Tesi etd-01112025-115940 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea specialistica LC6
Autore
BASILE, MARIANNA
URN
etd-01112025-115940
Titolo
Il rischio di trasmissione iatrogena di papillomavirus umano (HPV) in ambito ginecologico
Dipartimento
RICERCA TRASLAZIONALE E DELLE NUOVE TECNOLOGIE IN MEDICINA E CHIRURGIA
Corso di studi
MEDICINA E CHIRURGIA
Relatori
relatore Prof.ssa Casini, Beatrice
Parole chiave
- contaminazione dei dispositivi medici
- healthcare associated infections
- infezioni correlate all'assistenza
- medical devices contamination
- salute della donna
- women’s health
Data inizio appello
11/02/2025
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
11/02/2095
Riassunto
La trasmissione iatrogena dell'HPV è considerata una potenziale modalità di contagio non sessuale, a causa dell'elevata resistenza ambientale del virus e del rischio di contaminazione dei dispositivi medici riutilizzabili, se non adeguatamente sottoposti a ri-processamento, come le sonde ecografiche endocavitarie. Il nostro obiettivo è valutare il rischio di trasmissione durante procedure ginecologiche ambulatoriali, in particolare durante esami ecografici transvaginali.
Lo studio, approvato dal Comitato Etico competente, è condotto presso un ospedale universitario italiano e coinvolge pazienti sottoposte a ecografia transvaginale, di età compresa tra 18 e 65 anni, che hanno avuto un test molecolare positivo per HPV nei 12 mesi precedenti. Dopo aver ottenuto il consenso informato e compilato un questionario anagrafico/anamnestico, vengono raccolti campioni con tamponi dalle superfici della sonda ecografica (trasduttore e impugnatura) e da fomiti ambientali esposti a contaminazione (porta-sonda, cavo, tastiera). I campioni vengono sottoposti a estrazione del DNA, seguita da PCR utilizzando un pool di 18 primer consensus in grado di identificare oltre 40 genotipi di HPV mucosotropi. I campioni positivi vengono sequenziati con il metodo di Sanger per determinare se il genotipo isolato è a basso o alto rischio per neoplasie cervicali.
Attualmente sono state arruolate 9 pazienti (45 campioni in totale), con un'età media di circa 35 anni e un tempo medio dalla diagnosi di 8 mesi. Tra queste, tre pazienti hanno completato il ciclo vaccinale, due sono parzialmente vaccinate e quattro non vaccinate. Una paziente è affetta da endometriosi e un'altra da diabete mellito di tipo 1. I campioni prelevati dalle guaine delle sonde, utilizzate come controllo positivo per il contatto diretto con le secrezioni vaginali, sono risultati positivi in 8 pazienti su 9. I campioni ambientali sono risultati positivi nel 18% circa (8/45), di cui il 9% (4/8) da superfici legate alla sonda e il 9% (4/8) da altri punti. In tutte le sessioni con campioni positivi, il sequenziamento ha rivelato variabilità genotipica intra-sessione tra le superfici ambientali e la guaina. Alcuni genotipi rilevati sulle superfici ambientali (ad esempio, HPV16, HPV51) sono classificati come ad alto rischio oncogeno. Questa contaminazione potrebbe derivare da infezioni multiple delle pazienti o da una contaminazione incrociata residua da esami precedenti.
In conclusione, questi risultati evidenziano la necessità critica di protocolli di disinfezione rigorosi.
Iatrogenic transmission of HPV is considered a potential non-sexual mode of contagion, due to the high environmental resistance of the virus and the risk of reusable medical devices contamination, if not properly reprocessed, such as endocavitary ultrasound probes. Our goal is to evaluate the risk of transmission during ambulatory gynaecological procedures, particularly during transvaginal ul-trasound examinations.
The study, approved by the competent Ethics Committee, is conducted at an Italian University Hospital and involves patients undergoing transvaginal ultrasound examinations, aged between 18 and 65 years, who have had a positive molecular test for HPV within the previous 12 months. After obtaining informed consent and filling an anagraphic/anamnestic questionary, samples are col-lected using swabs from surfaces of the ultrasound probe (transducer and handle) and environmental fomites exposed to contamination (probe holder, cable, keyboard). The samples undergo DNA extraction, followed by PCR using a pool of 18 consensus primers capable of identifying over 40 muco-sotropic HPV genotypes. Positive samples are sequenced using Sanger method determining whether the isolated genotype is of low or high risk for cervical neoplasia.
Actually, 9 patients have been enrolled (45 samples in total), with a mean age of about 35 years and an average time since diagnosis of 8 months. Among these, three patients have completed the vaccination cycle, two are partially vaccinated, and four are unvaccinated. One patient is affected by endometriosis and another by type 1 diabetes mellitus.
