Tesi etd-01092025-224652 |
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Tipo di tesi
Tesi di specializzazione (4 anni)
Autore
GHIRRI, ARIANNA
URN
etd-01092025-224652
Titolo
Sorveglianza attiva nel microcarcinoma papillare della tiroide (mPTC): dieci anni di esperienza pisana
Dipartimento
MEDICINA CLINICA E SPERIMENTALE
Corso di studi
ENDOCRINOLOGIA E MALATTIE DEL METABOLISMO
Relatori
relatore Prof.ssa Elisei, Rossella
correlatore Dott.ssa Molinaro, Eleonora
correlatore Dott.ssa Molinaro, Eleonora
Parole chiave
- microcarcinoma papillare della tiroide
- mPTC
- osservazione clinica
- sorveglianza attiva
- tumore differenziato della tiroide
Data inizio appello
28/01/2025
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
28/01/2028
Riassunto
Introduzione: l’incidenza del carcinoma differenziato della tiroide è in aumento; tale fenomeno è secondario, soprattutto, alla più frequente diagnosi di carcinomi papillari subcentimetrici (microPTC). In considerazione dell’ottima prognosi, la sorveglianza attiva (SA) è ritenuta un approccio sicuro e fattibile per i microPTC.
Scopo dello studio: valutare la prognosi di un’ampia coorte di pazienti in sorveglianza attiva per un microPTC presso la U.O. di Endocrinologia 2 dell’AOUP.
Metodi: dal 2014 al 2024, 260 pazienti con diagnosi citologica di mPTC sono stati arruolati, su base volontaria, in uno studio prospettico osservazionale di SA e seguiti con periodici controlli ecografici e biochimici (ogni 6 - 12 mesi). La progressione del mPTC è stata definita come l’aumento dimensionale di almeno 3 mm in ogni diametro, la crescita di un singolo diametro oltre i 13 mm o la comparsa di un linfonodo cervicale metastatico.
Risultati: 50 pazienti (19.2%) hanno deciso di abbandonare la SA per motivi personali. Quattordici pazienti (5.4%) hanno avuto progressione di malattia dopo un tempo mediano di SA di 23.5 mesi: tutti e 14 i pazienti sono stati sottoposti ad intervento chirurgico (ed eventuale terapia radiometabolica) e hanno avuto una risposta eccellente al trattamento.
I restanti 196 pazienti (75.4%) presentano una malattia stabile e sono ancora in SA con un periodo mediano di follow up di 42.0 mesi.
Conclusione: a 10 anni dal suo inizio, la sorveglianza attiva si conferma sicura per i pazienti con microPTC. Posticipare la terapia chirurgia al momento della progressione della malattia non sembra inficiare sulla prognosi. Pertanto, la sorveglianza attiva dovrebbe essere considerata un approccio di prima linea per questo tipo di pazienti.
Scopo dello studio: valutare la prognosi di un’ampia coorte di pazienti in sorveglianza attiva per un microPTC presso la U.O. di Endocrinologia 2 dell’AOUP.
Metodi: dal 2014 al 2024, 260 pazienti con diagnosi citologica di mPTC sono stati arruolati, su base volontaria, in uno studio prospettico osservazionale di SA e seguiti con periodici controlli ecografici e biochimici (ogni 6 - 12 mesi). La progressione del mPTC è stata definita come l’aumento dimensionale di almeno 3 mm in ogni diametro, la crescita di un singolo diametro oltre i 13 mm o la comparsa di un linfonodo cervicale metastatico.
Risultati: 50 pazienti (19.2%) hanno deciso di abbandonare la SA per motivi personali. Quattordici pazienti (5.4%) hanno avuto progressione di malattia dopo un tempo mediano di SA di 23.5 mesi: tutti e 14 i pazienti sono stati sottoposti ad intervento chirurgico (ed eventuale terapia radiometabolica) e hanno avuto una risposta eccellente al trattamento.
I restanti 196 pazienti (75.4%) presentano una malattia stabile e sono ancora in SA con un periodo mediano di follow up di 42.0 mesi.
Conclusione: a 10 anni dal suo inizio, la sorveglianza attiva si conferma sicura per i pazienti con microPTC. Posticipare la terapia chirurgia al momento della progressione della malattia non sembra inficiare sulla prognosi. Pertanto, la sorveglianza attiva dovrebbe essere considerata un approccio di prima linea per questo tipo di pazienti.
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