Tesi etd-01082025-210433 |
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Tipo di tesi
Tesi di specializzazione (4 anni)
Autore
FERRARI, NICCOLO' ALBERTO
URN
etd-01082025-210433
Titolo
Cinestetica applicata all'assistenza sanitaria nella movimentazione manuale dei pazienti: analisi biomeccanica per la valutazione dell'apprendimento e dell'efficacia della tecnica
Dipartimento
RICERCA TRASLAZIONALE E DELLE NUOVE TECNOLOGIE IN MEDICINA E CHIRURGIA
Corso di studi
MEDICINA FISICA E RIABILITATIVA
Relatori
relatore Prof. Chisari, Carmelo
correlatore Dott.ssa Azzollini, Valentina
correlatore Dott.ssa Azzollini, Valentina
Parole chiave
- biomeccanica
- cinestetica
- moviementazione dei pazienti
Data inizio appello
27/01/2025
Consultabilità
Tesi non consultabile
Riassunto
Background: Le malattie professionali, dovute all'esposizione prolungata a rischi lavorativi, sono in aumento, con una prevalenza significativa di patologie muscoloscheletriche, come la lombalgia, che colpiscono in particolare i lavoratori del settore sanitario. La prevenzione riveste un ruolo cruciale nella riduzione dell'impatto di tali patologie e in tal senso potrebbe essere utile l’applicazione della tecnica cinestetica. La cinestetica è una disciplina basata sulla propriocezione, ovvero la capacità di percepire e riconoscere la posizione del proprio corpo nello spazio, dei movimenti e della contrazione dei propri muscoli. La tecnica cinestetica si basa sul concetto che i pazienti debbano essere spostati con movimenti a spirale anziché paralleli, poiché questi richiedono meno sforzo e possono contribuire a ridurre il carico biomeccanico, contribuendo a prevenire disturbi muscoloscheletrici. Sappiamo dagli studi di ergonomia che nella movimentazione manuale dei carichi un aumento della flessione del tronco predispone ad un aumento del sovraccarico biomeccanico del rachide lombare a maggior ragione se non supportato da una corretta flessione dell’anca e del ginocchio.
Scopo dello studio: L'obiettivo dello studio è quello di valutare sia la riproducibilità della tecnica cinestetica sia come questa influisce sulla cinematica del tronco e degli arti inferiori e sull’attivazione muscolare.
Materiali e metodi: Lo studio ha coinvolto nove operatori sanitari di cui: uno esperto della tecnica cinestetica e otto partecipanti ad un programma di formazione sulla tecnica cinestetica della durata di 40 ore. Ogni partecipante è stato valutato prima e dopo il corso di formazione mediante analisi biomeccanica motion capture ed elettromiografia di superficie durante l’esecuzione di tre task di movimentazione dei pazienti considerati rappresentativi della pratica clinica: traslazione caudale, posizionamento in decubito laterale e posizionamento seduto. La valutazione dell’esperto è stata effettuata una sola volta ed è stata presa come riferimento della corretta esecuzione dei vari task di movimentazione. Ai partecipanti sono stati, inoltre, somministrati questionari sui disturbi muscoloscheletrici e l'Oswestry Disability Index (ODI). Per ogni task di movimentazione è stata valutata la cinematica del tronco e del ginocchio, mentre l’attivazione muscolare è stata valutata nel solo task di posizionamento seduto del paziente tramite l’utilizzo dell’indice di coattivazione muscolare.
Risultati: Degli otto operatori sanitari che hanno partecipato al corso di formazione tutti hanno eseguito la valutazione al T0 (prima del corso) e sette hanno effettuato anche la valutazione al T1 (dopo il corso di formazione). L’operatore che non ha effettuato la valutazione al T1 è uscito dallo studio per indisponibilità. Al T1 rispetto al T0 si assiste ad una maggior similitudine della cinematica del tronco e del ginocchio e del pattern di attivazione muscolare degli operatori rispetto all’esperto, indicando un apprendimento efficace della tecnica. Dal confronto dei dati, inoltre, si assiste ad un aumento statisticamente significativo della flessione del ginocchio bilateralmente in tutti i task di movimentazione, mentre non si assiste ad una riduzione statisticamente significativa della flessione del tronco. Dal punto di vista di attivazione muscolare si evidenzia una riduzione dell’indice di coattivazione.
