Tesi etd-01162025-122048 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
NOTO, EMMA
URN
etd-01162025-122048
Titolo
Sui segnali discorsivi nella prosa siciliana di Andrea Camilleri.
Dipartimento
FILOLOGIA, LETTERATURA E LINGUISTICA
Corso di studi
LINGUISTICA E TRADUZIONE
Relatori
relatore Prof. Maggiore, Marco
relatore Prof.ssa Bianchi, Valentina
relatore Prof.ssa Bianchi, Valentina
Parole chiave
- Andrea Camilleri
- dialetto
- dialetto siciliano
- prosa
- segnali discorsivi
Data inizio appello
07/02/2025
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
07/02/2095
Riassunto
L’elaborato si propone di esplorare la complessa storia della lingua italiana, caratterizzata dalla sua marcata frammentazione dialettale. A differenza di altre nazioni europee, dove una lingua nazionale si è affermata rapidamente, in Italia il processo di standardizzazione linguistica è stato lungo e ostacolato dalla predominanza dei dialetti locali, che hanno continuato a essere la principale forma di comunicazione fino al secolo scorso. Scopo del presente lavoro è di analizzare il ruolo cruciale dei dialetti nell'arricchire il patrimonio linguistico e culturale del Paese, concentrandosi in particolare sul dialetto siciliano e sul contributo dello scrittore Andrea Camilleri.
Nel primo capitolo, viene delineato il contesto storico-linguistico dell’Italia, evidenziando le difficoltà dell'unificazione linguistica post-unitaria e il ruolo persistente dei dialetti nella vita quotidiana, nonostante l'avanzamento dell'italiano standard. Si esplorano i principali dialetti italiani e le loro varietà, con un focus particolare sul dialetto siciliano.
Il secondo capitolo si concentra sull'opera di Andrea Camilleri, analizzando come l'autore abbia coniugato sapientemente dialetto e italiano, rendendo il siciliano un veicolo espressivo non solo regionale ma comprensibile a un pubblico più ampio. Camilleri utilizza il dialetto come strumento di resistenza culturale, mantenendo viva una tradizione linguistica e contribuendo al dialogo tra modernità e tradizione. Camilleri fonde i due poli della lingua e del dialetto, intrecciando i registri familiari e colloquiali in uno stile profondamente personale, radicato nell'italiano neo-standard, nell'italiano parlato e nel dialetto. Ne deriva una forma espressiva che si distingue dalla lingua letteraria tradizionale, poiché si orienta verso una scrittura che, pur mantenendo la fluidità del parlato, trova una sua elegante compiutezza narrativa.
Il terzo capitolo affronta il tema dei segnali discorsivi, analizzando il loro ruolo nella costruzione della coerenza e coesione testuale, sia nel parlato che nello scritto, evidenziando il loro impatto nella prosa di Camilleri.
Il quarto capitolo approfondisce il termine dialettale "mentri” che si configura non solo come congiunzione temporale o avversativa, ma anche come segnale discorsivo capace di collegare elementi narrativi e gestire il flusso della conversazione, rendendo il dialetto siciliano un veicolo espressivo dinamico e sofisticato. Altresì, nel quinto e ultimo capitolo, si prenderà in esame il caso di “Arà, Adà, Avà” con il proposito di analizzare le tre espressioni dialettali tipiche del siciliano che, pur presentando forme e varianti diatopicamente differenti, condividono una radice comune e di significato, mentre la loro pronuncia o frequenza d'uso può cambiare a seconda dell’area geografica di pertinenza.
Questa tesi mira a dimostrare come i dialetti siano stati e continuino ad essere un elemento fondamentale dell’identità linguistica italiana. L’attenzione rivolta ai dettagli linguistici e narrativi, attraverso estratti di dialoghi da corpus di italiano parlato, di parlato digitato e da estratti provenienti da testi letterari, posta in questo elaborato, è imprescindibile per la comprensione del ruolo dei dialetti nella prosa contemporanea, e al tempo stesso al fine di suscitare nuove riflessioni sulla necessità di preservare e valorizzare le varietà linguistiche locali in un mondo sempre più globalizzato.
Nel primo capitolo, viene delineato il contesto storico-linguistico dell’Italia, evidenziando le difficoltà dell'unificazione linguistica post-unitaria e il ruolo persistente dei dialetti nella vita quotidiana, nonostante l'avanzamento dell'italiano standard. Si esplorano i principali dialetti italiani e le loro varietà, con un focus particolare sul dialetto siciliano.
Il secondo capitolo si concentra sull'opera di Andrea Camilleri, analizzando come l'autore abbia coniugato sapientemente dialetto e italiano, rendendo il siciliano un veicolo espressivo non solo regionale ma comprensibile a un pubblico più ampio. Camilleri utilizza il dialetto come strumento di resistenza culturale, mantenendo viva una tradizione linguistica e contribuendo al dialogo tra modernità e tradizione. Camilleri fonde i due poli della lingua e del dialetto, intrecciando i registri familiari e colloquiali in uno stile profondamente personale, radicato nell'italiano neo-standard, nell'italiano parlato e nel dialetto. Ne deriva una forma espressiva che si distingue dalla lingua letteraria tradizionale, poiché si orienta verso una scrittura che, pur mantenendo la fluidità del parlato, trova una sua elegante compiutezza narrativa.
Il terzo capitolo affronta il tema dei segnali discorsivi, analizzando il loro ruolo nella costruzione della coerenza e coesione testuale, sia nel parlato che nello scritto, evidenziando il loro impatto nella prosa di Camilleri.
Il quarto capitolo approfondisce il termine dialettale "mentri” che si configura non solo come congiunzione temporale o avversativa, ma anche come segnale discorsivo capace di collegare elementi narrativi e gestire il flusso della conversazione, rendendo il dialetto siciliano un veicolo espressivo dinamico e sofisticato. Altresì, nel quinto e ultimo capitolo, si prenderà in esame il caso di “Arà, Adà, Avà” con il proposito di analizzare le tre espressioni dialettali tipiche del siciliano che, pur presentando forme e varianti diatopicamente differenti, condividono una radice comune e di significato, mentre la loro pronuncia o frequenza d'uso può cambiare a seconda dell’area geografica di pertinenza.
Questa tesi mira a dimostrare come i dialetti siano stati e continuino ad essere un elemento fondamentale dell’identità linguistica italiana. L’attenzione rivolta ai dettagli linguistici e narrativi, attraverso estratti di dialoghi da corpus di italiano parlato, di parlato digitato e da estratti provenienti da testi letterari, posta in questo elaborato, è imprescindibile per la comprensione del ruolo dei dialetti nella prosa contemporanea, e al tempo stesso al fine di suscitare nuove riflessioni sulla necessità di preservare e valorizzare le varietà linguistiche locali in un mondo sempre più globalizzato.
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