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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-01102022-171339


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
FANTERIA, VITTORIO
URN
etd-01102022-171339
Titolo
Effetto dell'applicazione di preparati a base di micorrize sulla gestione agroecologica di ortaggi biologici in pieno campo
Dipartimento
SCIENZE AGRARIE, ALIMENTARI E AGRO-AMBIENTALI
Corso di studi
PRODUZIONI AGROALIMENTARI E GESTIONE DEGLI AGROECOSISTEMI
Relatori
relatore Prof. Antichi, Daniele
correlatore Prof.ssa Turrini, Alessandra
Parole chiave
  • Agroecology
  • Mychorriza
  • No tillage
  • Organic farm
  • Orticolture
  • Phosphorus
  • Sustainability
Data inizio appello
24/01/2022
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
24/01/2025
Riassunto
La sostenibilità ambientale delle produzioni antropiche è un tema sempre più discusso al livello internazionale, a causa degli imminenti problemi a cui il riscaldamento globale sta portando. Il settore agricolo attualmente è responsabile per circa il 20% delle emissioni di CO2 globali, si rende necessario quindi ridurre per quanto possibile il suo impatto sviluppando tecniche più sostenibili. Agroecologia può fornire degli strumenti necessari per arrivare a questi obbiettivi, ed è proprio su questo approccio che si basa il confronto analizzato in questo lavoro.
La ricerca è stato condotto al Centro di Ricerche Agro-Ambientali “Enrico Avanzi” (CiRAA) a San Piero a Grado, in provincia di Pisa, nel triennio 2018-2020. Inoltre questo elaborato partecipa al progetto di ricerca Horizon 2020 IWMPRAISE, a cui prende parte nell’ambito del Grant Agreement nr. 727321.
Lo scopo dell’elaborato è quello di confrontare due itinerari in termini produttivi, e di contenuto percentuale ed asportazioni, rispettivamente di azoto e fosforo.
I trattamenti paragonati facevano utilizzo uno di tecniche di minimum tillage (RED) e l’altro di tecniche sodive (PER). In entrambi i trattamenti era presente un living mulch di trifoglio bianco (Trifolium repens, cv. Pipolina), con lo scopo garantire una copertura durante tutta la rotazione colturale e gestire le infestanti, oltre che fornire un apporto azotato dal momento in cui si tratta di una leguminosa.
Lo schema colturale era costituito da una rotazione di cinque ortaggi: fava (Vicia faba L. ssp. maior, cv. Aguadulce Supersimonia), melone (Cucumis melo, cv. Bacir F1, finocchio (Foeniculum vulgare, cv. Montebianco), pomodoro (Solanum lycopersicum L. cv. Brixsol F1), e radicchio (Cichorium intybus L. Pan di zucchero, var. Uranus). Pur trattandosi di orticole, che solitamente hanno un avvicendamento molto serrato, in questo caso si è adottato un avvicendamento più lasco con l’intento di dar modo al trifoglio di svilupparsi correttamente.
Un’ulteriore differenza tra i due trattamenti sta nell’aspetto nutrizionale, nelle parcelle RED è stata infatti effettuata una concimazione fosforica, sostituita invece nelle parcelle PER dalla distribuzione di un inoculo micorrizico (Aegis, composto da 50% Glomus intraradices e 50% Glomus mosseae).
Dai risultati è emerso che le rese delle colture sono state inferiori alle medie nazionali del settore, questo a causa soprattutto della pressione delle infestanti, che si sono rivelate un problema soprattutto per le colture primaverili-estive, ed il melone in particolar modo. Le colture invernali sentendo meno della loro competizione, hanno invece dato rese mediamente migliori.
In questo caso la copertura di trifoglio non è riuscita a svolgere la sua funzione, anche perché non si è mai trovata nelle condizioni di costituire un cotico erboso sufficientemente fitto da costituire un deterrente.

Al livello delle concentrazioni di N e P non si notano differenze nella maggior parte dei casi, e questo è un dato interessante perché dimostra che anche nel caso di sistemi agricoli meno intensivi, si possono avere le stese asportazioni di sistemi più energivori.
Soprattutto riguardo al fosforo questo dato è rilevante che merita maggior approfondimento. Questo sia perché un abuso ed il mal utilizzo di questo elemento è la principale causa dell’eutrofizzazione delle acque, sia perché le previsioni riguardo al suo futuro approvvigionamento non prospettano un futuro roseo, a causa dell’esaurimento dei giacimenti che si verificherà nei prossimi decenni.
Nel complesso ne emerge quindi che seppur ancora agli albori, la coltivazione degli ortaggi in pieno campo merita di essere approfondita perché ci sono ancora ampi margini di miglioramento, a partire dalle cultivar impiegare, fino ad arrivare alle tecniche utilizzate per la loro coltivazione
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