Tesi etd-01152025-114907 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale LM6
Autore
RICCI, ALTEA
URN
etd-01152025-114907
Titolo
Screening della preeclampsia nel primo trimestre: correlazione tra lo spessore intimale delle arterie uterine e outcome della gravidanza
Dipartimento
RICERCA TRASLAZIONALE E DELLE NUOVE TECNOLOGIE IN MEDICINA E CHIRURGIA
Corso di studi
MEDICINA E CHIRURGIA
Relatori
relatore Prof. Simoncini, Tommaso
Parole chiave
- arterie
- gravidanza
- intimale
- outcome
- preeclampsia
- primo
- screening
- spessore
- trimestre
- uterine
Data inizio appello
11/02/2025
Consultabilità
Tesi non consultabile
Riassunto
ABSTRACT
Introduzione
La preeclampsia è una sindrome sistemica che fa parte dei disordini ipertensivi della gravidanza, caratterizzata da nuova insorgenza di ipertensione e proteinuria dopo la 20° settimana di gestazione. La sua incidenza risulta difficile da stimare con precisione, si attesta circa tra il 3 e il 5%. Attualmente, è disponibile un test di screening per questa patologia, che viene offerto alle pazienti tra la 11°+0 e la 13°+6 settimana di gravidanza, ed è quello elaborato dalla Fetal Medicine Foundation. In base a questo test, il rischio di base è fondato sull’età materna, mentre il fattore di rischio corretto è quello calcolato al momento dello screening, partendo dal rischio di base, fattori ecografici e valori biochimici del siero materno (PAPP-A, -hCG libero, PlGF). Il rischio è basato su caratteristiche demografiche materne, storia medica ed ostetrica, Doppler delle arterie uterine, pressione arteriosa media (PAM), PAPP-A e PlGF e viene calcolato tramite il software della Fetal Medicine Foundation.
Nel I trimestre di gravidanza, i cambiamenti vascolari nelle arterie uterine sono fondamentali per adattare la perfusione uterina al crescente fabbisogno del feto e della placenta. Uno degli adattamenti più importanti è la ristrutturazione delle arterie spirali uterine, che da vasi ad alta resistenza diventano a bassa resistenza. Tuttavia, un’alterazione di questo processo può portare a condizioni patologiche come preeclampsia o restrizione della crescita fetale.
Obiettivo
Lo scopo di questo studio osservazionale è quello di valutare in maniera prospettica l’esistenza di un’eventuale correlazione tra lo spessore intimale delle arterie uterine e l’outcome della gravidanza, al fine di utilizzare questo parametro come marcatore predittivo di patologia nel I trimestre.
Materiali e Metodi
Lo studio si è esteso per un periodo della durata di un anno. Inizialmente, in occasione del Test combinato eseguito nel I° trimestre di gravidanza, sono state reclutate 45 donne che avessero eseguito anche il dosaggio del PlGF per il calcolo del rischio di preeclampsia. In queste pazienti è stato eseguito il test per il calcolo del rischio di preeclampsia e quindi anche la Velocimetria Doppler delle arterie uterine.
Nelle medesime pazienti è stata eseguita la misurazione con metodologia Doppler, con tecnica da noi proposta per la prima volta in letteratura, dello spessore intimale delle arterie uterine durante la fase sistolica. Sono state raccolte informazioni cliniche ed anamnestiche sulle medesime donne, suddividendole in gruppo ad alto (15 pazienti) e basso rischio di preeclampsia (30 pazienti) in base al risultato del test di screening della Fetal Medicine Foundation e al momento del parto sono stati valutati gli outcome materno-fetali, come l’eventuale sviluppo di preeclampsia e/o restrizione della crescita fetale, il pH e il peso del neonato alla nascita.
Risultati
Del nostro campione, 5 pazienti hanno effettivamente sviluppato preeclampsia, 4 appartenevano al gruppo ad alto rischio di preeclampsia e 1 apparteneva al gruppo a basso rischio e 2 su 45 hanno sviluppato restrizione della crescita fetale, di cui 1 appartenente al gruppo ad alto rischio e l’altra al gruppo a basso rischio di preeclampsia. Considerando lo spessore intimale delle arterie uterine, le pazienti ad alto rischio di preeclampsia avevano valori statisticamente più elevati rispetto al gruppo di pazienti a basso rischio e andando a valutare le pazienti che poi effettivamente hanno sviluppato preeclampsia è emerso come questo parametro correli significativamente con lo sviluppo della patologia, con (p=0,002 e r =0,441), mentre non è emersa una correlazione significativa tra tale spessore e lo sviluppo di restrizione della crescita fetale.
Inoltre, andando a valutare la correlazione tra le pazienti risultate ad alto rischio di preeclampsia al momento del test di screening e l’effettivo sviluppo della patologia emerge come la forza della correlazione sia inferiore (p=0,018 e r=0,350).
Tale spessore correla positivamente con l’età (p=0,013e r=0,369) e con i valori di pressione arteriosa media (p=0,001 e r=0,483) delle pazienti al momento del reclutamento. Al contrario, non sono emerse correlazioni significative tra lo spessore intimale delle arterie uterine in sistole e i valori di PAPP-A, PlGF, PI delle arterie uterine e pH e peso del neonato alla nascita.