Samples from probe sheaths, used as a positive control due to its direct contact with vaginal secretions, were positive in 8 out of 9 patients. Environmental samples were positive in about 18% (8/45), with 9% (4/8) from the probe-related surfaces and 9% (4/8) from other points. In all sessions with positive samples, sequencing revealed intra-session genotypic variability between the environmental surfaces and the sheath. Some genotypes detected on environmental surfaces (e.g., HPV16, HPV51) are classified as high-risk oncogenic types. This contamination may result from patients' multiple infections or residual cross-contamination from previous examinations.
In conclusion, these results highlight the critical need for stringent disinfection protocols.
Lo studio, approvato dal Comitato Etico competente, è condotto presso un ospedale universitario italiano e coinvolge pazienti sottoposte a ecografia transvaginale, di età compresa tra 18 e 65 anni, che hanno avuto un test molecolare positivo per HPV nei 12 mesi precedenti. Dopo aver ottenuto il consenso informato e compilato un questionario anagrafico/anamnestico, vengono raccolti campioni con tamponi dalle superfici della sonda ecografica (trasduttore e impugnatura) e da fomiti ambientali esposti a contaminazione (porta-sonda, cavo, tastiera). I campioni vengono sottoposti a estrazione del DNA, seguita da PCR utilizzando un pool di 18 primer consensus in grado di identificare oltre 40 genotipi di HPV mucosotropi. I campioni positivi vengono sequenziati con il metodo di Sanger per determinare se il genotipo isolato è a basso o alto rischio per neoplasie cervicali.
Attualmente sono state arruolate 9 pazienti (45 campioni in totale), con un'età media di circa 35 anni e un tempo medio dalla diagnosi di 8 mesi. Tra queste, tre pazienti hanno completato il ciclo vaccinale, due sono parzialmente vaccinate e quattro non vaccinate. Una paziente è affetta da endometriosi e un'altra da diabete mellito di tipo 1. I campioni prelevati dalle guaine delle sonde, utilizzate come controllo positivo per il contatto diretto con le secrezioni vaginali, sono risultati positivi in 8 pazienti su 9. I campioni ambientali sono risultati positivi nel 18% circa (8/45), di cui il 9% (4/8) da superfici legate alla sonda e il 9% (4/8) da altri punti. In tutte le sessioni con campioni positivi, il sequenziamento ha rivelato variabilità genotipica intra-sessione tra le superfici ambientali e la guaina. Alcuni genotipi rilevati sulle superfici ambientali (ad esempio, HPV16, HPV51) sono classificati come ad alto rischio oncogeno. Questa contaminazione potrebbe derivare da infezioni multiple delle pazienti o da una contaminazione incrociata residua da esami precedenti.
In conclusione, questi risultati evidenziano la necessità critica di protocolli di disinfezione rigorosi.
Iatrogenic transmission of HPV is considered a potential non-sexual mode of contagion, due to the high environmental resistance of the virus and the risk of reusable medical devices contamination, if not properly reprocessed, such as endocavitary ultrasound probes. Our goal is to evaluate the risk of transmission during ambulatory gynaecological procedures, particularly during transvaginal ul-trasound examinations.
The study, approved by the competent Ethics Committee, is conducted at an Italian University Hospital and involves patients undergoing transvaginal ultrasound examinations, aged between 18 and 65 years, who have had a positive molecular test for HPV within the previous 12 months. After obtaining informed consent and filling an anagraphic/anamnestic questionary, samples are col-lected using swabs from surfaces of the ultrasound probe (transducer and handle) and environmental fomites exposed to contamination (probe holder, cable, keyboard). The samples undergo DNA extraction, followed by PCR using a pool of 18 consensus primers capable of identifying over 40 muco-sotropic HPV genotypes. Positive samples are sequenced using Sanger method determining whether the isolated genotype is of low or high risk for cervical neoplasia.
Actually, 9 patients have been enrolled (45 samples in total), with a mean age of about 35 years and an average time since diagnosis of 8 months. Among these, three patients have completed the vaccination cycle, two are partially vaccinated, and four are unvaccinated. One patient is affected by endometriosis and another by type 1 diabetes mellitus.
Samples from probe sheaths, used as a positive control due to its direct contact with vaginal secretions, were positive in 8 out of 9 patients. Environmental samples were positive in about 18% (8/45), with 9% (4/8) from the probe-related surfaces and 9% (4/8) from other points. In all sessions with positive samples, sequencing revealed intra-session genotypic variability between the environmental surfaces and the sheath. Some genotypes detected on environmental surfaces (e.g., HPV16, HPV51) are classified as high-risk oncogenic types. This contamination may result from patients' multiple infections or residual cross-contamination from previous examinations.
In conclusion, these results highlight the critical need for stringent disinfection protocols.
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