Tesi etd-01152025-181126 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
PAPINI, ILARIA
URN
etd-01152025-181126
Titolo
Marcello Mastroianni ne Il bell'Antonio: analisi della personalità divistica
Dipartimento
CIVILTA' E FORME DEL SAPERE
Corso di studi
STORIA E FORME DELLE ARTI VISIVE, DELLO SPETTACOLO E DEI NUOVI MEDIA
Relatori
relatore Prof.ssa Tognolotti, Chiara
Parole chiave
- divismo
- divo
- film
- Marcello
- Mastroianni
- performance
- star
Data inizio appello
07/02/2025
Consultabilità
Completa
Riassunto
Il seguente lavoro di tesi prende in esame il fenomeno del divismo e in particolare quello di Marcello Mastroianni. Il primo capitolo verte sullo spiegare il fenomeno del divismo e la sua origine, dalla nascita del cinema fino agli anni più recenti e di quella dei primi divi nati dal clamore del pubblico e da varie riviste per i fan, nominando alcuni tra i divi più famosi come Rodolfo Valentino e Bartolomeo Pagano. Lo stardom americano ha origini dal teatro del diciannovesimo secolo, considerando gli attori principali come "caratterista" e "primo attore". Lo stesso in Italia ha origini ottocentesche grazie alle dive che passano in primo piano rispetto ai colleghi maschili come la femme fatale Francesca Bertini. Nell'ultimo paragrafo mi soffermo invece sul divismo maschile, in particolare quello di Bartolomeo Pagano ed Emilio Ghione, fino ad arrivare alle star nazionali della seconda metà del Novecento come Alberto Sordi, Vittorio De Sica e Marcello Mastroianni.
Nel secondo capitolo prendo in esame la formazione artistica di Marcello Mastroianni, figura di spicco nel cinema italiano degli anni Sessanta grazie al film di Fellini La dolce vita. Grazie al libro testamento Mi ricordo, sì, io mi ricordo, l'attore fa un salto nel passato raccontando aneddoti della sua vita e sul suo lavoro. Il primo paragrafo riguarda gli anni della formazione attoriale, partendo dal teatro sotto la regia di Luchino Visconti, che a quell'epoca dirigeva una delle compagnie attoriali più importanti, con la presenza di caratteristi come Vittorio Gassman e Paolo Stoppa. Dieci anni dopo il suo primo spettacolo, Mastroianni atterra al cinema con Le notti bianche di Visconti,
tratto dal romanzo dello scrittore russo Dostoevskij. Sarà solo uno dei più e cento film a cui parteciperà di lì in avanti. I primi lavori nel cinema degli anni Cinquanta sono sicuramente i più tosti in cui deve farsi conoscere dai registi e dare prova delle sue capacità attoriali. Inizia come comparsa nei film di Emmer, come Domenica d'agosto e Le ragazze di Piazza di Spagna, per poi ottenere
una parte da protagonista nel film di Alessandro Blasetti, Peccato che sia una canaglia, accanto a Sophia Loren, figura che diverrà importante per l'attore e con cui farà coppia in dodici film. Con La fortuna di essere donna, Mastroianni interpreta la parte di un giornalista, ruolo che ricopre anche nel fortunato film di Fellini, La dolce vita. Nel paragrafo seguente arriviamo agli anni Sessanta periodo in cui Mastroianni fa la conoscenza di un regista che da lì in avanti sarà una figura importante per la sua carriera: Federico Fellini. Dopo La dolce vita, Mastroianni cerca di togliersi di dosso il titolo da latin lover che gli era stato dato, recitando in film in cui il protagonista
era un impotente e un inetto. Mi riferisco a Il bell'Antonio (M. Bolognini 1960), Fantasmi a Roma (A. Pietrangeli 1961) e Divorzio all'italiana (P. Germi 1961). Gli anni passano e la sua fama aumenta, continuano i film che faranno la storia come Otto e mezzo, in cui è l'alter ego di Fellini, regista in piena crisi esistenziale; Ieri, oggi, domani; Matrimonio all'italiana.
Nel terzo ed ultimo capitolo analizzo la performance di Mastroianni nel film di Mauro Bolognini, Il bell'Antonio, tratto dall'omonimo romanzo di Vitaliano Brancati, concentrandomi maggiormente sull'espressività e gestualità del suo personaggio.
Nel secondo capitolo prendo in esame la formazione artistica di Marcello Mastroianni, figura di spicco nel cinema italiano degli anni Sessanta grazie al film di Fellini La dolce vita. Grazie al libro testamento Mi ricordo, sì, io mi ricordo, l'attore fa un salto nel passato raccontando aneddoti della sua vita e sul suo lavoro. Il primo paragrafo riguarda gli anni della formazione attoriale, partendo dal teatro sotto la regia di Luchino Visconti, che a quell'epoca dirigeva una delle compagnie attoriali più importanti, con la presenza di caratteristi come Vittorio Gassman e Paolo Stoppa. Dieci anni dopo il suo primo spettacolo, Mastroianni atterra al cinema con Le notti bianche di Visconti,
tratto dal romanzo dello scrittore russo Dostoevskij. Sarà solo uno dei più e cento film a cui parteciperà di lì in avanti. I primi lavori nel cinema degli anni Cinquanta sono sicuramente i più tosti in cui deve farsi conoscere dai registi e dare prova delle sue capacità attoriali. Inizia come comparsa nei film di Emmer, come Domenica d'agosto e Le ragazze di Piazza di Spagna, per poi ottenere
una parte da protagonista nel film di Alessandro Blasetti, Peccato che sia una canaglia, accanto a Sophia Loren, figura che diverrà importante per l'attore e con cui farà coppia in dodici film. Con La fortuna di essere donna, Mastroianni interpreta la parte di un giornalista, ruolo che ricopre anche nel fortunato film di Fellini, La dolce vita. Nel paragrafo seguente arriviamo agli anni Sessanta periodo in cui Mastroianni fa la conoscenza di un regista che da lì in avanti sarà una figura importante per la sua carriera: Federico Fellini. Dopo La dolce vita, Mastroianni cerca di togliersi di dosso il titolo da latin lover che gli era stato dato, recitando in film in cui il protagonista
era un impotente e un inetto. Mi riferisco a Il bell'Antonio (M. Bolognini 1960), Fantasmi a Roma (A. Pietrangeli 1961) e Divorzio all'italiana (P. Germi 1961). Gli anni passano e la sua fama aumenta, continuano i film che faranno la storia come Otto e mezzo, in cui è l'alter ego di Fellini, regista in piena crisi esistenziale; Ieri, oggi, domani; Matrimonio all'italiana.
Nel terzo ed ultimo capitolo analizzo la performance di Mastroianni nel film di Mauro Bolognini, Il bell'Antonio, tratto dall'omonimo romanzo di Vitaliano Brancati, concentrandomi maggiormente sull'espressività e gestualità del suo personaggio.
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