Tesi etd-01152022-130922 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
GIANSERRA, ALESSANDRA
URN
etd-01152022-130922
Titolo
Effetto a lungo termine della dieta low-fodmap nei pazienti con sindrome dell'intestino irritabile:revisione sistematica della letteratura
Dipartimento
FARMACIA
Corso di studi
SCIENZE DELLA NUTRIZIONE UMANA
Relatori
relatore Bellini, Massimo
Parole chiave
- IBS
- low fodmap
- lungo periodo
Data inizio appello
23/02/2022
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
23/02/2025
Riassunto
Nella Sindrome dell’Intestino Irritabile i sintomi legati al cibo sono molto comuni, gli alimenti più indicati come responsabili: il lattosio, il fruttosio, il sorbitolo, il grano e altri composti che oggi sono accomunati in un approccio dietetico popolare: la dieta FODMAPs (Fermentable Oligosaccharides, Disaccharides, Monosaccharides and Polyols). Si crede che queste molecole, scarsamente assorbite nell’intestino tenue, portino un aumento dei volumi intraluminali dovuto a gradiente osmotico e siano successivamente fermentate dal microbiota del colon a acidi grassi a catena corta e gas, generando dolore, gonfiore e distensione nei soggetti con particolare sensibilità viscerale. In questa revisione sistematica della letteratura si è voluta valutare l’efficacia della dieta FODMAPs a lungo termine (≥ 6 mesi) nei pazienti con IBS e si è eseguita una revisione sistematica della letteratura: la ricerca ha indentificato 5477 potenziali titoli. Dopo aver rimosso gli elementi presenti come duplicati, i titoli e gli abstract di 4526 lavori sono stati esaminati. 4491 sono stati esclusi, sui rimanenti 35 vi è stata una valutazione più approfondita che ha portato ad individuare 11 studi da includere nella revisione sistematica della letteratura 96, 186-195. 9 studi sono osservazionali, e, fra questi, 7 sono prospettici e 2 retrospettici. Vi sono infine 2 studi randomizzati controllati. La lunghezza del follow-up (espressa come valori medi) negli studi inclusi va da un minimo di sei mesi a un massimo di 44 mesi. La maggior parte degli studi (n=7) è stata eseguita in strutture di terzo livello (tertiary care), 3 studi sono stati eseguiti in primary e/o secondary care ed 1 studio in pazienti afferenti a strutture private. 7 studi hanno utilizzato i criteri di Roma III per diagnosticare l’IBS, due studi i criteri di Roma IV, e in due studi non sono riportati i criteri utilizzati. Il numero di pazienti valutati nel follow-up varia da 21 a 205 e la percentuale di pazienti di sesso femminile è sempre > 70%, ad eccezione di due studi. A causa dell’eterogeneità metodologica non è stato possibile eseguire una analisi quantitativa ma solo qualitativa. Sebbene il trend complessivo dimostri un miglioramento dei sintomi in tutti gli studi in almeno la metà dei pazienti, questa revisione evidenza una serie di carenze. Solo due studi randomizzati controllati sono stati identificati, il numero di pazienti valutati è mediamente basso e quasi l’80% di tutti i pazienti sono di sesso femminile. Questi studi sono inoltre probabilmente poco rappresentativi della popolazione reale poiché quasi tutti svolti in terziary care. A questo si deve aggiungere anche l’assenza, di fatto, della standardizzazione dei sistemi di valutazione degli outcomes che rende difficile “misurare” quanto efficace sia nel lungo periodo la dieta FODMAPs. In conclusione, i risultati dimostrano che dal punto vista qualitativo vi è una risposta sostenuta nella riduzione di alcuni sintomi dell’IBS quando viene eseguita una dieta FODMAPs per periodi lunghi (≥ 6 mesi). Tuttavia sono necessari studi che abbiano una metodologia e numerosità più robuste per comprendere se questo approccio possa fornire dei benefici a lungo termine nei pazienti con IBS.
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