• Apologia
• Aridosia
• Bruto toscano
• Lorenzaccio
• Lorenzino de' Medici

Nella notte tra il 5 e il 6 gennaio 1537 Lorenzino, discendente del ramo popolare della famiglia Medici, uccideva il primo duca di Firenze, Alessandro de’ Medici, suo cugino e compagno di scelleratezze, dando vita a un enigma che non ha mai trovato una soluzione. Ancora oggi, nonostante diversi storici coevi abbiano cercato di indagare le reali motivazioni del suo gesto e tanti studiosi abbiano tentato, tramite gli scritti di costoro e altri documenti dell’epoca, di comprenderne la personalità, Lorenzino de’ Medici rimane per noi un mistero. Già dai racconti degli storici non si ricava un’immagine ben definita di colui che fu chiamato “il Bruto toscano”: ne risulta più che altro una figura torbida, nella quale il bene e il male convivono senza mai prevalere l’uno sull’altro.
Lorenzino fu un erudito, amò profondamente i classici greci e latini, fu anche scrittore raffinato, seppure non fecondo. Dopo avere, nel primo capitolo, studiato, registrato e messo a confronto i dati storici in nostro possesso, analizzerò, nel secondo, le sue poche opere pervenuteci – la sua commedia, l’Aridosia, le poche rime, le nove lettere e il suo testo più importante, strettamente connesso con l’omicidio del cugino, l’Apologia. Nel capitolo finale, dedicato alle trasformazioni postume di Lorenzino, mi sono allontanata dalle fonti per portare a termine un nuovo lavoro, il più possibile completo, di analisi delle più importanti trasfigurazioni letterarie del Bruto toscano.