è dovuto in parte al carattere composito della raccolta stessa, formata secondo principi collezionistici ottocenteschi, in parte alla grande importanza e fortuna critica che hanno avuto i gioielli di Gesseri, tanto da monopolizzare l’attenzione degli studiosi.
Infatti, nonostante una discreta documentazione d’archivio relativa alla formazione del Museo Guarnacci, per parte degli esemplari, non è possibile stabilire l’epoca esatta e le circostanze dei rinvenimenti, né tanto meno gli eventuali corredi d’appartenenza di ogni singolo oggetto.
Il catalogo contiene osservazioni tecniche e stilistiche per restituire un contenuto storico-archeologico allo scarno e generico dato anagrafico di partenza della raccolta, cercando così di reinserirla, con tutto il peso che la sua consistenza qualitativa e quantitativa le conferisce, entro il quadro archeologico d’origine e in particolare entro lo sviluppo dell’artigianato volterrano di quei secoli.
Grazie ad un’approfondita analisi è stato possibile mettere in evidenza elementi sia di natura tecnica sia ornamentale comuni alle oreficerie prese in esame, la cui presenza ricorrente tra gioielli tipologicamente diversi mi ha permesso di individuare un cospicuo numero di oggetti riferibili ad un solo centro di produzione, localizzabile a Volterra.
Con le analogie riscontrate in alcuni oggetti portati a confronto nelle singole schede si possono ricondurre al medesimo atelier gioielli di cui s’ignorava l’origine, oppure confermare dati antiquari già noti.
Si può quindi ipotizzare una matrice volterrana anche per alcune oreficerie appartenenti al Museo Archeologico di Firenze e di Populonia o prive di provenienza.
L’ipotesi di un’officina volterrana è avvalorata inoltre dalla conoscenza anche indiretta delle oreficerie provenienti dalle grandi collezioni formatesi nei primi decenni dell’Ottocento e poi confluite nei più importanti musei italiani ed esteri.
Nonostante il carattere selettivo e di qualità della raccolta, tipico della sensibilità estetizzante ottocentesca, essa non ha avuto una vera e propria divulgazione a livello scientifico, eccetto alcune trattazioni specifiche limitate a pochi esemplari1 ed alcune citazioni negli studi di oreficeria più noti.
Questo è dovuto in parte al carattere composito della raccolta stessa, formata secondo principi collezionistici ottocenteschi, in parte alla grande importanza e fortuna critica che hanno avuto i gioielli di Gesseri, tanto da monopolizzare l’attenzione degli studiosi.
Infatti, nonostante una discreta documentazione d’archivio relativa alla formazione del Museo Guarnacci, per parte degli esemplari, non è possibile stabilire l’epoca esatta e le circostanze dei rinvenimenti, né tanto meno gli eventuali corredi d’appartenenza di ogni singolo oggetto.
Il catalogo contiene osservazioni tecniche e stilistiche per restituire un contenuto storico-archeologico allo scarno e generico dato anagrafico di partenza della raccolta, cercando così di reinserirla, con tutto il peso che la sua consistenza qualitativa e quantitativa le conferisce, entro il quadro archeologico d’origine e in particolare entro lo sviluppo dell’artigianato volterrano di quei secoli.
Grazie ad un’approfondita analisi è stato possibile mettere in evidenza elementi sia di natura tecnica sia ornamentale comuni alle oreficerie prese in esame, la cui presenza ricorrente tra gioielli tipologicamente diversi mi ha permesso di individuare un cospicuo numero di oggetti riferibili ad un solo centro di produzione, localizzabile a Volterra.
Con le analogie riscontrate in alcuni oggetti portati a confronto nelle singole schede si possono ricondurre al medesimo atelier gioielli di cui s’ignorava l’origine, oppure confermare dati antiquari già noti.
Si può quindi ipotizzare una matrice volterrana anche per alcune oreficerie appartenenti al Museo Archeologico di Firenze e di Populonia o prive di provenienza.
L’ipotesi di un’officina volterrana è avvalorata inoltre dalla conoscenza anche indiretta delle oreficerie provenienti dalle grandi collezioni formatesi nei primi decenni dell’Ottocento e poi confluite nei più importanti musei italiani ed esteri.
File
Nome file | Dimensione |
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1.INTRODUZIONE.pdf | 86.82 Kb |
2.3.pdf | 75.58 Kb |
CAP.10.pdf | 68.51 Kb |
CAP.11.pdf | 113.72 Kb |
CAP.2.1.pdf | 87.01 Kb |
CAP.2.2 | 112.48 Kb |
CAP.2.4 | 120.28 Kb |
CAP.2.pdf | 16.16 Kb |
CAP.3.1.pdf | 15.94 Kb |
CAP.3.2.pdf | 66.19 Kb |
CAP.4.1.pdf | 13.48 Kb |
CAP.4.2.pdf | 160.95 Kb |
CAP.5.1.pdf | 13.16 Kb |
CAP.5.2.pdf | 66.19 Kb |
CAP.6.1.pdf | 14.37 Kb |
CAP.6.2.pdf | 154.82 Kb |
CAP.7.1.pdf | 14.85 Kb |
CAP.7.2.pdf | 50.58 Kb |
CAP.8.1.pdf | 14.42 Kb |
CAP.8.2.pdf | 63.80 Kb |
CAP.9.pdf | 60.61 Kb |
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