Tesi etd-01132025-104515 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale LM5
Autore
ROSELLINI, GAIA
URN
etd-01132025-104515
Titolo
L'omologazione del concordato.
Discipline previgenti e Codice della crisi d'impresa e dell'insolvenza
Dipartimento
GIURISPRUDENZA
Corso di studi
GIURISPRUDENZA
Relatori
relatore Cecchella, Claudio
Parole chiave
- codice della crisi d'impresa e dell'insolvenza
- concordato
- legge fallimentare
- omologazione
Data inizio appello
29/01/2025
Consultabilità
Completa
Riassunto
L’elaborato ha il precipuo scopo di analizzare le varie fasi che hanno condotto all’attuale disciplina del concordato nella fase di omologazione e in particolare sul controllo che il Tribunale può e deve esercitare sulla proposta.
Tale accertamento ha infatti subito, nel corso degli anni, intensi e numerosi interventi di riforma che dal 1942 ne hanno modificato limiti e caratteristiche.
Il percorso cronologicamente svolto andrà ad analizzare la Legge fallimentare che per circa ottant’anni ha rappresentato il fondamento dell’intero sistema, mai definitivamente abrogata nonostante le intervenute riforme e che ha trovato effettivo mutamento solo con il Codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza.
I poteri riconosciuti al Tribunale sono stati sia estesi che ridotti nel corso del tempo e lo scritto analizza proprio come sia andato via via modificandosi il controllo in fase di omologa e come si è giunti alle modalità attualmente in vigore.
Un primo rilevante cambiamento lo si individua con le riforme realizzatesi tra il 2005 e il 2007 con le quali il Legislatore ha eliminato il controllo di meritevolezza del debitore focalizzando la propria attenzione più sul recupero dell’impresa che sulla sua eliminazione dal mercato.
Questi continui e alterni cambiamenti in materia di concordato, e in specifico in relazione ai controlli da effettuarsi in fase di omologa, sono proseguiti con le successive riforme accompagnate da rilevanti pronunce della Corte di Cassazione.
I dubbi più profondi che hanno spesso determinato caos nel sistema hanno riguardato l’attività che il Tribunale doveva svolgere per accertare la fattibilità e la convenienza della proposta concordataria.
I suddetti interventi riformatori non hanno però mai condotto all’effettiva abrogazione della disciplina previgente comportando, invece, una sovrapposizione di norme e solo l’avvento del Codice ha rappresentato un intervento organico e sistematico ponendo, almeno in gran parte, fine ai continui dubbi che le riforme e le pronunce della Cassazione non erano riuscite a chiarire e anzi spesso avevano contribuito a creare.
L’ intervento ha rappresentato una riforma organica del sistema, la sua entrata in vigore è stata lunga e complessa proprio a causa di una serie di eventi che hanno modificato la società e l’economia italiana e che hanno mostrato l’inadeguatezza e la pericolosità della sua applicazione in quel periodo di difficoltà economica e imprenditoriale.
Il Legislatore è poi nuovamente intervenuto apportando ulteriori correttivi al testo al fine di favorirne l’applicazione e l’efficienza e lo ha fatto attraverso il Decreto legislativo 136 del 2024.
L’elaborato individua poi le differenze che le diverse forme di concordato, (semplificato, di gruppo e minore) presentano rispetto alla disciplina ordinaria del concordato preventivo, per andare a concludere riassumendo sinteticamente gli aspetti più rilevanti che la normativa concordataria ha riversato nel diritto penale, con brevi cenni ai possibili reati ravvisabili nelle varie fasi della procedura.
L’argomento prescelto si dimostra interessante non solo per provare a meglio individuare l’ampiezza dei poteri e dei controlli che il Tribunale aveva e ha in fase di omologa ma anche per rilevare come le continue riforme e pronunce della Corte di Cassazione sono state in grado di modificare la materia e la sua disciplina.
L’andamento cronologico da me seguito per la stesura dello scritto ha voluto realizzare un percorso chiaro e che permetta al lettore di meglio comprendere quali sono stati i cambiamenti in materia, come questi si sono realizzati e soprattutto come si è giunti alla modalità di controllo ad oggi riconosciuta all’autorità giudiziaria, partendo dal Regio decreto 267 del 1942, per poi valutarne le differenze rispetto alle successive previsioni normative.
I richiami alla nuova disciplina introdotta dal Codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza permetteranno, quindi, di valutare al meglio non solo le innovative caratteristiche dello strumento concordatario ma soprattutto di conoscere i poteri ad oggi esercitabili in sede di omologa.
L’analisi del Decreto legislativo 136 del 2024 farà inoltre conoscere al lettore gli ultimi interventi in materia e le più recenti modifiche attuate.
Al termine del percorso non ho certo potuto dare esaustive risposte ad un sistema articolato e complesso come quello concordatario ma confido di aver esposto con la dovuta chiarezza i passaggi che hanno condotto all’attuale disciplina fondata sulla conservazione dell’impresa.