Conclusioni: I dati suggeriscono che la tecnica cinestetica è stata appresa dagli operatori rendendo riproducibili i movimenti durante i vari task. Si evidenza un aumento della flessione del ginocchio bilateralmente indicativo di un maggior impiego degli arti inferiori con riduzione del sovraccarico a livello lombare. Tuttavia non è stato possibile evidenziare una riduzione della flessione del tronco durante i tre task, questo potrebbe essere in parte spiegato dal fatto che molti degli operatori hanno avuto poco tempo per applicare la tecnica durante l’attività lavorativa. Sicuramente un utilizzo maggiore della tecnica potrebbe portare ad una maggior consapevolezza della stessa e ad una riduzione dei movimenti che causano sovraccarico al rachide lombare. Per evidenziare come la tecnica influisce sull’insorgenza delle malattie professionali sarà utile effettuare una rivalutazione a sei mesi per monitorare lo stato di salute degli operatori e il mantenimento delle competenze acquisite.
Scopo dello studio: L'obiettivo dello studio è quello di valutare sia la riproducibilità della tecnica cinestetica sia come questa influisce sulla cinematica del tronco e degli arti inferiori e sull’attivazione muscolare.
Materiali e metodi: Lo studio ha coinvolto nove operatori sanitari di cui: uno esperto della tecnica cinestetica e otto partecipanti ad un programma di formazione sulla tecnica cinestetica della durata di 40 ore. Ogni partecipante è stato valutato prima e dopo il corso di formazione mediante analisi biomeccanica motion capture ed elettromiografia di superficie durante l’esecuzione di tre task di movimentazione dei pazienti considerati rappresentativi della pratica clinica: traslazione caudale, posizionamento in decubito laterale e posizionamento seduto. La valutazione dell’esperto è stata effettuata una sola volta ed è stata presa come riferimento della corretta esecuzione dei vari task di movimentazione. Ai partecipanti sono stati, inoltre, somministrati questionari sui disturbi muscoloscheletrici e l'Oswestry Disability Index (ODI). Per ogni task di movimentazione è stata valutata la cinematica del tronco e del ginocchio, mentre l’attivazione muscolare è stata valutata nel solo task di posizionamento seduto del paziente tramite l’utilizzo dell’indice di coattivazione muscolare.
Risultati: Degli otto operatori sanitari che hanno partecipato al corso di formazione tutti hanno eseguito la valutazione al T0 (prima del corso) e sette hanno effettuato anche la valutazione al T1 (dopo il corso di formazione). L’operatore che non ha effettuato la valutazione al T1 è uscito dallo studio per indisponibilità. Al T1 rispetto al T0 si assiste ad una maggior similitudine della cinematica del tronco e del ginocchio e del pattern di attivazione muscolare degli operatori rispetto all’esperto, indicando un apprendimento efficace della tecnica. Dal confronto dei dati, inoltre, si assiste ad un aumento statisticamente significativo della flessione del ginocchio bilateralmente in tutti i task di movimentazione, mentre non si assiste ad una riduzione statisticamente significativa della flessione del tronco. Dal punto di vista di attivazione muscolare si evidenzia una riduzione dell’indice di coattivazione.
Conclusioni: I dati suggeriscono che la tecnica cinestetica è stata appresa dagli operatori rendendo riproducibili i movimenti durante i vari task. Si evidenza un aumento della flessione del ginocchio bilateralmente indicativo di un maggior impiego degli arti inferiori con riduzione del sovraccarico a livello lombare. Tuttavia non è stato possibile evidenziare una riduzione della flessione del tronco durante i tre task, questo potrebbe essere in parte spiegato dal fatto che molti degli operatori hanno avuto poco tempo per applicare la tecnica durante l’attività lavorativa. Sicuramente un utilizzo maggiore della tecnica potrebbe portare ad una maggior consapevolezza della stessa e ad una riduzione dei movimenti che causano sovraccarico al rachide lombare. Per evidenziare come la tecnica influisce sull’insorgenza delle malattie professionali sarà utile effettuare una rivalutazione a sei mesi per monitorare lo stato di salute degli operatori e il mantenimento delle competenze acquisite.
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