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Archivio digitale delle tesi discusse presso l'Università di Pisa

Tesi etd-01282022-112301


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
CECCONI, VALENTINA
URN
etd-01282022-112301
Titolo
Evidenze scientifiche sul ruolo del microbiota intestinale nell'attivita sportiva
Dipartimento
FARMACIA
Corso di studi
SCIENZE DELLA NUTRIZIONE UMANA
Relatori
relatore Dott.ssa Pellegrini, Carolina
Parole chiave
  • microbiota
  • probiotici
  • prebiotici
  • attività sportiva
  • alimentazione
Data inizio appello
23/02/2022
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
23/02/2025
Riassunto
La salute dell'intestino, lo stato delle difese gastrointestinali e, non meno importante, il contenuto e la composizione del microbiota intestinale possono avere un'influenza significativa sugli atleti, contribuendo a ridurre le lesioni croniche e allo stesso tempo migliorando le prestazioni. Il microbiota intestinale regola la salute dell'ospite influenzando più del 65% del sistema immunitario dell’intero organismo. La maggior parte dei componenti e dei mediatori del sistema immunitario sono controllati direttamente o indirettamente dal microbiota. I microbi che vivono nell'intestino influenzano il metabolismo, l'assorbimento dei nutrienti, l'omeostasi e la funzione immunitaria dell'ospite, che può riflettersi nelle risposte metaboliche di un individuo, nello sviluppo e nella salute dei singoli organi, tra cui cervello, ossa, cuore, e polmoni. Sebbene la componente genetica abbia grande influenza sul microbiota, anche lo stile di vita, le abitudini alimentari, e le esposizioni esogene, esercitano un impatto significativo. Una dieta sana, ricca di fibre e cibi integrali, stimola la crescita di specifici generi microbici, come Bifidobacterium, e Lactobacillus, e la produzione di metaboliti, come gli acidi grassi a catena corta (SCFA) che hanno un impatto benefico sulla salute. Questi microrganismi e i loro metaboliti potrebbero servire come terapia mirata per gli atleti per migliorare la funzione metabolica, immunitaria e della barriera intestinale; per questo l’integrazione con prebiotici e probiotici è un argomento di grande interesse negli ultimi anni, in quanto la loro assunzione modulando la composizione del microbiota e dei suoi metaboliti può influenzare la resa degli atleti. Infatti, rispetto all'individuo medio, gli atleti necessitano di una maggiore energia proveniente dal cibo, per questo solitamente effettuano anche sette tra pasti e spuntini al giorno. La credenza popolare nel mondo dello sport è che non sia importante la qualità del cibo e delle bevande ma la quantità di ciò che un atleta introduce in modo da massimizzare le necessità energetiche durante le prestazioni. Tendono a focalizzarsi esclusivamente su composizione corporea, idratazione, percentuali di macronutrienti, apporto calorico totale e bevande energetiche per ottimizzare le prestazioni. Le evidenze scientifiche invece, promuovono un approccio più profondo, evidenziando un ruolo molto importante del microbiota nello sportivo poiché è implicato nella produzione, immagazzinamento e dispendio energetico ma anche nell’infiammazione, idratazione e reazioni redox. È necessario far capire ad atleti ed allenatori che è più importante focalizzarsi sulla salute dell’atleta che non su rifornimenti e prestazioni. Processi infiammatori e di danno ai tessuti sono problematiche all’ordine del giorno negli atleti di élite che si allenano per oltre 35 ore settimanali. Il recupero spesso è inadeguato e questo porta ad un sistema immunitario compromesso, con conseguente perdita di giorni di allenamento, gare e insorgenza di lesioni croniche. È importante quindi che il mondo dello sport cerchi di ottimizzare strategie di allenamento e approcci dietetici mirati alla promozione della salute nell’atleta in modo da ridurre al minimo gli infortuni e massimizzare le performance.
Su queste basi, lo scopo del presente elaborato è di caratterizzare, attraverso una revisione degli studi presenti nella letteratura scientifica, il ruolo del microbiota intestinale nello sportivo focalizzando l’attenzione su come la sua modulazione può contribuire sia a migliorare le prestazioni sportive che a prevenire disturbi correlati ad attività sportiva agonistica.
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