• Frantz Fanon
• l’invenzione di sé

Tema di questo lavoro sarà il ruolo giocato dal corpo nel processo di auto-creazione e invenzione di sé e il particolare legame che questo processo intrattiene con la violenza e con il mondo del «tu», a partire dalla condizione di alienazione in cui si trovano catapultate le «coscienze negre» nel contesto della colonia. Lo sforzo di disalienazione compiuto dai colonizzati nella guerra di liberazione algerina trova il suo fondamento e il suo motore nell’esperienza del corpo, corpo che sprigiona le tensioni accumulate a causa della brutalità della violenza coloniale e libera le sofferenze sedimentate in direzione di un’azione trasformativa del reale. Attraverso il riferimento ai testi di Frantz Fanon e il confronto di quest’ultimo con autori come Hegel e Sartre ripenserò la questione del ristabilimento del corpo come fondamento della facoltà di agire e insieme la questione di un sé capace e desideroso di aprirsi al mondo e agli altri. La violenza e la relazione con l’altro assumono in questo contesto un ruolo fondamentale. Innanzitutto, si tratta di chiedersi se si possa veramente pensare che l’auto-creazione si fondi su una negazione violenta; in secondo luogo si tratta di indagare il ruolo della violenza nell’atto di riorientarsi e reinventarsi dei colonizzati. Per Fanon la liberazione dal colonialismo deve porre le basi per un mondo più umano, deve cioè porre le basi per un futuro per l’umano che non sia più pervaso dalla violenza, un futuro che preveda una maniera di rivelarsi l’altro che sia non-violenta e si fondi su vincoli di solidarietà reciproca.