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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-01082025-154853


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
FERRARI, MATTEO
URN
etd-01082025-154853
Titolo
I modelli letterari dello "Iuppiter tragoedus" di Luciano di Samosata
Dipartimento
FILOLOGIA, LETTERATURA E LINGUISTICA
Corso di studi
FILOLOGIA E STORIA DELL'ANTICHITA'
Relatori
relatore Prof.ssa Mirto, Maria Serena
correlatore Prof.ssa Bertagna, Maria Isabella
Parole chiave
  • attic tragedy
  • dèi olimpici
  • deus ex machina
  • epic
  • epica
  • Euripide
  • Euripides
  • Homer
  • Icaromenippus
  • Iliade
  • Ilias
  • Iuppiter confutatus
  • Iuppiter tragoedus
  • Lucian
  • Lucianus Samosatensis
  • Menippean satire
  • Menippo
  • Menippus
  • Olympic gods
  • Omero
  • parodia
  • parody
  • satira menippea
  • tragedia attica
  • Zeus
  • Zeus confutato
  • Zeus the Tragedian
  • Zeus tragedo
Data inizio appello
07/02/2025
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
07/02/2095
Riassunto
La tesi si propone di rivalutare l’influenza della cosiddetta satira menippea sull’impalcatura formale e tematica dello "Iuppiter tragoedus" di Luciano di Samosata.
Il primo capitolo propone uno stato degli studi: vi si discute l’impossibilità di ricostruire in modo affidabile i contenuti e le strutture formali della produzione di Menippo, e si propone di analizzare le peculiarità dello "Iuppiter tragoedus" attraverso il confronto con altri dialoghi simili di Luciano.
Il secondo capitolo è quindi dedicato al riconoscimento della centralità di Omero nelle caricature che informano la satira degli dèi. La riproposizione della parodia di uno stesso passo iliadico (VIII, 5-27) nello "Iuppiter tragoedus" e nello "Iuppiter confutatus" permette di ipotizzare una continuità narrativa tra i due dialoghi e, quindi, di fornire una nuova interpretazione alla loro somiglianza, constatata da tempo ma mai realmente compresa.
Il terzo capitolo analizza l’esordio prosimetrico del dialogo, in cui si riconosce in modo più evidente l’influsso di Menippo. Il confronto con i due dialoghi di Luciano in cui il Cinico è protagonista suggerisce di interpretare Zeus come sostituto di quest’ultimo nello sviluppo del dialogo. Più specificamente, si individua nell’"Icaromenippus" una potenziale premessa narrativa di quanto accade, in sequenza, nello "Iuppiter confutatus" e nello "Iuppiter tragoedus". La consequenzialità dei tre dialoghi è garantita anche sul piano formale: nello "Iuppiter tragoedus" la satira degli dèi, paralizzati al cospetto della minaccia che deriva dalla superiorità dell’epicureo Damide nella disputa sulla Provvidenza divina, si realizzerebbe attraverso il ribaltamento, formale e contenutistico, dell’"Icaromenippus", ossia del dialogo in cui Zeus aveva promesso al concilio divino di sterminare i filosofi. Nello sviluppo di questa ipotesi, si distingue la valenza parodica del registro tragico impiegato da Zeus di ritorno dall’agorà in opposizione a quello epico che informa il resto delle parodie del dialogo.
Il quarto capitolo si propone, infine, di individuare una finalità squisitamente comica nella presentazione della disputa tra Timocle e Damide: la frustrazione delle attese del lettore per una vittoria schiacciante di una delle due fazioni suggerisce di rivalutare la natura caricaturale dei due sfidanti e, con loro, della disputa che li divide. L’analisi della battuta conclusiva del dialogo, che rielabora un passo di Erodoto (III, 160), permette di riconoscere che Zeus assume un atteggiamento critico nei confronti dell’insipienza dello stoico che avrebbe potuto difendere la comunità olimpica, riappropriandosi così delle prerogative di eroe satirico che gli spettano in qualità di sostituto di Menippo.

The thesis aims to re-evaluate the influence of the so-called Menippean satire on the formal and thematic framework of Lucian of Samosata's "Iuppiter tragoedus".
The first chapter provides a state of studies: it deals with the impossibility of reliably reconstructing the contents and formal structures of Menippus' production, and proposes to analyse the peculiarities of "Iuppiter tragoedus" through comparison with other similar Lucian's dialogues.
The second chapter is then dedicated to the recognition of the centrality of Homer in the caricatures that shape the satire of the gods. The re-proposition of the parody of the same Iliadic passage (VIII, 5-27) in "Iuppiter tragoedus" and "Iuppiter confutatus" allows us to conjecture a narrative continuity between the two dialogues and, thus, to provide a new interpretation to their similarity, which has long been noted but never really understood.
The third chapter analyses the prosimetric beginning of the dialogue, in which the influence of Menippus is most clearly recognised. Comparison with Lucian's two dialogues in which the Cynic is the protagonist suggests that Zeus should be interpreted as a substitute for Menippus in the development of the dialogue. More specifically, we identify in the "Icaromenippus" a potential narrative prelude to what happens, in sequence, in the "Iuppiter confutatus" and the "Iuppiter tragoedus". The consequentiality of the three dialogues is also guaranteed on a formal level: in the "Icaromenippus", the satire of the gods, paralysed in the face of the threat deriving from the superiority of the Epicurean Damis in the dispute over divine Providence, is realised through the reversal, both in form and content, of the "Icaromenippus", in which Zeus had promised the divine council to exterminate the philosophers. In developing this hypothesis, the parodic valence of the tragic register, employed by Zeus on his return from the agora, is clearly distinguished from that of the epic register that shapes the rest of the dialogue's parodies.
Finally, the fourth chapter proposes to identify an exquisitely comic purpose in the presentation of the dispute between Timocles and Damis: the frustration of the reader's expectations of a crushing victory for one of the two factions suggests a reassessment of the caricatured nature of the two challengers and, with them, of the dispute that divides them. The analysis of the dialogue's concluding line, which re-elaborates a passage from Herodotus (III, 160), allows us to recognise that Zeus takes a critical attitude towards the insipidity of the Stoic who could have defended the Olympian community, thus re-appropriating the prerogatives of satirical hero that are his due as Menippus' replacement.
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