Conclusioni
La misurazione empirica dello spessore intimale delle arterie uterine potrebbe risultare un marker predittivo accurato per lo screening della preeclampsia nel I trimestre di gravidanza, utile per integrare il test di screening attualmente disponibile. Sono però necessari ulteriori studi osservazionali con campioni più numerosi per confermare questi risultati.
Introduzione
La preeclampsia è una sindrome sistemica che fa parte dei disordini ipertensivi della gravidanza, caratterizzata da nuova insorgenza di ipertensione e proteinuria dopo la 20° settimana di gestazione. La sua incidenza risulta difficile da stimare con precisione, si attesta circa tra il 3 e il 5%. Attualmente, è disponibile un test di screening per questa patologia, che viene offerto alle pazienti tra la 11°+0 e la 13°+6 settimana di gravidanza, ed è quello elaborato dalla Fetal Medicine Foundation. In base a questo test, il rischio di base è fondato sull’età materna, mentre il fattore di rischio corretto è quello calcolato al momento dello screening, partendo dal rischio di base, fattori ecografici e valori biochimici del siero materno (PAPP-A, -hCG libero, PlGF). Il rischio è basato su caratteristiche demografiche materne, storia medica ed ostetrica, Doppler delle arterie uterine, pressione arteriosa media (PAM), PAPP-A e PlGF e viene calcolato tramite il software della Fetal Medicine Foundation.
Nel I trimestre di gravidanza, i cambiamenti vascolari nelle arterie uterine sono fondamentali per adattare la perfusione uterina al crescente fabbisogno del feto e della placenta. Uno degli adattamenti più importanti è la ristrutturazione delle arterie spirali uterine, che da vasi ad alta resistenza diventano a bassa resistenza. Tuttavia, un’alterazione di questo processo può portare a condizioni patologiche come preeclampsia o restrizione della crescita fetale.
Obiettivo
Lo scopo di questo studio osservazionale è quello di valutare in maniera prospettica l’esistenza di un’eventuale correlazione tra lo spessore intimale delle arterie uterine e l’outcome della gravidanza, al fine di utilizzare questo parametro come marcatore predittivo di patologia nel I trimestre.
Materiali e Metodi
Lo studio si è esteso per un periodo della durata di un anno. Inizialmente, in occasione del Test combinato eseguito nel I° trimestre di gravidanza, sono state reclutate 45 donne che avessero eseguito anche il dosaggio del PlGF per il calcolo del rischio di preeclampsia. In queste pazienti è stato eseguito il test per il calcolo del rischio di preeclampsia e quindi anche la Velocimetria Doppler delle arterie uterine.
Nelle medesime pazienti è stata eseguita la misurazione con metodologia Doppler, con tecnica da noi proposta per la prima volta in letteratura, dello spessore intimale delle arterie uterine durante la fase sistolica. Sono state raccolte informazioni cliniche ed anamnestiche sulle medesime donne, suddividendole in gruppo ad alto (15 pazienti) e basso rischio di preeclampsia (30 pazienti) in base al risultato del test di screening della Fetal Medicine Foundation e al momento del parto sono stati valutati gli outcome materno-fetali, come l’eventuale sviluppo di preeclampsia e/o restrizione della crescita fetale, il pH e il peso del neonato alla nascita.
Risultati
Del nostro campione, 5 pazienti hanno effettivamente sviluppato preeclampsia, 4 appartenevano al gruppo ad alto rischio di preeclampsia e 1 apparteneva al gruppo a basso rischio e 2 su 45 hanno sviluppato restrizione della crescita fetale, di cui 1 appartenente al gruppo ad alto rischio e l’altra al gruppo a basso rischio di preeclampsia. Considerando lo spessore intimale delle arterie uterine, le pazienti ad alto rischio di preeclampsia avevano valori statisticamente più elevati rispetto al gruppo di pazienti a basso rischio e andando a valutare le pazienti che poi effettivamente hanno sviluppato preeclampsia è emerso come questo parametro correli significativamente con lo sviluppo della patologia, con (p=0,002 e r =0,441), mentre non è emersa una correlazione significativa tra tale spessore e lo sviluppo di restrizione della crescita fetale.
Inoltre, andando a valutare la correlazione tra le pazienti risultate ad alto rischio di preeclampsia al momento del test di screening e l’effettivo sviluppo della patologia emerge come la forza della correlazione sia inferiore (p=0,018 e r=0,350).
Tale spessore correla positivamente con l’età (p=0,013e r=0,369) e con i valori di pressione arteriosa media (p=0,001 e r=0,483) delle pazienti al momento del reclutamento. Al contrario, non sono emerse correlazioni significative tra lo spessore intimale delle arterie uterine in sistole e i valori di PAPP-A, PlGF, PI delle arterie uterine e pH e peso del neonato alla nascita.
Conclusioni
La misurazione empirica dello spessore intimale delle arterie uterine potrebbe risultare un marker predittivo accurato per lo screening della preeclampsia nel I trimestre di gravidanza, utile per integrare il test di screening attualmente disponibile. Sono però necessari ulteriori studi osservazionali con campioni più numerosi per confermare questi risultati.
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