• capro espiatorio
• femminismo
• Girard
• letteratura americana
• scrittrici americane
• vittima

L’elaborato di tesi parte dalla teoria della vittima sacrificale elaborata dal critico antropologo René Girard e mostra come nelle società durante i periodi di crisi venga scelto un individuo appartenente alla comunità da allontanare ed eliminare per ristabilire l’ordine sociale predisposto. Quindi, all’interno del primo capitolo ritroviamo la teoria girardiana riassunta ed incanalata nella direzione dell’argomento principale della tesi che inizia a delinearsi più specificatamente all’interno del secondo capitolo. Infatti, l’elaborato vuole dimostrare come la teoria del capro espiatorio si applichi perfettamente al caso della subordinazione delle donne nei confronti degli uomini e della società patriarcale. E come questo argomento sia stato utilizzato da parte delle scrittrici all’interno delle loro narrazioni come forma di denuncia e rivalsa sociale. Il secondo capitolo comincia presentando il caso letterario del Female Gothic per mostrare come questo movimento letterario si serva del gotico per simboleggiare la spaventosa situazione che le donne erano costrette a subire e che purtroppo si verifica ancora nella contemporaneità. Dalla presentazione del gotico femminile in generale, vengono trattate due delle autrici più rappresentative di questo genere letterario: Shirley Jackson e Charlotte Perkins Gilman. Per entrambe le autrici, ho deciso di presentare due racconti gotici. Per Jackson The Lottery, il suo scritto più celebre che enuncia chiaramente la tesi di fondo dell’elaborato in quanto dimostra come ad essere prese di mira nella società siano le donne che appaiono diverse dalle norme dettate dal patriarcato, e risultino pericolose all’intera società tanto da essere eliminate. Invece, The Yellow Wallpaper è il racconto di Gilman che mostra come l’emotività, la creatività e la voglia di indipendenza delle donne venisse interpretata come una forma di pericolo per la società maschile e quindi le donne che non sottostavano al loro ruolo socialmente imposto di casalinghe, venissero rinchiuse all’interno delle quattro mura domestiche. Inoltre, il racconto in questione presentata anche una critica diretta a una reale pratica medica che veniva praticata in passato per curare quella che si considerava l’“isteria femminile”. Infine, nel terzo capitolo dopo una breve presentazione della poetessa americana Sylvia Plath, si dimostra come attraverso alcune delle sue poesie essa cercasse di enunciare il problema della sottomissione psicologica a cui le donne erano spesse soggette da parte degli uomini che più stavano loro vicini. Nel caso della poetessa in questione il padre e il marito Ted Hughes. Per questo l’elaborato si conclude con un confronto tra la poesia The Rabbit Catcher scritta da Plath e l’omonima scritta invece dal marito Hughes. In questo modo si può evincere la differente interpretazione di una medesima situazione in base alla visione femminile o maschile degli eventi narrati. Quindi, si conclude nuovamente ribadendo il tema principale: il fatto che la donna abbia dovuto subire una subordinazione ingiustificata da parte dell’uomo a causa dei preconcetti creati all’interno delle società patriarcali. E come questi preconcetti abbiano svalutato le donne e causato loro problematiche, sociali, psicologiche ed esistenziali. Però, le scrittrici che ho scelto di presentare e le loro narrazioni mostrano come le donne non siano rimaste passive di fronte al patriarcato, ma attraverso i metodi che avevano a disposizione, hanno cercato di denunciare la loro condizione e dimostrato che anche loro potevano essere importanti per la società almeno quanto gli uomini che cercavano di subordinarle ai loro voleri.