Fonti autorevoli prevedono ulteriori interventi in materia, in linea con i continui cambiamenti dell’assetto sociale, sempre in un’ottica propositiva e di sviluppo.
Sarà solo il tempo e gli esiti delle procedure che a mano a mano saranno instaurate a mostrare l’adeguatezza o meno del Codice e, come sempre, sarà compito del Legislatore trovare gli adeguati correttivi ad eventuali criticità.
Tale accertamento ha infatti subito, nel corso degli anni, intensi e numerosi interventi di riforma che dal 1942 ne hanno modificato limiti e caratteristiche.
Il percorso cronologicamente svolto andrà ad analizzare la Legge fallimentare che per circa ottant’anni ha rappresentato il fondamento dell’intero sistema, mai definitivamente abrogata nonostante le intervenute riforme e che ha trovato effettivo mutamento solo con il Codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza.
I poteri riconosciuti al Tribunale sono stati sia estesi che ridotti nel corso del tempo e lo scritto analizza proprio come sia andato via via modificandosi il controllo in fase di omologa e come si è giunti alle modalità attualmente in vigore.
Un primo rilevante cambiamento lo si individua con le riforme realizzatesi tra il 2005 e il 2007 con le quali il Legislatore ha eliminato il controllo di meritevolezza del debitore focalizzando la propria attenzione più sul recupero dell’impresa che sulla sua eliminazione dal mercato.
Questi continui e alterni cambiamenti in materia di concordato, e in specifico in relazione ai controlli da effettuarsi in fase di omologa, sono proseguiti con le successive riforme accompagnate da rilevanti pronunce della Corte di Cassazione.
I dubbi più profondi che hanno spesso determinato caos nel sistema hanno riguardato l’attività che il Tribunale doveva svolgere per accertare la fattibilità e la convenienza della proposta concordataria.
I suddetti interventi riformatori non hanno però mai condotto all’effettiva abrogazione della disciplina previgente comportando, invece, una sovrapposizione di norme e solo l’avvento del Codice ha rappresentato un intervento organico e sistematico ponendo, almeno in gran parte, fine ai continui dubbi che le riforme e le pronunce della Cassazione non erano riuscite a chiarire e anzi spesso avevano contribuito a creare.
L’ intervento ha rappresentato una riforma organica del sistema, la sua entrata in vigore è stata lunga e complessa proprio a causa di una serie di eventi che hanno modificato la società e l’economia italiana e che hanno mostrato l’inadeguatezza e la pericolosità della sua applicazione in quel periodo di difficoltà economica e imprenditoriale.
Il Legislatore è poi nuovamente intervenuto apportando ulteriori correttivi al testo al fine di favorirne l’applicazione e l’efficienza e lo ha fatto attraverso il Decreto legislativo 136 del 2024.
L’elaborato individua poi le differenze che le diverse forme di concordato, (semplificato, di gruppo e minore) presentano rispetto alla disciplina ordinaria del concordato preventivo, per andare a concludere riassumendo sinteticamente gli aspetti più rilevanti che la normativa concordataria ha riversato nel diritto penale, con brevi cenni ai possibili reati ravvisabili nelle varie fasi della procedura.
L’argomento prescelto si dimostra interessante non solo per provare a meglio individuare l’ampiezza dei poteri e dei controlli che il Tribunale aveva e ha in fase di omologa ma anche per rilevare come le continue riforme e pronunce della Corte di Cassazione sono state in grado di modificare la materia e la sua disciplina.
L’andamento cronologico da me seguito per la stesura dello scritto ha voluto realizzare un percorso chiaro e che permetta al lettore di meglio comprendere quali sono stati i cambiamenti in materia, come questi si sono realizzati e soprattutto come si è giunti alla modalità di controllo ad oggi riconosciuta all’autorità giudiziaria, partendo dal Regio decreto 267 del 1942, per poi valutarne le differenze rispetto alle successive previsioni normative.
I richiami alla nuova disciplina introdotta dal Codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza permetteranno, quindi, di valutare al meglio non solo le innovative caratteristiche dello strumento concordatario ma soprattutto di conoscere i poteri ad oggi esercitabili in sede di omologa.
L’analisi del Decreto legislativo 136 del 2024 farà inoltre conoscere al lettore gli ultimi interventi in materia e le più recenti modifiche attuate.
Al termine del percorso non ho certo potuto dare esaustive risposte ad un sistema articolato e complesso come quello concordatario ma confido di aver esposto con la dovuta chiarezza i passaggi che hanno condotto all’attuale disciplina fondata sulla conservazione dell’impresa.
Fonti autorevoli prevedono ulteriori interventi in materia, in linea con i continui cambiamenti dell’assetto sociale, sempre in un’ottica propositiva e di sviluppo.
Sarà solo il tempo e gli esiti delle procedure che a mano a mano saranno instaurate a mostrare l’adeguatezza o meno del Codice e, come sempre, sarà compito del Legislatore trovare gli adeguati correttivi ad eventuali criticità.
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